Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
WALTER E FLAVIA VELTRONI(ANSA) - Un lungo applauso ha accolto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al suo arrivo al Teatro dell\'Opera di Roma, dove sta per iniziare il Nabucco di Verdi, diretto dal maestro Riccardo Muti. L\'Opera chiude la giornata dei festeggiamenti per i 150 anni dell\'Unità d\'Italia: per l\'occasione la facciata del teatro è illuminata con le luci del tricolore e nella piazza antistante compare una installazione con le parole del Giuramento della Giovine Italia di Giuseppe Mazzini, del luglio 1831.
Il Capo dello Stato è giunto con la moglie Clio, che indossa un vestito lungo bianco, ed è stato accolto dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Prima di lui erano sfilati davanti alla piccola folla radunatasi attorno alle transenne, gli ospiti che assisteranno alla esecuzione. Poco prima di lui era giunto il premier Silvio Berlusconi, accolto però da fischi.
VALERIA LICASTRO ANTONIO MARTUSCELLOPresenti, tra gli altri, i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, il governatore della Banca d\'Italia, Mario Draghi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e i ministri La Russa, Romani, Matteoli, Alfano, Fitto, Meloni. Ci sono anche i sottosegretari Bonaiuti, Giro e Santanché e i capigruppo Pdl di Camera e Senato, Cicchitto e Gasparri.
Assistono anche allo spettacolo i capigruppo del Pd di Camera e Senato, Franceschini e Finocchiaro, il leader dell\'Udc Pier Ferdinando Casini, l\'ex sindaco di Roma Veltroni e il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. Presenti il principe Vittorio Emanuele di Savoia con la moglie.
VALERIA MANGANI ADOLFO PANFILINon è mancato all\'appuntamento il presidente del Comitato per le celebrazioni dei 150 anni, Giuliano Amato. Il parterre è poi composto da personalità del mondo dell\'imprenditoria, della cultura, dello spettacolo. Ci sono presidente e direttore della Rai, Paolo Garimberti e Mauro Masi e il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri.
UMBERTO VERONESI E SIGNORA2- PERCHÉ FARE INCONTRARE IN TUTTA FRETTA L\'ORGOGLIOSO TREMONTI CON QUEL SUPPONENTE DEL MAESTRO MUTI? PER EVITARE - GRAZIE AD ALE-DANNO E LETTA - CHE LA SERA DOPO, GIOVEDÌ, ALLA REPLICA DEL \'NABUCCO\', ALLA PRESENZA DEL BANANA E DI NAPOLITANO, MUTI FACESSE PUBBLICA POLEMICA SUI TAGLI DI GIULIETTO
2- SERVONO ALMENO 300 MILIONI DI EURO SE SI VUOLE EVITARE IL COLLASSO
Michele Anselmi per \"il Riformista\"
Politicamente, per il governo, sarebbe stata una débâcle. Si spiega così, per evitare che ieri sera la replica del \"Nabucco\" verdiano alla presenza del premier Berlusconi e del presidente Napolitano fosse punteggiata da nuove sottolineature polemiche sui tagli ignominiosi alla cultura, l\'incontro organizzato in tutta fretta, l\'altro pomeriggio, tra il maestro Muti e il ministro Tremonti.
SALLUSTRI ELEGANTONEDiciamo un\'azione diplomatica preventiva, pilotata dal sindaco Alemanno d\'intesa con Gianni Letta e il capo di gabinetto del ministro Bondi, Salvo Nastasi, per scongiurare l\'ennesima contestazione pubblica, con tanto di ripresa su Raitre, in un giorno così cruciale sul piano simbolico.
SANDRA E ALBERTINA CARRAROIl blitz, almeno sul piano mediatico, ha funzionato. Anche se bastava osservare in tv la faccia di Tremonti, tra lo sconsolato e lo spazientito, per capire quanto gli sia costato quel gesto pacificatore. Cioè recarsi al Teatro dell\'Opera per omaggiare il grande direttore d\'orchestra che ogni santo giorno critica l\'operato del governo in materia di cultura e spettacoli.
Ieri, soprattutto al ministero dei Beni culturali, ci si interrogava sulla frase pronunciata da Tremonti: \"Oggi ho incontrato il presidente del Consiglio e adesso il maestro Muti, a cui credo dobbiamo tutti moltissimo anche come conoscenza e riconoscenza. Ho visto, ho sentito e ho capito. Avete la mia parola d\'onore che, per quanto di mia competenza, affronterò il problema. Mi hanno fatto dare la parola\".
ROBERTO NAPOLITANO E SIGNORALa parola, cioè, di allentare i cordoni della borsa e scucire nei prossimi giorni una manciata di milioni di euro per raffreddare la situazione e riaprire il dialogo dopo le dimissioni di Andrea Carandini (Consiglio superiore dei Beni culturali), Bruno Cagli (Accademia di Santa Cecilia), Sergio Escobar (Piccolo Teatro di Milano).
RICCARDO PACIFICI E SIGNORALa domanda vera è: in che tempi e come? Fondi di riserva al ministero dell\'Economia non esistono. L\'unico modo è preparare un decreto legge d\'urgenza. Venerdì prossimo ci sarà lo sciopero nazionale dello spettacolo organizzato dai sindacati, e ci si augura che, a differenza dell\'ultima volta, cinema, teatri, sale da concerto e set restino davvero chiusi. Berlusconi sa che il dossier-cultura, sulle prime sottovalutato nonostante gli avvertimenti di Letta, è diventato un banco di prova per il governo.
Ma il premier deve anche stare attento a non offendere il dimissionario ministro Bondi, che pure s\'è detto , forse con una punta di ironia, dopo l\'incontro Tremonti-Muti. Tirare fuori adesso, d\'incanto, i fondi negati per mesi a Bondi, tanto da spingerlo a mollare, non sembra una gran mossa. Sa di disperazione. Ma alla fine succederà, pena l\'ennesima figuraccia internazionale.
RENZO LUSETTI E MOGLIE VIRATremonti non ha parlato di soldi, mercoledì. Ma, realisticamente, servono almeno 300 milioni di euro se si vuole evitare il collasso: 150 per rimpolpare il Fondo unico dello spettacolo e riportarlo ai livelli già bassi del 2010 (attualmente, dopo l\'ultima sforbiciata di 27 milioni, è sceso a quota 231); circa 150 per la tutela del paesaggio, dei siti archeologici e dei musei.
RENATO BRUNETTA E LASUA BARBIEDove trovarli in quattro e quattr\'otto? Una cosa è certa: Galan non ha nessuna voglia di fare la fine dell\'attuale ministro ai Beni culturali, esecrato e irriso. Infatti ha subordinato il suo arrivo al Collegio Romano a precise garanzie sul fronte dei finanziamenti. Da Bruxelles dice di essere contrario alla filosofia dei tagli lineari e assicura che non sarà mai \"il sottosegretario di Tremonti\".
PAPARAZZA POSTMODERNAIntanto le associazioni di categoria, a partire dall\'Anica che è un po\' la Confindustria del cinema, sono sul piede di guerra, decise a non partecipare più a nessuna riunione presso il ministero finché non sarà nominato il nuovo titolare; e martedì Federculture, Anci, Upi, Agis, Conferenza delle Regioni, Fai spiegheranno alla stampa l\'articolazione delle tre giornate di protesta \"per la cultura e lo spettacolo\" programmate per il 26, 27 e 28.
Berlusconi vorrebbe chiudere a inizio settimana la pratica del rimpasto, almeno per quanto riguarda i due ministri in ballo, cioè Saverio Romano all\'Agricoltura e Galan ai Beni culturali. Ci riuscirà dopo lo stop imposto dal Quirinale alla superfetazione dei sottosegretari? Galan ci spera.
PAOLA SALLUZZIMentre \"Il Fatto Quotidiano\" ha ripreso a bombardarlo per la vicenda veneziana di Michelle Bonev e del film \"Goodbye Mama\", ribattezzandolo ironicamente \"ministro dell\'agricultura\", l\'ex governatore veneto sarebbe pronto a incontrare già martedì sera, a giuramento fatto, i dieci direttori generali del ministero. La situazione è drammatica. Il bilancio dei Beni culturali è sceso a 1 miliardo e 420 milioni, significa che, tolti stipendi, utenze e strutture, ne restano solo 500: per tutto il resto.