Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
LA TRUCE VITA: NOZZE (DI EVA HENGER) CON MONNEZZA
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Marco Giusti per Dagospia
Altro che "I soliti idioti" 1, 2 e magari anche 3, altro che "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino, col matrimonio di Eva Henger e Massimiliano Caroletti, ripreso in diretta dalle telecamere di Barbara D'Urso per Canale 5, celebrato ieri a Roma nelle chiesetta sconsacrata delle Terme di Caracalla, nella prima domenica di vera e calda primavera, alla presenza di un testimone celebre come Tomas "Monnezza" Milian arrivato fresco fresco da Miami e accolto dai fan come la star di una grande stagione mai scomparsa, la dolce vita romana, il grande e mai morto mondo del Cafonal tocca vette di assoluto e di sublime.
Un brindisi per gli Sposi Tutti al ricevimentoNe avevamo avuto qualche sentore settimane fa col matrimonio di Richard Benson, finito da subito come video di culto di Repubblica, già pregustiamo il matrimonio del 4 maggio di Valeria Marini, ma qui si scomoda addirittura Tomas Milian e l'idea che l'evento finisca come materiale della domenica di Barbara D'Urso rende il tutto ancor più pop e scatenato.
Thomas e MaxE poi, dietro a tutto, al matrimonio come all'arrivo di Tomas, come ha ricordato commosso lo stesso attore proprio prendendo la parola nel saluto agli sposi, c'è un film già molto misterioso e mitizzato, bloccato, ripreso, interrotto più volte, da tre anni in attesa di distribuzione in sala o di programmazione televisiva, che rende il tutto ancor più stracultistico.
Un film che il suo produttore, Caroletti, mi ha fatto vedere in una memorabile visione privata neanche un mese fa, ma che neanche Tomas, che lo ha interpretato e scritto assieme a uno dei padri originali del "Monnezza", Dardano Sacchetti, ha ancora visto. Lo farà, ha detto di fronte a tutti i presenti, amici della coppia ma anche attori, collaboratori e coproduttori del film, solo mercoledì, ma già pensa che sia "meraviglioso".
Servizio d ordineSi tratta di "Roma Nuda", poi ribattezzato "Come tutto ebbe inizio", megaprogetto di poliziesco anni '70 sul modello di "Romanzo criminale", diretto dal vecchio Giuseppe Ferrara de "Il Caso Moro", prodotto dai freschi sposi Caroletti e Eva Henger, e interpretato appunto da Milian, in quello che doveva essere il suo grande ritorno sui nostri schermi, assieme a un cast di giovani e vecchie e glorie del poliziesco, si va da Francesco Venditti come Sergio, "Er Muletto di Tormarancia" al cattivo Toni Sperandeo, da Massimo Bonetti a Francesco Quinn, dall'eterno appuntato Gianfranco Barra a Quinto Gambi, il Monnezza originale nonché sosia di Tomas che ha ancora il banco di pesce ai Mercati Generali, da Anna Falchi in versione mora a Eva Henger come contessa, proprietaria di una bisca, fino a una guest star incredibile come Franco Califano, nei panni di un boss della mala romana, nella sua ultima interpretazione cinematografica.
Scarpe elegantiSolo vedere nello stesso schermo il vecchio Tomas Milian col bastone e il compianto Califfo, o vedere Tomas camminare al ritmo della canzone di Califano, "Roma nuda" appunto, o unire un antico militante comunista come Ferrara, che ancora si ostina a mostrare le scene coi lavoratori che stringono le bandiere rosse, assieme all'apparizione di un fascistone storico come lo stuntman e attore di poliziotteschi Bruno Di Luia, uno dei quattro militanti che hanno portato a spalla il feretro di Pino Rauti, rende il film un oggetto di straculto totale.
Rene Komiati stilistaSoprattutto in questi momenti, come ha dimostrato la puntata della Gabbanelli domenica sera, intitolata appunto "Romanzo capitale", di grande confusione politica per la città, con un Alemanno sindaco pronto a cedere il posto e preso di mira per i suoi legami con la destra violenta e su tutto l'ombra mai fugata delle bande. In questo contesto, un film come "Roma nuda", anche se fosse solo per la scelta del cast, del tema, la Roma violenta degli anni '60 e '70 con una lettura non vintage, ma proprio antica, il tentativo di spiegazione politica sullo sviluppo e la protezione delle bande romane nel dilagare dell'eroina, ha più che un suo perché.
Riccardo e MercedesE, nella grande confusione attuale, solo vedere il cast del film mischiato col cast dei presenti al matrimonio del produttore e della sua attrice, un tempo star del porno e musa del grande Riccardo Schicchi, non dimenticato rivoluzionario sul fronte del porno in un'Italia meno bacchettona e più ricca di creatività di quella di oggi, provoca corti circuiti irresistibili. Come se si stesse celebrando, con la presenza di Milian, con il matrimonio usato come lancio di un film (o viceversa?), l'epoca lontana dei poliziotteschi e di Monnezza, di una Italia più libera e meno savianizzata e di una Roma davvero nuda. Come cantava il Califfo.