CAFONAL ALLA CORTE DI MIUCCIA - NELLA SETTIMANA DEL SALONE DEL MOBILE, UNO DEGLI EVENTI PIÙ AMBITI È STATO L’INAUGURAZIONE DELLA TORRE DELLA FONDAZIONE PRADA: LO SKYLINE DI MILANO CAMBIA SOTTO LA MATITA DI REM KOOLHAAS, E GERMANO CELANT ACCOGLIE IL MEJO DELL’ARTE CONTEMPORANEA, TRA DAMIEN HIRST E CATTELAN, CARSTEN HOLLER E FRANCESCO VEZZOLI, MARIKO MORI E THOMAS DEMAND, PATRICIA URQUIOLA E STEFANO BOERI

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miuccia prada, luc tuymans, rem koolhaas miuccia prada, luc tuymans, rem koolhaas

Marilena Pirrelli per www.ilsole24ore.com

 

Lo skyline della città di Milano cambia: guardando a sud verso Porta Romana svetta la nuova Torre della Fondazione Prada, che da domani 20 aprile 2018 il pubblico potrà finalmente ammirare, entrando da via Isarco con un biglietto cumulativo di 15 euro, insieme alla collezione di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, presidenti della Fondazione. L'edificio segna il completamento della sede della Fondazione d'arte privata inaugurata nel maggio 2015 e progettata da Rem Koolhaas con Chris van Duijn e Federico Pompignoli dello studio OMA.

 

fondazione prada opening of torre 8 fondazione prada opening of torre 8

Il vernissage. Una cena di gala ha riunito il gotha dell'arte, oltre ai protagonisti e alle autorità cittadini, il deus ex machina, Germano Celant, soprintendente artistico e scientifico della Fondazione, ha fatto gli onori di casa insieme alla coppia di collezionisti, con i molti artisti invitati - le cui opere sono custodite nella collezione Prada-Bertelli sinora mai esposta – da Maurizio Cattelan a Thomas Demand, da Michael Elmgreen e Ingar Dragset a Peter Fischli, Michael Heizer, Damien Hirst, Carsten Höller, Goshka Macuga, Mariko Mori, Andreas Slominski, Luc Tuymans e Francesco Vezzoli. Ospiti anche architetti e designer internazionali come David Adjaye, Alejandro Aravena, Mario Bellini, Stefano Boeri, David Chipperfield, Tom Dixon, Martino Gamper, Konstantin Grcic, India Mahdavi, Victor Oddò e Patricia Urquiola, e curatori e direttori di museo come Paola Antonelli, Francesco Bonami e Deyan Sudjic, i galleristi Massimo De Carlo, Mark Francis, Jay Jopling, Kara Vander Weg, Mathieu Paris e Nazanin Yashar, e altre personalità del mondo della cultura come Paolo Baratta, Nicoletta Fiorucci, Maja Hoffmann, Alessandro Rabottini e Qiao Zhibing.

fondazione prada opening of torre 7 fondazione prada opening of torre 7

 

La Torre. Alta 60 metri, è realizzata in cemento bianco strutturale a vista e arricchisce i diversi e singolari spazi espositivi composti da una varietà di soluzioni talvolta ricercatamente contrapposte.

 

Ciascuno dei nove piani della Torre offre una percezione inedita degli ambienti interni attraverso una specifica combinazione di tre parametri spaziali: pianta, altezza e orientazione. Metà dei livelli si sviluppa infatti su base trapezoidale, gli altri su pianta rettangolare. L'altezza dei soffitti, crescente dal basso all'alto, varia dai 2,7 metri del primo piano agli 8 metri dell'ultimo livello.

 

fondazione prada opening of torre 6 fondazione prada opening of torre 6

Le facciate esterne sono caratterizzate da una successione di superfici di vetro e cemento, che attribuiscono così ai diversi piani un'esposizione alla luce sul lato nord, est o ovest, mentre l'ultima sala espositiva è dotata di luce zenitale. Il lato sud della Torre presenta una struttura diagonale che la unisce al Deposito, dentro la quale si inserisce un ascensore panoramico.

“L'insieme di queste diversità produce un'estrema varietà spaziale all'interno di un volume semplice - ha spiegato Rem Koolhaas - in modo che l'interazione tra gli ambienti e i singoli progetti o opere d'arte offra un'infinita serie di possibili configurazioni”.

fondazione prada opening of torre 5 fondazione prada opening of torre 5

 

La collezione. All'interno dei sei livelli espositivi della Torre inaugura il progetto “Atlas” nato da un dialogo tra Miuccia Prada e Germano Celant. Riunisce opere della Collezione Prada in una successione di spazi che accolgono assoli o confronti, creati per assonanza o contrasto, tra artisti come Carla Accardi e Jeff Koons, Walter De Maria, Mona Hatoum ed Edward Kienholz e Nancy Reddin Kienholz, Michael Heizer e Pino Pascali, William N. Copley e Damien Hirst, John Baldessari e Carsten Höller.

 

L'insieme dei lavori esposti, realizzati tra il 1960 e il 2016, rappresenta una possibile mappatura delle idee e delle visioni che hanno guidato la formazione della collezione e le collaborazioni con gli artisti che hanno contribuito allo sviluppo delle attività della Fondazione nel corso degli anni. “Atlas” testimonia così un percorso tra personale e istituzionale, in evoluzione, aperto a interventi temporanei e tematici, a progetti ed eventi speciali, con possibili integrazioni da altre collezioni e istituzioni.

 

victor oddo victor oddo

Dall'apertura della nuova sede nel 2015, la collezione è diventata uno degli strumenti di lavoro a disposizione del programma culturale della fondazione, assumendo diverse configurazioni - dalle mostre tematiche alle collettive, dalle antologiche ai progetti curati da artisti - e trova ora nella Torre uno spazio permanente di esposizione. Infine al sesto piano il ristorante “Torre” che accoglie arredi originali del “Four Seasons Restaurant” di New York progettato da Philip Johnson nel 1958, elementi dell'installazione di Carsten Höller “The Double Club” (2008-2009), tre sculture di Lucio Fontana - due ceramiche policrome “Cappa per caminetto” (1949) e “Pilastro” (1947) e un mosaico a pasta di vetro e cemento “Testa di medusa” (1948-54) - e una selezione di quadri di William N. Copley, Jeff Koons, Goshka Macuga e John Wesley.

 

tom dixon tom dixon

Ispirandosi alla tradizione del ristorante italiano, le pareti presentano piatti d'artista realizzati per il ristorante da John Baldessari, Thomas Demand, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Elmgreen & Dragset, Joep Van Lieshout, Goshka Macuga, Mariko Mori, Tobias Rebherger, Andreas Slominski, Francesco Vezzoli e John Wesley.

 

La terrazza sul tetto dell'edificio è concepita come uno spazio flessibile che accoglie un bar. È caratterizzata dalla decorazione optical in bianco e nero del pavimento e da un rivestimento del parapetto in specchi che crea un effetto di riflessione, in grado di eliminare visivamente la barriera tra lo spazio e la vista a 360 gradi sulla città di Milano.

 

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