Caro Dago,
fine luglio col botto sul palco di "Cortina InConTra". Bagno di cultura con tutti i finalisti del Campiello che, a turno - condotti per mano da un Mirabella palesemente influenzato ma volenteroso - leggono un brano saliente (spesso anche sciapente) della loro ultima fatica. Poi, tutti attovagliati alla cenona di prammatica offerta dagli industriali veneti - prima classe, in verità - con i brindisi a stemperare le rivalità. Chi vincerà, lo sapremo tra qualche settimana a Venezia, per ora sono tutti sullo stesso piano (ma io scommetto su un testa a testa Ammirati-Ferrero).
Alla sera dello stesso 30 luglio, un appuntamento sovrannaturale: Scapagnini e il Mago Zurlì raccontano di come sono tornati indietro dall'Aldilà dopo essere stati dati per spacciati. E quelli dell'Aldilà, diciamolo, l'hanno scampata bella: ce lo vedi l'ex Sindaco di Catania che parla con San Pietro e gli consiglia il mix viagra e guaranà, o Cino Tortorella che fa cantare gli angeli del Cielo "44 gatti in fila per sei col resto di due"?
All'indomani, torna la grande la politica. Dal palco di "Cortina InConTra" il viceministro "di lotta e di governo" Roberto Castelli - si è autodefinito così! - lancia l'appello: "Berlusconi, Tremonti: la riunione del Cipe facciamola sul serio, per favore!". Si sa, lui ha la rogna delle Infrastrutture, e fa quello che può. Stavolta gli va bene: mentre lancia il suo appello, non sa che di lì a tre giorni sarà esaudito. Miracoli cortinesi.
Renato MannheimerCastelli sapeva di essere una guest-star, e da guest-star si è presentato al cospetto di Fra' Cisnetto sfoggiando una mise imbarazzante composta da tutina tirolese scamosciata con sopra la felpa dell'Aspen Institute (in onore di Tremonti?), ma che non dissuade dal riunirsi attorno a lui per parlare di acqua e del dopo-referendum Vito Gamberale (l'uomo che ha fatto pascere lupi e agnelli, cioè la Cassa depositi e prestiti e le Fondazioni bancarie, dentro il suo fondo F2i) e un uomo nuovo per il palco cortinese, un ingegnere di Acea che di acqua sa tutto, Andrea Bossola.
Michele Vietti e Enrico CisnettoIl quale spiega, con parole chiare e prive dell'insopportabile politichese, che cosa succederà nei prossimi anni ora che il referendum ha bocciato la "privatizzazione dell'acqua" (come amano definirla i manipolatori): in sintesi, "acqua amara" per tutti. Perché ci vogliono 100 miliardi se vogliamo continuare a farci la doccia ma non ci sono.
Finito il primo incontro si cambia argomento ma Castelli rimane imbullonato alla poltroncina Frau: si parla di infrastrutture che non partono, di soldi che non ci sono e quando ci sono non vengono impiegati, di sindrome del "Nimby" (che tutti in sala fingono di saperlo, ma pochi sanno che significa "Not in my backyard", cioè "Non nel mio giardino") e di tutte le corse a ostacoli dei cantieri che si aprono e non si aprono in Italia.
Michele ViettiCastelli viene raggiunto sul palco da Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade - non solo per fare parure con il cognome ma anche per ricordare quanto investe in giro per la penisola e che, Cipe o non Cipe, l'aziendona dei Benetton sta lavorando per noi; poi da Mario Virano, commissario straordinario della Tav, torinese, cortesemente (e non falsamente) convinto che la Torino-Lione si farà (auguri!);
Michele Viettida Mauro Pollio, amministratore delegato dell'aeroporto di Capodichino, azienda del gruppo F2i di Gamberale, unico aeroporto ad essere stato privatizzato due volte; e da Giuseppe Bonomi, presidente della Sea (Linate e Malpensa) che prepara la quotazione in Borsa (un bel fegato, di questi tempi).
Vogliono tutti la stessa cosa: una normativa che non cambi ogni due per tre. E vogliono naturalmente, politica permettendo, l'aumento tariffario bloccato da due anni. Applausi a sostegno, convinti - e non poteva essere altrimenti dalla platea cortinese, mai sinistrese - ma alla fine Castelli non si sbilancia, farà quel che potrà: "Per aumentare le tariffe aeroportuali sarebbe anche arrivato il momento, ma c'erano già tanti aumenti da imporre e questo l'abbiamo rinviato".
Michele Mirabella MAU Michele Mirabella iE siamo arrivati alla domanda delle domande: "Sei di destra o di sinistra?". Cisnettone, sornione, nel titolo del dibattito ha risposto "boh", facile per lui che è stato lamalfiano dalla prima ora ed oggi si autodefinisce liberal-democratico, laico, riformista, proporzionalista, terzorepubblichista. Sul palco due transfughi doc, Italo Bocchino di Fli e Piero Sansonetti di Boh! che strappano, alla diffidente platea dell'Audi Palace, gli applausi più convinti. Un paciosissimo Mannheimer e un impomatato Diego Gavagnin - curatore del volume che dà il titolo all'incontro - completano il quadro.
MAUGli spunti però sono davvero tanti e hai voglia a cercare di capire se siamo di destra o di sinistra. A sentire gli umori del pubblico, oggi la gente più che altro si sente cojonata (dalla casta). Per dirla con Baumann, la politica è liquida. Per dirla con me, liquefatevi tutti ch'è mejo.
MAUE la sera? Non facciamoci mancare niente, neanche un dibattituccio sui processi - lunghi, sporchi e cattivi - in cui Maurizio Paniz, che sarebbe capace di dimostrare con il suo sorriso che gli asini volano se il premier glielo chiedesse, mena le danze assieme a Ilaria Cavo, Davide Giacalone, all'ex comandante dei Ris Garofano e al magistrato Laudati che, per evitare di essere tirato in mezzo, mantiene un profilo che definire low sarebbe come dire che Brunetta non è una stanga d'uomo.
MAUSiamo al due agosto, ultimo giorno del mio reportage. Fa caldo, finalmente, un caldo che rasserena gli animi e placa i malumori. Perfino i miei. Anche Fra' Cisnetto sorride felice, mentre Michelino Vietti - vestito come il fratello di Heidi - fa l'equilibrista quando gli chiedono chi abbia torto tra magistratura e politica. Lui, che ha scelto di fare il vice presidente del Csm per evitare rotture di coglioni partitiche, si mantiene sul vago, teorizzando quali debbano essere i compiti dei due poteri come se l'Italia fosse l'Utopia di Thomas More.
luca Zaia DSCPoco dopo, per il secondo dibattito, il fauno Vietti si incontra con Violante, Pizzetti, Sala (l'amministratore delegato di Expo con il fido Arditti al seguito) e Gamberale. Tema: l'indecisionismo italiano. Rimodera Fra' Cisnetto ma c'è poco da moderare, sono tutti moderatissimi e prudenti.
Marta MarzottoPoi Sala, il capo dell'Expo, tira fuori la grinta - del resto ne ha, per essere sopravvissuto alla "sciura di ferro" Moratti! - e rivendica un'accelerazione per le opere pubbliche che mancano: "Attenti che di questo passo la M4 non si farà in tempo!" (occhio, la M4 è la nea quarta della metropolitana meneghima , non la cugina nordica della romano-partenopea P4). E allora Gamberale piazza la botta: "Non serve narcotizzare gli italiani con il refrain del tutto va bene". Destinatario: Berlusconi dottor Silvio.
Iole Cisnetto Parsi Danilo LoMauroMa le mie attese però erano tutte per la serata: Zaia e Caldoro in un faccia a faccia guidato dalla perticona Myrta Merlino. Zaia si presenta fasciatissimo e impeccabile e mentre rilascia dichiarazioni si fa sistemare il nodo della cravatta da uno dei suoi collaboratori. Epico.
Giuseppe Bonomi www agrpress itCaldoro arriva trafelato, invece dopo un viaggio di otto ore otto, tra aerei in panne e autostrade intasate. Il fair play è d'obbligo, sono colonnelli di due battaglioni diversi ma militano nello stesso esercito. Però sui rifiuti Zaia non molla: "quelli di Napoli, in Veneto mai!", tuona. Per il resto, tendono a darsi ragione l'un l'altro. E Myrta benedice sorridente, finchè - sollecito - arriva Fred a chiudere con le solite vignette. Cade il sipario sull'undicesima giornata di "Cortina InConTra". Ciao Dago e alla prossima.
Giovanni Castellucci eRoberto Castelli www agrpress itTuo affezionatissimo
Ampezzanus Maleficus
Ps come dici, manca il gossip? Okay, okay, senti questa che ho saputo dal portiere del Miramonti, l'hotel Majestic dove i Cisnetto's danno riparo ai loro ospiti: la spilunga Myrta e la Maria Corbi de "la Stampa" hanno fatto un pigiama-party. Ah, se il Cavaliere non avesse avuto impegni romani...