Federico Pontiggia per \"il Fatto Quotidiano\"
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Parole parole parole. Anche al cinema in principio è il verbo: \"Ludwig\" di Visconti, \"La finestra di fronte\" di Ozpetek, si parte dalla sceneggiatura. E poi i costumi, sfoderati dal nostro poker d\'eccellenza (Sartoria Tirelli, G.P.11, Peruzzi e Annamode): la corona di Ludwig, le calze di Casanova, il cappello di 8 ½, i guanti e l\'ombrellino di Morte a Venezia, le mise di Burton e Liz Taylor per \"Cleopatra\", la tunica di Caifa per Passion di Gibson.
ROBERTO BENIGNILa collezione è autunno-inverno: se il Papa è fresco delle bianche vesti di Piccoli, vintage sono il Marchese del Grillo di Sordi, lo Sean Connery del \"Nome della rosa\", tutti in taglio e stoffa. Ebbene, \"Cinecittà si mostra\": da oggi 600 m² di spazio espositivo ricavati nelle palazzine Presidenziale e Fellini di Via Tuscolana 1055 e aperti al pubblico fino a novembre.
Nel biglietto è compresa anche la visita ai \"grandi set\": il Foro Imperiale del serial Rome, le villette di \"Un medico in famiglia\" e la via di Prati che Ettore Scola ricreò per \"Concorrenza sleale\" e Martin Scorsese, complice Dante Ferretti, riadattò per la Broadway di \"Gangs of New York\".
ROBERTO BENIGNI LUIGI ABETEPromossa da Cinecittà Studios in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, è \"il primo passo per la creazione di un Museo Stabile da 15 milioni di euro che occuperà non solo il piano terra ma tutte le due Palazzine e, speriamo, andrà in porto in un anno e mezzo\", dice il vicedirettore generale degli Studios Giuseppe Basso.
ROBERTO BENIGNI CARLO VERDONEPer ora, sei mesi di prova, budget di 700mila, 100mila visitatori previsti e una parola d‘ordine: \"Leggerezza, perché non ha carattere enciclopedico\". Venghino siori, ma non ci saranno lotte di gladiatori né numeri da circo: \"Uno spazio educativo, che non vuole scopiazzare il Museo di Torino, ma parlare dei 74 anni di Cinecittà tra storia e quotidiano\", prosegue Basso.
ROBERTO BENIGNI AURELIO DE LAURENTISIl punto nevralgico è questo: museificazione di un passato glorioso o affermazione di un presente non immemore? Diamo i numeri: 8 film italiani su 10 girati in studio si appoggiano qui, ma complessivamente si scende al 40% perché il teatro di posa non va più di moda e Cinecittà oggi punta su postproduzione e Digital Factory.
RENATA POLVERINI AURELIO DE LAURENTISE facciamo i nomi: sono in sala e passati da qui Moretti, con la Cappella Sistina ricreata al Teatro 18 e il balcone di san Pietro nel backlot, e l\'Eugenio Cappuccio di \"Se sei così ti dico sì\", e analoghi natali ha l\'unica animazione tricolore in 3D, le Winx.
LUIGI ABETE ROBERTO BENIGNIPoi chi arriverà? Bertolucci ha già fatto sopralluoghi per l\'adattamento stereoscopico di \"Io e te\" da Ammaniti, Ezio Greggio batte anche lui la via del 3D con Box Office, Verdone ci troverà Posti in piedi in Paradiso, ma a rinverdire i fasti dell\'Hollywood sul Tevere non può che essere Woody Allen, atteso con le dita incrociate per The Wrong Picture, con Penelope Cruz, Ellen Page e Jesse Eisenberg.
LAURA DELLI COLLI FRANCESCO FESTUCCIAMa torniamo alla mostra: dopo il costume, tocca alla scenografia con i bozzetti del Munchausen, Il Postino e Tosca di ieri e oggi - dice lo scenografo Enzo De Camillis - 13 professioni del set individuate da Fidac, Anica e Regione Lazio a uso e consumo delle università, \"perché in Italia non si insegna la tecnica\".
GIANNI ALEMANNODa qui a post produzione e montaggio il passo è breve, mentre la Palazzina Fellini si concentra su produttori, ritratti dei grandi e provini di illustri sconosciuti: da Riccardo Scamarcio alla brava Alba Rohrwacher, le risate sono assicurate. Ma il backstage è un altro, e non ride.
Prima di scappare al CdA di BNL, il presidente degli Studios Luigi Abete si scrolla di dosso i quiproquo dei mesi scorsi: \"I giornali titolavano \"Cine-città chiude\", e dall\'estero ci chiamavano di notte allarmati: noi siamo Cinecittà Studios, un\'azienda che vive, produce e negli ultimi 13 anni ha dato allo Stato tra affitti e investimenti oltre 90 milioni di euro.
GIANNI ALEMANNO RENATA POLVERINICerto, a qualcuno farebbe comodo tornasse di proprietà pubblica, così addio bilanci in ordine\". Appunto, qual è il dare e avere di Cinecittà Studios? La memoria storica Franco Mariotti ricorda Balbo e Griffith, gli sfollati e la gloria \'50-\'60, ma oggi si gira la fiction Il giovane Montalbano , il protagonista Michele Riondino passeggia e passa quasi inosservato, mentre gli occhi ricantano Celentano: \"Là dove c\'era la fabbrica dei desideri ora c\'è un\'altra Cinecittà\". Con 12 euro ti porti a casa il cappellino, con 16 l\'orologio: il logo è quello dei sogni, il Teatro 5.
DEMETRA HAMPTONMa ora i suoi 3mila m² non ospitano più cinema, ma televisione: Fellini è morto, lunga vita ad Amici di Maria De Filippi. Solo lo specchio è rimasto fedele: Cine-città, Italia. Non resta che prenderne atto: \"La televisione è sempre la benvenuta e - confessa Basso -saremmo felici di ospitarne di più\". Non bastano Grande Fratello, Sarabanda, Il senso della vita, I sogni son desideri e gli spot della Lavazza: chi più ne ha più dismetta la settima arte. Sosteneva Fellini, \"il cinema è una vecchia puttana, e sa come dare molte forme di piacere\". Ma con le marchette della tv non c\'è Storia.