1- ROMA GODONA AL VERNISSAGE DELLA MOSTRA, MOLTO AMBIZIOSA E MOLTO DELUDENTE, DI DANTE FERRETTI E FRANCESCA LO SCHIAVO DEDICATA ALLA \"DOLCE VITA\". COMUNQUE ERA UN’IMPRESA DURISSIMA VISTO CHE LA PELLICOLA RACCHIUDE, AL PARI DE \"I PROMESSI SPOSI\", I CARATTERI FONDAMENTALI DELLA SOCIETÀ ITALIANA - 2- IL FILM SUPREMO DI FELLINI E FLAIANO APPARTIENE ORMAI ALLA STORIA DELLA NOSTRA VITA E ALLORA, COME DETONATORE DI RICORDI, FORSE è MEJO RIPESCARE IL DIARIO DEL FILM DEL COMPIANTO TULLIO KEZICH, “NOI CHE ABBIAMO FATTO LA DOLCE VITA” -

Condividi questo articolo


  • Foto di Mario Pizzi da Zagarolo al vernissage della mostra di Dante Ferretti alla Pelanda del museo Macro di Testaccio dedicata alla \"Dolce Vita\"

    SILVIASILVIA SERRA DI CASSANO SAARI AKTAVAN

    1 - LABIRINTO FELLINI
    Laura Larcan per \"la Repubblica\"
    Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

    L\'idea, ambiziosa, è di ricreare la magia di Federico Fellini. Restituire la suggestione delle atmosfere misteriose e oniriche, visionarie e fantastiche dei suoi film così come la complessità impalpabile della sua personalità. Non a caso la mostra che vuole rendere omaggio al grande regista per i cinquant\'anni anni di La dolce vita ma anche per quello che sarebbe stato il suo novantesimo compleanno, si chiama \"Labirinto Fellini\".

    SIGNORASIGNORA STRAVOLTA

    Titolo evocativo quanto basta per una rassegna-kolossal che dal 30 ottobre al 30 gennaio 2011 invaderà gli spazi della Pelanda del MacroTestaccio (non così estranea al cinema visto che già nel \'69 Fellini la sceglieva per il suo Blocknotes di un regista e Sergio Leone vi ambientava una scena di C\'era una volta in America).

    A dare lustro all\'evento, l\'allestimento griffato dalla coppia premio Oscar Dante Ferretti scenografo e la moglie Francesca Lo Schiavo set decorator, a lungo collaboratori del maestro, con il quale hanno realizzato sei film - Satyricon, Prova d\'orchestra, La città delle donne, E la nave va, Ginger e Fred, La voce della luna.

    SANTESANTE FERRETTI ANNA FEDERICI ROBERTO DAGOSTINO

    La mostra, prodotta dalla Cineteca di Bologna, promossa dall\'Assessorato alle Politiche Cul­turali di Roma per il Festival Internazionale del Film di Roma, con l\'ideazione di Camilla Morabito e la cura di Gian Luca Farinelli, si articola in due parti complementari con l\'obiettivo, come spiega Farinelli, di \"ritrovare l\'emozione di perdersi nelle invenzioni di Fellini\".

    2- IL DIARIO DI TULLIO KEZICH E LA MOSTRA DI DANTE FERRETTI ALLA PELANDA (PERCHE\' NON POSSIAMO NON DIRCI TUTTI FIGLI DELLA \"DOLCE VITA\")
    Fernando Proietti per il \"Corriere della Sera\" del 31 marzo 2009

    SANDROCCHIASANDROCCHIA MILO

    Dieci anni dopo l\'uscita del film nelle sale, Ennio Flaiano, che dell\'opera era stato il principale ispiratore e sceneggiatore, scriveva a Federico Fellini con il quale, nel tempo, i rapporti si erano andati sciupando tra lo sconforto degli amici: «Ieri sera ho rivisto \"La dolce vita\". Ti confesso che c\'ero andato col lugubre presentimento di trovare tutto abbastanza offeso dal tempo (...) Invece sono caduto nel film come se non l\'avessi mai visto prima...».

    Oggi, a distanza di quasi mezzo secolo, il capolavoro felliniano è giustamente ricordato come un «film-emblema» (Alberto Asor Rosa). Una pellicola che, secondo la critica (e non solo), fa da spartiacque tra il cinema del neorealismo del primo dopoguerra e quella che sarà un\' altra straordinaria stagione politico-culturale.

    SANDRASANDRA MILO MADDALENA LETTA

    Una rottura «epocale» che, caso raro in Italia, fu subito colta e recepita dal mondo intellettuale (Calvino, Moravia, Arbasino, Pasolini per citarne alcuni). Il che con il passare del tempo non ha obbligato, cosa altrettanto rara e desueta, ad autocritiche, riletture o revisioni.

    Una messe di lodi non soltanto dal fronte della sinistra (con qualche riserva nel Pci), ma da parte, per esempio, di voci al tempo insospettabili. Dopo aver assistito ad una proiezione privata del film, Indro Montanelli scrive entusiasta: «Fellini (...) non vi tocca vette meno alte di quelle che Goya toccò in pittura, come potenza requisitoria contro la sua e la nostra società».

    SANDRASANDRA MILO CAMILLA MORABITO GIANNI ALEMANNO

    Ecco perché è meritevole che Tullio Kezich, critico cinematografico del Corriere della Sera e testimone di quell\' avventura, abbia rovistato a fondo nei cassetti della sua memoria per ampliare e mettere a punto il suo journal di lavorazione. Un viaggio che egli considera, a ragione, un vero e proprio «bagno di pellicola». Un amarcord in presa diretta, rimontato alla moviola del tempo che passa, sui lunghi mesi in cui Kezich fu imbarcato da mozzo provetto sulla nave governata dal maestro Federico.

    ROBERTOROBERTO DAGOSTINO MGM

    Un diario oggi riproposto con il titolo da reduce un po\' nostalgico di quell\' avventura tra Cinecittà e la Roma notturna e magica degli anni Sessanta: \"Noi che abbiamo fatto La dolce vita\" (Sellerio, pp. 252, 13). Un volumetto ricco di aneddoti, curiosità intellettuali, annotazioni soavi, ricordi e memorie. Dove la storia di un film diventa a sua volta un racconto per immagini. O forse qualcosa di più importante e profondo.

    PORCHETTAPORCHETTA GNAM

    «Dobbiamo fare il montaggio dei nostri ricordi, il girato della memoria, per ricreare una continuità, per farne un racconto», ha osservato Marc Augé nel delizioso incipit al suo libro Casablanca (Bollati Boringhieri).

    PERSONAGGIPERSONAGGI FELLINIANI RONDI E MILO

    Un altro film memorabile interpretato da un\'altra mitica coppia di attori, Humphrey Bogart e Ingrid Bergman, di cui, appunto, il grande antropologo francese si serve per rievocare non solo gli anni della sua infanzia, della sua giovinezza e della guerra. Per l\'autore dei Nonluoghi, le immagini di Casablanca restano ancora oggi un «detonatore di ricordi». Anche Tullio Kezich s\' illudeva di essere stato soltanto testimone e spettatore de La dolce vita prima di accorgersi che era dentro la storia sua e della nostra vita.

     

     

    Condividi questo articolo

    FOTOGALLERY

    ultimi Dagoreport

    DAGOREPORT - COME MAI TRUMP NON HA FATTO GRAN CASINO SULLA FORNITURA DI ARMI ALL’UCRAINA (MISSILI A LUNGO RAGGIO E MINE ANTI-UOMO) DECISA DAL PRESIDENTE USCENTE JOE BIDEN? SECONDO FONTI AUTOREVOLI DI WASHINGTON, TRA I DUE C’È STATO UN ACCORDO, CHE PERMETTERÀ POI A TRUMP DI NEGOZIARE CON PIÙ FORZA UNA PACE CON PUTIN. COSÌ, IL TYCOON COL CIUFFO A PENZOLONI SI E' LIMITATO A UN MISERO TWEET. DA UNA PARTE, DALL’ALTRA A PUTIN NON CONVIENE DI FARE ORA IL DOTTOR STRANAMORE PER DUE BUONI MOTIVI…

    DAGOREPORT - IL GIUBILEO SI AVVICINA E IN VATICANO MONTA UNA INCAZZATURA PROFONDA PER LA NOMINA DI ALESSANDRO GIULI AL MINISTERO DELLA CULTURA – L’80% DEL PATRIMONIO ARTISTICO ITALIANO È RIFERIBILE ALL’ARTE SACRA VOLUTA DALLA CHIESA, E IL GOVERNO DELLA "CRISTIANA" GIORGIA CHE FA? SCEGLIE UN NEO-PAGANO CHE BLATERA DELLA "CENTRALITA' DEL PENSIERO SOLARE", CHE "SIAMO FIGLI DEL FUOCO E DELL'ACQUA" (MAI DI DIO) - SENZA CONTARE CHE ALLA GUIDA DELLA BIENNALE C'E' L'APOSTATA BUTTAFUOCO (DA CRISTIANO E' DIVENTATO MUSULMANO SCIITA) - VIDEO: QUANDO GIULI SU RAI2 SUONAVA IL PIFFERO INVOCANDO LA “GRANDE NUTRICE” 

    CHI CRITICA I MASSACRI DI NETANYAHU, DIVENTA IPSO FACTO ANTISEMITA? – IN VATICANO SONO IRRITATI PER LE REAZIONI SCOMPOSTE DELLA COMUNITÀ EBRAICA, DA EDITH BRUCK A RUTH DUREGHELLO, ALLE PAROLE DI BERGOGLIO SULLA GUERRA IN MEDIORIENTE - IL PONTEFICE HA "OSATO" DIRE: “BISOGNA INDAGARE PER DETERMINARE SE CIÒ CHE STA ACCADENDO A GAZA È UN GENOCIDIO” - COME SI FA A SCAMBIARE PER ANTISEMITISMO UNA LEGITTIMA OSSERVAZIONE CRITICA DI FRONTE AL MASSACRO IN CORSO? – PAPA FRANCESCO NON È CHEF RUBIO: HA SEMPRE RICONOSCIUTO IL DIRITTO ALL’AUTODIFESA DI ISRAELE. MA COME PUÒ LA PIÙ ALTA AUTORITÀ MORALE DEL MONDO TACERE DI FRONTE A 45MILA MORTI PER 1200 VITTIME DELLA STRAGE DI HAMAS ?