1- I TIFOSI DELLA ROMA SE LO SENTIVANO: ALL’OLIMPICO CONTRO L’INTER SAREBBERO FIOCCATI I GOL. SONO STATI 4 E SUGLI SPALTI HANNO FESTEGGIATO 33MILA CORAGGIOSI, CHE HANNO SFIDATO I GHIACCI MOMENTANEI DELLA CITTÀ ETERNA PER ANDARE ALLO STADIO. DI CERTO NON UN PIENONE PER UN BIG MATCH COME QUELLO COI NERAZZURRI. MA NEPPURE IL DESERTO SIBERIANO CHE CI SI ASPETTAVA IN UNA CITTÀ RACCONTATA COME PARALIZZATA. COSÌ LA CURVA SUD ALL’OLIMPICO IERI ERA UNA DELLE POCHE CURVE RIPULITE DALLA NEVE E PER 90 MINUTI L’EMERGENZA È STATA MENO EMERGENTE. OGGI, INVECE, UFFICI CHIUSI E DI NUOVO TUTTI A CASA. CHE LA ROMA SARÀ PURE “MAGICA”, MA PER RIPORTARE I ROMANI ALLA NORMALITÀ SERVE IL MIRACOLO, CIOE' RIFILARE QUATTRO GOL ALL'INTER DELL'EX RANIERI - 2- IN TRIBUNA CICCHITTO E GASPARRI IN UN GUSTOSO REMAKE DI TOTÒ E PEPPINO A MILANO

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    1- IERI TUTTI ALLO STADIO OGGI NESSUNO AL LAVORO
    Da "il Giornale" - I tifosi della Roma se lo sentivano: all'Olimpico contro l'Inter sarebbero fioccati i gol. Sono stati 4 e sugli spalti hanno festeggiato 33mila coraggiosi, che hanno sfidato i ghiacci momentanei della Città eterna per andare allo stadio. Di certo non un pienone per un big match come quello coi nerazzurri. Ma neppure il deserto siberiano che ci si aspettava in una città raccontata come paralizzata.

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    Così la Curva Sud all'Olimpico ieri era una delle poche curve ripulite dalla neve e per 90 minuti l'emergenza è stata meno emergente. Oggi, invece, uffici chiusi e di nuovo tutti a casa. Che la Roma sarà pure «magica», ma per riportare i romani alla normalità serve il miracolo.

    2- IN QUELLA "CAREZZA" DI IBRA LA STANCHEZZA PER UN PESO ECCESSIVO
    Mario Sconcerti per il "Corriere della Sera"

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    Il Milan inciampa sui propri limiti e su quelli istintivi di Ibrahimovic. Forse gli effetti non sono indipendenti. Ibrahimovic sa di essere quasi per intero il Milan, vuole anzi esserlo, prova piacere a immedesimarsi in questa parte completa. Se in mezzo a una partita irrisolta si lascia prendere da un soffio di pazzia è perché sente di non essere in grado di fare fino in fondo la sua parte, non riesce a decidere. A quel punto viene fuori il bullo. Cammina lento verso i rissosi, a gambe e braccia larghe, come portasse le colt. Poi arriva, abbraccia il fratello più piccolo e scarica la manona sulla faccia del cattivo. La sua giustizia è fatta. Ha lasciato il segno anche stavolta.

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    Galliani dice che non è violenza, solo comportamento antisportivo. Ne va della durata della pena. Vorrei capire cosa si può fare di sicuramente violento più di coprirsi dietro un compagno per dare uno schiaffo a un avversario. La violenza non si giudica dalla gravità delle conseguenze. È violenza la premeditazione, il tradimento, far finta di abbracciare un compagno per alzare le mani.

    Per carità, mai scandalizzarsi nel calcio, ne ho viste tante. Ma mai nemmeno prendersi in giro. Il gesto è brutto e violento. Giudichi il giudice. Un anno fa si cercò di dire che Ibrahimovic aveva inveito contro sé stesso quando fu espulso per aver pesantemente offeso il guardalinee. Lo disse il Milan, Ibrahimovic accettò l'equivoco. Salvo poi scrivere nella sua biografia ufficiale che aveva mandato tre volte a quel paese l'assistente dell'arbitro.

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    Senza Ibra il Milan vinse nel finale il campionato scorso. Cinque giornate di assenza, sette nella stagione, per un totale di 18 punti fatti su 21 disponibili. Ibrahimovic rientrò quasi di soppiatto, appena in tempo per partecipare alla partita che festeggiò lo scudetto. C'era però in quel tempo un grande Pato. Oggi manca lui, mancano Cassano e lo stesso vecchio Inzaghi, senza Ibrahimovic restano solo i danni, non le sorprese. Era il momento peggiore questo per metterla sulla spacconeria.

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    Ma la piccola follia sa di stanchezza, di carattere sfinito. Ibrahimovic si porta sulle spalle i problemi del Milan da inizio stagione. È lui la vera differenza di una squadra con tante toppe. Dietro Ibra manca una vera guardia reale, tutti hanno il peso di sentirsi comparse. Manca una formazione, mancano riferimenti. Dopo Natale il Milan ha segnato solo in due partite su cinque, tre volte non ha segnato, naviga a vista, s'ingegna ma non inventa. Questo sente Ibrahimovic, che tutta la sua stanchezza non sta bastando più.

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    Dell'Inter vorrei capire una cosa: ma davvero mancavano i mediani? E la corsa, il gioco, la fantasia, chi dovrebbe portarli? Non ci sono né ali né mezze ali, chi deve fornire palloni agli attaccanti? Eppure quattro mediani non bastano a proteggere una difesa da otto gol in due partite. Se schemi così corazzati non sanno dare equilibrio, la colpa non è degli schemi. È dei giocatori.

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    3- MALAGÒ: "SMENTISCO CHE SARÒ PRESIDENTE ESECUTIVO DELLA ROMA"
    Marco Violi per Romagiallorossa.com - Giovanni Malagò, presidente del Circolo Canottieri Aniene, a Romagiallorossa.com smentisce categoricamente un suo possibile ruolo come presidente esecutivo nella Roma: "Devo dire a lei quello che ho detto ad altri colleghi. Non so come queste voci su un mio impiego come presidente esecutivo nella Roma siano uscite fuori - dice seccamente Malagò - Però la devo smentire questa voce nella maniera più categorica possibile.

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    Forse il mio nome è stato accostato alla Roma visti i buoni rapporti che ho con Unicredit, ma devo fare una precisazione: sono stato consigliere della banca per oltre 10 anni, ma da circa un anno, ossia da quando sono cambiati i quadri dirigenziali in Unicredit, non faccio più parte del Cda. Per carità, i miei rapporti sono ottimi, faccio parte del consiglio territoriale di Unicredit, ma tengo a precisare che non sono stato contattato per un ruolo nella Roma come presidente operativo nè in altri ruoli", conclude Malagò

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