Santa Di Salvo per \"Il Mattino\"
Umberto Pizzi Antonella Boralevi e Fabiana Giacomotti - Copyright PizziGià lo sospettavamo, ora la conferma definitiva arriva dal pizzetto velenoso di Roberto D\'Agostino, in arte Dago: l\'Italia è una grande, immensa «Penisola dei Famosi». Famosi nel senso di malati di fama, smaniosi dell\'apparire, cultori della sovraesposizione, attovagliati cronici ad ogni festa di presunti vip, assatanati del flash, laccati liftati e sconciamente spudorati.
È la nuova razza di «italioni» che ha occupato il paese, è il popolo Cafonal. Ogni giorno ne celebra i riti il cliccatissimo sito Dagospia, da otto anni la miglior portineria elettronica del paese, con le sue varianti Supercafonal e Cafonalino. Adesso c\'è anche un libro. Stupefacente come i suoi autori, Roberto D\'Agostino e Umberto Pizzi, il fotoreporter (lui non ama definirsi «paparazzo») dallo scatto mortale.
Pizzi e Dago vy Francesco Micheli - Copyright Pizzi«Cafonal» (Mondadori, 440 pagine, 30 euro) è già un culto, a pochi giorni dall\'uscita in libreria. Perchè l\'universo burino è inevitabile e irresistibile, anche per chi non ama il genere, qui al meglio (cioè al peggio) finito nell\'occhio fotografico di Pizzi, lupo solitario che ogni notte coglie i guizzi e i lazzi di un\'umanità scollacciata e senza freni, prevalentemente romana. Il clou di ogni festa, scandito dalle fulminanti didascalie del sociologo-lookologo D\'Agostino (nato televisivamente ai tempi di «Quelli della notte», padre putativo Renzo Arbore), è l\'abbuffata.
È al lungo tavolo dei buffet che ogni inibizione cade, che l\'Io Cafonal scende in campo e si scatena il baccanale. Tutti insieme appassionatamente, parlamentari e soubrettine sgallettate, antiche mandrucone cariche di gioielli e maitre-à-penser sgomitanti, scrocconi e bellezze dell\'Est, tutti uguali davanti alla matriciana e al salmone, con l\'alibi del salotto intellettuale e il segreto pensiero («basta che se magna»).
Chiara Beria D\'Argentin Tronchetti Provera D\'Agostino Morano e Boralevi - Copyright PizziSono passati duemila anni e la Roma Godona pare uscita dalla penna di Giovenale, l\'unica differenza è che oggi si chiama «casta» ed è molto più smaltata, non a caso come gli accessori del bagno. Attenti a non sottovalutare il pettegolezzo: il tanto bistrattato gossip in questo caso è una maniera intelligente e irriverente di raccontare la società circostante senza moralismi. Le pirotecniche foto con testo incorporato della coppia D\'Agostino-Pizzi riscrivono la realtà dei corpi con grande forza espressionistica, la microcommedia umana messa in scena vale un saggio di antropologia, l\'iperrealismo delle immagini scompagina gli schemi e si fa critica di costume anche suo malgrado.
In queste foto ci sono tutti, e i pochi che non si ritrovano piangono per l\'occasione perduta. Perchè la Razza Cafonal è così, impermeabile al senso del pudore e inconsapevole della sua superfluità. Accanto ai protagonisti dei nostri giorni infelici (tutti gli «oni», da Berlusconi a Veltroni, le madame del gran mondo, star e starlette, le coppie del potere, le grandi famiglie, stilisti e affaristi, industriali e transessuali), gli anonimi assurti al loro quarto d\'ora di celebrità. Bellissimi nei dettagli didascalici: «gnocca», «signora bombastica», «topolona d\'antan», «Sgarbi e le sue sgarbine», «balconata». Per dirla con D\'Agostino, visto dalla Luna, l\'Italia sembra un paese in cui comandano i Simpson. Visto dal buco della serratura, si è indecisi se chiamare i carabinieri o gli infermieri.