1 - ARRIVA L'HAMBURGER TRICOLORE
Alessandra Moneti per l'Ansa
Foto di Mario Pizzi da Zagarolo
Più qualità e tipicità nel modo di mangiare dei ragazzi e di tutti i consumatori di fast food. E' la sfida lanciata dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia che nel primo McDonald's in Italia - il punto vendita di Piazza di Spagna a Roma, attivo dal 1985 - ha presentato McItaly, nuova linea di panini e insalate con produzioni esclusivamente provenienti da allevamenti italiani, olio extra vergine dei Monti Iblei, formaggio Asiago Dop, crema con carciofi del Lazio, bresaola della Valtellina Igp, da domani in vendita nei 392 ristoranti della multinazionale.
Tavolo NobiliTutto all'insegna della tracciabilità e con ricette messe a punto dalla catena di fast food che stasera, in un party dedicato a McItaly, saranno testate e valutate dallo chef Gianfranco Vissani. "Sono grato a McDonald's che si è prestata a questa grande operazione culturale" ha detto Zaia, circondato da addetti in felpa bianca con il tricolore celebrativo di questo progetto che rilancia l'agroalimentare Made in Italy e porta i sapori a Km zero, in quanto direttamente forniti dai produttori, alla portata delle nuove generazioni.
Stefania Orlando2- LETTERA AL PANINO MCITALY. MA ZAIA E MCDONALD'S RISPONDANO A QUESTE DOMANDE...
Carlo Petrini per "la Repubblica"
«Se c'è mai stato un segno della bancarotta morale del governo di Silvio Berlusconi, è la vista di un grembiule McDonald's avviluppato attorno alla snella figura del ministro dell'Agricoltura, Luca Zaia, che ha aiutato a lanciare la nuova linea di hamburger "McItaly"».
Stefania OrlandoEcco servita la prima risposta internazionale al tentativo di «globalizzare il gusto italiano» da parte della sorprendente accoppiata Zaia-McDonald's. Il patrocinio ufficiale del ministero alla catena di fast food più famosa del mondo, per il lancio della nuova linea di prodotti con solo ingredienti italiani, è addirittura visto da Matthew Fort, editorialista del Guardian, come il più «mostruoso atto di tradimento nazionale», ben peggio di tante altre ombre del governo, minuziosamente elencate nell'articolo in questione.
Staff Mc.ItalyÈ vero che l'apertura dello stesso McDonald's in cuiè stata scattata la foto promozionale con Zaia, quello di Piazza di Spagna a Roma, fu una delle cause della nascita di Slow Food, ma io voglio essere meglio disposto di Matthew Fort o di altri, resistere al mio scetticismo e dare una qualche chance al "McItaly".
Staff Mc.ItalyDunque apriamo un dibattito. Nella campagna si sottintende che il nuovo hamburger è più buono di quelli "convenzionali", fa parte della nuova strategia degli archi d'oro che mira ad accontentare i gusti nazionali (parlare di "locale" mi sembra però esagerato) e forse tutto questo è già una piccola ammissione sulla vera qualità del prodotto storico, come se avesse un po' segnato il passo.
Forse è così, il "McItaly" è più buono e asseconda il gusto italiano. Resta un dubbio, perché le parole dello slogan «Quando il gusto inconfondibile di McDonald's incontra gli ingredienti tipici della nostra tradizione» suonano come minimo strane, ma fidiamoci e parliamone perché io voglio chiedere un po' di cose ai protagonisti.
Sabina BeganPrima di tutto a McDonald's. Non discuto le vostre scelte di marketing, ma vorrei sapere se siete in grado di garantire la qualità delle materie prime di cui usate il nome. Parlo di caratteristiche organolettiche che non hanno nulla a che fare con il «gusto inconfondibile di McDonald's»; caratteristiche che peggiorano con certi trattamenti, certi trasporti, certe trasformazioni.
E, cosa più importante, siete disposti a dichiarare quanto pagate i contadini e gli artigiani che le producono? Perché i prodotti italiani sono già ampiamente presenti nei circuiti della grande distribuzione, ma non è che ne escano tanto bene in termini di redditività.
Sabina BeganAnzi, sono sviliti, mai storicamente pagati così poco, tanto che in molti casi i contadini non rientrano neanche dai costi di produzione; tanto che i consorzi più grandi, che hanno esasperato quantità e omologazione a scapito di qualità e ricchezza in diversità, disperati, sono quasi costretti ad affidarsi a questi nuovi canali, gli unici in grado di assorbire le eccedenze.
Se il McItaly fosse soltanto una nuova via per sfruttare i contadini, pagandoli poco, imponendo un'ulteriore standardizzazione produttiva che non può far altro che impoverire uomini, gusto e tradizione, allora sarebbe una bella presa in giro. Chiediamo soltanto un po' di trasparenza, per capire meglio: non voglio sapere cifre aggregate, il totale dei soldi che si muoveranno e mai sapremo in che tasche finiranno. Per favore dichiarate a quanto acquistate la materia prima, il prezzo al chilo dei singoli prodotti, così forse avremo un'idea migliore del contributo che state dando all'agricoltura italiana.
Riccardo Boggiani e Natalie CaldonazzoIl ministro Zaia, «grato a McDonald's che si è prestata a questa grande operazione culturale» ha dichiarato che «questo nuovo panino ha grandi ambizioni, a partire da quella di movimentare mille tonnellate di nostri prodotti in un mese per un controvalore di 3,5 miliardi di euro».
Paola SaluzziNon so se movimentare prodottiè ciò chei nostri contadini si aspettano, e avrei consigliato un po' più di cautela al ministro prima di sposare una causa in cui affida un marchio importante come l'Italia a una multinazionale che fa del proprio marketing un credo, la condizione per la sua proliferazione. Ma fidiamoci anche in questo caso, e discutiamo un po' sulla speranza di Zaia di «globalizzare il gusto italiano», di far sì che «le nuove generazioni possano così avere una memoria gustativa d'impronta italiana».
Ospite OspiteCredo che globalizzare un gusto significhi soprattutto omologarlo, finoa impoverirlo o farlo scomparire. Il gusto, come l'identità, ha valore soltanto quando esistono differenze, perché ha valore in funzione delle differenze. Infatti possiamo tranquillamente sostenere che l'identità gustativa italiana non esiste - si metta il cuore in pace chi ha inventato McItaly - perché ci sono centinaia, migliaia di identità italiane diverse.
Vivono e sono praticate a tavola in ogni regione, in ogni territorio, in ogni paese, in ogni casa: è questa diversità che ha fatto e potrà far grande in futuro il nostro comparto agro-alimentare. Ho paura che la dichiarata «svolta identitaria» - secondo le parole di Zaia - che l'operazione McItaly porterà all'agricoltura italiana possa rivelarsi né più né meno che una cancellazione d'identità in favore dell'omologazione.
Una standardizzazione che va invece verso l'identità di un solo marchio, un brand sovranazionale noto a tutti, con il suo "gusto inconfondibile" che infatti riconosciamo benissimo anche senza dover entrare in un fast food, perché è sufficiente avvicinarcisi, a Roma come a Parigi,a New York comea Shangai. Anche se servono il McItaly, il McGreek, il McLobster o il McHuevo.
OspiteOspiteDel resto, le catene multinazionali di pizzerie ci insegnano bene che pur producendo e vendendo pizza non veicolano nulla di italiano, se non un nome vuoto, alla faccia di chi sa fare buone pizze su tutto il territorio nazionale.
Se il cercare «i modi giusti per avvicinare milioni di ragazzi che frequentano i centri commerciali» si esplicita con questa strategia, temo che qui si stia parlando di una dichiarazione di impotenza, e di scegliere la soluzione più comoda e semplicistica a un problema molto complesso.
Voglio almeno sperare che il patrocinio del ministero dell'Agricoltura a quest'iniziativa sia completamente gratuito, perché di fronte al latte pagato 27 centesimi al litro e alle arance anche 6 centesimi al chilo, il veder pagare una multinazionale per promuovere il "gusto italiano" suonerebbe peggio di un insulto ai contadini italiani. Ma in attesa di risposte e di vedere come andrà a finire (dopo le elezioni regionali ci sarà anche il McVenice?), per il momento fidiamoci rinunciando a pregiudizi e legittimi sospetti.
Martufello e Tiziana Rocca