Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
TUTTI IN AGITAZIONE PER LA VOCE DI MARCO TRAVAGLIO TRIO IN GNAM PADELLARO TRAVAGLIO TELESEA osservarli, mentre scutrettolano, ancheggiano, cantano stonati, stappano e festeggiano il terzo ingresso in porto della nave corsara, non sembrano la zattera deberlusconizzata alla deriva profetizzata da Eu-Genio Scalfari. Il vaticinio sinistro del "fundador" de "La Repubblica" ("Il Fatto" pagherà caro in termini di copie l'addio di Berlusconi a Palazzo Chigi) si rivela per quel che è. Una proiezione, un auspicio, un wishfull thinking non suffragata dai risultati (5 mila copie in meno in edicola).
SCENE DA MOVIDA PICARESCA SCENE DA MOVIDA PICARESCADunque eccola, la sporca dozzina allargatasi nel tempo, liberata da governi balneari, tecnocrati e scandalucci vari, per una festa ad uso redazionale, in cui alla discussione salotti sta si preferisce il bicchierozzo con rutto e alla medaglietta commemorativa e all'ingessamento dei costumi, il ballo in sala. Così espletate le formalità, si va in pista.
ROBERTA ZUNINI ALESSANDRO FERRUCCIEd è lì, che si scoprono Padellaro, Travaglio, Marco Lillo con lenti Blues Brother, il rocker Stefano Disegni, Ciccio Telese e tutti gli altri come non li si era mai visti. Altro che Torquemada ma epigoni della "febbre" di Travolta e del "tuca tuca" di Raffaella Carrà, trapassando "Il ballo del Qua Qua" di Albano & Romina.
PRONTI PER LO GNAMMa il peggio è arrivato con il sempiterno karaoke. Attaccati al microfono, a intonare Renato Zero e Celentano, Guccini e Baglioni, Capossela e De Gregori, con l'anima retrò-eskimo impegnata in una riedizione di ‘'Bella Ciao''. Mancava solo Fiorello col codino per questa Woodstock senza il solito Woodcock tra le pareti redazionali.
SCENE DA MOVIDA PICARESCAKaraoke e danze in pista, tra le copie accatastate e i menabò, fino all'alba. Documenta Pizzi. Non c'è trucco. Non c'è inganno. Solo un giornale. Diverso dagli altri. Finché dura, a Monti e a molti dispiacendo.
MARCO TRVAGLIO STEFANO DI SEGNI