Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
VALERIO BERRUTI E LAURA MELIDONIDAGOREPORT/1
Rissa finale allo Strega. Per accelerare la diretta tv, l'inviata Rai ha chiamato sul palco il probabilissimo vincitore Edoardo Nesi, il presidente della Rizzoli Libri Paolo Mieli e la moglie del defunto Franco Alberti, patron del Liquore Strega.
E l'incauta fanciulla li ha costretti a proclamare il vincitore quando lo scrutinio non era ancora terminato. Il pubblico ha cominciato a rumoreggiare e a protestare.
TRIO GNAMIl presidente del seggio elettorale, il fasciocomunista Antonio Pennacchi, mentre il sudato Nesi veniva costretto ad attaccarsi alla tradizionale bottiglia di Strega, ha mandato a fanculo tutti aizzato dal platea indignata.
Questo è il bello della diretta.
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"Se a tutti quelli che hanno promesso il voto a un editore al quale non lo daranno mai venisse il naso lungo come quello di Pinocchio, al Premio Strega non si riuscirebbe più a fare un passo!", commentava soddisfatto un anonimo giurato. Lui, spiegava orgogliosamente, prometteva sempre il voto a tutti e poi faceva di testa sua.
Malgrado questo di sicuro non raro esempio, tutti sapevano già che avrebbe vinto Edoardo Nesi, malinconico orango, travestito per l'occasione da fiscalista, ansioso di tornare in quel Prato, cui ha dedicato molte delle sue peggiori opere. Eppure questa volta il motto del premio - "Vinca il peggiore! - non è stato interamente rispettato, perché tutti, tranne la povera Veladiano, hanno fatto del loro peggio. E il decano dei peggioristi, il pacchiano Pennacchi, fasciocomunista trombato alle comunali di Latina, senza rinunciare alla sciarpa e al berretto da pensionato, sfida i critici: "ci provino a fare i libri che ho fatto io!"
PAOLO GUZZANTIUn'inquietante mutazione ha colpito l'ottantenne debuttante Luciana Castellina. Malgrado le balze di seta nera, la metamorfosi è evidente: lady Politburo sta indubbiamente diventando Inge Feltrinelli. Come se l'indignazione contro Berlusconi debba gonfiare le martiri danzanti della gauche caviar oltre ogni limite. Al suo fianco la figlia, l'economista Lucrezia Reichlin, bella e affascinante come la situazione economica internazionale.
MELANIA MAZZUCCOArpaia ha pagato per il titolo. Infatti molti dei più eminenti giurati hanno pensato che "L'energia del vuoto" fosse un'allusione alla forza trainante dello Strega. Per questo il suo romanzo, benchè vago, confuso e pretenzioso, non è stato premiato come molti speravano.
Tra tutte le televisioni che dragavano il letto limaccioso dello Strega, la più piccante era senza dubbio la Teledurruti, la televisione monolocale. Il tycoon Fulvio Abbate in camicia animalier celeste di Hermès a maniche corte aveva al suo fianco, come ogni telepadrone che si rispetti, la bellissima Evelina Manna, con un braccio dotato di un livido di mezzo metro di diametro, che lo guardava pensosamente. Una telecamera del TG3, inquieta sul proprio futuro occupazionale, l'ha umilmente filmato.
MARCO STADERINI E SIGNORAMolto ammirata la solenne abbronzatura del giornalista Paolo Conti. Più glamour quella dell'editore Elido Fazi, reduce da Pantelleria, che ha convinto la moglie Alice, in luminoso lungo bianco nero, a portarlo alla serata stregata. Molto apprezzato dalle signore un tocco di stile: una scatola di latta con sopra laccata una velina d'antan, contenente tutte le delizie dello Strega, cioccolatini rinsecchiti, torroncini durissimi, bottigliette di un liquido giallastro, lo Strega appunto. Il plotone delle veline, confinato nella platea del Ninfeo, minacciava di esorbitare oltre che dalla scollatura anche nelle prime file, difese valorosamente da plotoni di nonne-Inge.
LUIGI VIANELLO E SIGNORAIn quel clima di precarietà morale e spasmodica attesa i reporter giravano come avide formiche in cerca di concorrenti da intervistare. E proprio questa smania ha prodotto un deplorevole episodio. Dopo essere stato incalzato da un abile intervistatore che lo aveva scambiato per Arpaia, un canuto giornalista in pensione ha ammesso di essere Arpaia e ha rilascito un'intervista talmente bella che Arpaia potrà solo esserne soddisfatto. Ha ammesso, con l'aiuto di un losco calvo presentatosi come l'editor del concorrente, di essere pigro e svogliato nella scrittura, di avere una deplorevole tendenza alla scurrilità e di essersi fatto tingere la chioma di bianco.
LUCIANA CASTELLINA EDOARDO NESIMa il momento più drammatico è stato quello della votazione, quando il maestoso Luigi Brioschi, re della Guanda, ha visto il suo sogno sbriciolarsi rapidamente. Anche il finto Arpaia non sapeva più dove nascondersi per sfuggire alle pacche sulle spalle e alle parole di consolazione. Prosit!