Gabriella Sassone per Dagospia
La frivola e civettuola moda entra in chiesa con tutti gli onori per un dovuto tributo a Raniero Gattinoni a trent’anni dalla sua prematura scomparsa. Il mix tra sacro e profano piace sempre e riesce alla perfezione. Solo un tipo scatenato e genialmente gigione come Guillermo Mariotto, devoto a San Camillo de Lellis come si evince dal collanone con grande croce rossa che porta al collo, poteva trasformare una funzione religiosa commemorativa in un vero e proprio show tra sacralità, moda, musica, poesia e svippati di contorno.
Salvo poi redarguire i paparazzi chiamati a raccolta e accorsi nella Basilica di San Camillo de Lellis in via Piemonte con un: “Ragazzi adesso basta, siamo in chiesa!”. “E sarà che il tempo cancella le immagini” il titolo dell’evento ideato per celebrare il genio creativo di Renato, figlio della “mamy della moda” Donna Fernanda Gattinoni, colui che ha scritto importanti pagine della couture italica, presentando le collezioni come un copione di un’attenta sceneggiatura, protagonisti gli abiti.
La serata parte alle 19 con la Santa Messa celebrata dal Parroco, Padre Sergio Palumbo; una cerimonia intensa e sentita con canti gregoriani intonati dal coro della Basilica e l’Ave Maria di William Gomez interpretata dal mezzo soprano di fama internazionale Sandra Pastrana, di nero vestita con velo di pizzo.
lorena bianchetti vincenzo merli antonio grimaldi
Ecco apparire l’angelo interpretato dall’artista visiva Nicoletta De Santoli: è vestita di piume bianche sdraiata sulla panca della chiesa come se dormisse con mascherina sugli occhi. Rappresenta l’anima di Raniero. Sedute ai banchi tra gli invitati, anche ventuno modelle che poi percorrono la navata centrare della chiesa per ricevere l’eucarestia guidate come in processione da Mariotto.
Tutte le giovani donzelle sfoggiano creazioni rigorosamente in bianco e in nero con qualche punta di rosso, tra passato e presente, tratte dall’Archivio storico della maison Gattinoni con lo styling di Mariotto e dei suoi assistenti Emiliano Marinelli e Gabriele Melodia.
luca barbareschi pino strabioli
A pettinarle è arrivato il mitologico Roberto D’Antonio che poi si mette in posa con loro per uno scatto di gruppo. Ecco le meravigliose giacche in velluto con baschine che creano armonici volumi e le maestose camicie in taffetà di seta plissé, simbolo del bello e ben fatto made in Italy, create per la nota collezione Orlando.
A fine messa, il coro della chiesa intona “E se domani” di Mina. E poi emozioni a gogò e qualche lacrimuccia quando vengono recitate le poesie di Raniero, tratte dal suo libro “E sarà che il tempo cancella le immagini”, a cura della storica della moda Bonizza Giordani Aragno, che svelano la personalità dello stilista, scissa tra rime baciate e abiti.
Stefano Dominella, granitico Presidente onorario di Gattinoni, legge anche una toccante lettera privata che Raniero gli inviò: ha i lucciconi agli occhi e la voce increspata. In chiesa ci sono Luca Barbareschi e Massimiliano Ossini da “Ballando con le stelle” (potevano mancare col giudice Mariotto in piena scena?).
Ecco anche l’immancabile Pino Strabioli, Enrica Bonaccorti, Monica Marangoni e il suo sorriso a tutti denti, Lorena Bianchetti con occhiali da vista, Beppe Convertini arrivato in motorino, la cantante Giò Di Sarno, la top Simonetta Gianfelici, la manager Vittoria Carli, la principessa Maria Pia Ruspoli, le giornaliste Michela Tamburrino, Stefania Giacomini e Mariella Milani solo per citarne alcuni.
A riceverli, Mariotto e Dominella che hanno raccolto l’eredità di Raniero, e Edoardo De Giorgio, raffinato capo ufficio stampa della Maison. Dulcis in fundo, Guillermito (come lo chiama la Carlucci) canta insieme ai mariachi canzoni del suo paese d’origine, il Venezuela.
Ci sono i coutourier Antonio Grimaldi e Silvio Giardina che ormai lavorano ognuno per sé, Federica Balestra con Stefania D’Annunzio, Vincenzo Merli, Umberto Masci, l’attrice Monica Vallerini e il regista e sceneggiatore Alessandro Pondi. Era il 1982 quando Raniero lanciò insieme a Dominella sulle passerelle milanesi la linea pret-à-porter della storica casa di alta moda fondata dalla madre Madame Fernanda Gattinoni, celebre nella Roma della Dolce Vita e non solo.
pino strabioli monica marangoni
Lo stilista-poeta non voleva essere definito figlio d’arte, anzi, era per tutti “lo stilista del sogno” per l’inclinazione a sviluppare progetti concepiti nel suo universo intellettuale. Diceva “Non si tratta di creare abiti ma di intraprendere una ricerca, un’interpretazione storico culturale della realtà e renderla attuale”. Da una parte il lavoro modaiolo, in quel mondo che definiva un po’ frivolo ed esclusivo da cui fuggiva, dall’altra la sfera privata in cui coltivava la sua vita intellettuale, la sua casa, i suoi amici artisti e le sue poesie, il suo rifugio lontano da quella mondanità ricca di forma, ma così povera di contenuto.
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