Foto anteprima Zoolander 2 di Luciano Di Bacco per Dagospia
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Foto flash-mob da Valentino da www.ilmessaggero.it
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Da www.ilmessaggero.it - Zoolander 2 in vetrina da Valentino. Ben Stiller e Owen Wilson, protagonisti del sequel (girato a Roma) del fortunato film, hanno fatto una sorpresa a passanti e turisti in piazza Mignanelli. Derek e Hans, i modelli "belli belli in modo assurdo" sono spuntati nelle vetrine della boutique Valentino, e in piazza è stato subito delirio: folla di foto e risate.
1. ZOOLANDER, L'ANTEPRIMA FESTA CON BEN STILLER SUI TETTI DI VIA DEL CORSO
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Cecilia Cirinei per ''la Repubblica - Roma''
Effetti molto speciali e tanta musica alla pre-anteprima di Zoolander 2 ieri sera al cinema Moderno in piazza della Repubblica. Infatti per questa "Fantastic Zoolander Night", che oltre il film nelle diverse sale del cinema prevede anche un after party esclusivo ed esplosivo in una delle location più glamour della Capitale, La Lanterna, lounge restaurant disegnata da Fuksas sopra via del Corso.
Ed ecco i due "pestiferi" protagonisti Ben Stiller, alias Dereck Zoolander, e Owen Wilson, ovvero Hansel Mc Donald, arrivare alle 20 davanti al cinema per stare con i loro numerossisimi fans ai quali offrono selfie, giochi e divertimenti prima di vedere il film.
La serata organizzata dalla Uip con la Paramount è una pre-anteprima informale dato che quella vera sarà a New York il 10 febbraio. Il dress code della serata è molto "zoolander", film ironico sul mondo della moda e quindi molti degli invitati sono vestiti in modo stravagante.
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La pellicola è stata girata totalmente a Roma, da aprile a luglio, fra Cinecittà e luoghi suggestivi come la zecca di stato e Villa Borghese. Infatti fra i fans assiepati sulle transenne la frase più pronunciata è "a rieccoli". E chi se li scorda quei due che giravano in bicicletta per Campo de' fiori o in motorino fra i baretti di Monti.
«Questa città mi manca molto - dice Stiller arrivato con la moglie Christine Taylor - non siamo stati noi a scegliere Roma ma è stata lei a scegliere noi». Lo raggiunge Madalina Ghinea, interprete del film. Sul palco anche Owen Wilson, Will Farrel, che interpreta lo stilista Mugatu ed il regista Justin Theroux.
Dentro il cinema un percorso riservato ai fan, che possono farsi dei selfie li dentro diverse scene del film. Fra gli invitati tanti protagonisti del mondo della moda, dato che i due eleganti pasticcioni nel febbraio scorso a Parigi hanno partecipato alla sfilata di Valentino. Nelle prime file Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri, stilisti di Valentino, Valeria Marini con il nuovo fidanzato Patrick, Carolina Crescentini, Brando De Sica, Nathaly Rapti Gomez, Linda Batista, e Paola Ferrari.
2. INTERVISTA A BEN STILLER
Arianna Finos per ''la Repubblica''
Dietro quel trionfo di leggerezza demenziale c' è una personalità complessa. Il newyorchese Ben Stiller, cinquant' anni, è maniacale sul set, serissimo nelle conversazioni, esplosivo sullo schermo. È stato per decenni l' attore più "bankable" di Hollywood, quello che garantiva ai produttori i grandi incassi grazie a commedie scorrette come con Cameron Diaz a spalmarsi gel "organico" sui capelli, o a film per famiglie come Williams nell' uniforme di Theodore Roosevelt.
marco de benedetti paola ferrari
Per paradosso, il suo personaggio più iconico, il modello decerebrato dallo sguardo "blue steel" (acciaio blu: una sorta di arma impropria di chi è "bello bello in modo assurdo") Derek Zoolander, quando arrivò in sala nel 2001 fu un disastro.
«Uscimmo due settimane dopo l' attacco alle Torri Gemelle. Nessuno aveva voglia di ridere», racconta l' attore, jeans e maglione nero nel salotto di un albergo in piazza del Popolo. Con i sodali Owen Wilson, Will Ferrell e Justin Theroux (che firma la regia) l' attore accompagna Zoolander 2, diventato realtà quindici anni dopo l' originale. Esce in sala l' 11 febbraio.
Stiller ha scelto Roma per l' anteprima mondiale. E l' ha voluta anche al centro della sua spy story che cita Bond, Angeli e demoni, Star Wars e i film di De Sica. Un kolossal demenziale che abbraccia dalle fondamenta la grande bellezza capitolina: i sotterranei delle Terme di Caracalla, il Colosseo quadrato, la sede storica di Valentino, Palazzo Fendi, i Fori, il Lungotevere: «Emozionanti le riprese a Cinecittà, studi da rimodernare, ma pieni di vibrazioni. Roma non è la città più economica in cui girare, ma è davvero suggestiva. Il Pantheon, il Ghetto, San Lorenzo».
valeria marini col suo patrick
Accolti da una 500 lunga come una limousine hollywoodiana, i modelli Derek-Stiller e Hansel (Owen Wilson) percorrono la città mentre dal finestrino sbuca la Roma vintage: «Cercavo una speciale atmosfera, mi sono immerso nel favoloso technicolor dei film di De Sica, quelli degli anni Sessanta con Mastroianni e la Loren. So che la capitale della moda è Milano, ma l' opulenta bellezza di Roma è unica.
Molti stilisti hanno la loro sede qui. Era perfetta per il rientro in scena del mio modello da un esilio volontario, dopo aver causato la morte della moglie e essere stato separato dal figlio». Proprio per riaverlo si reca in missione a Roma e si ritrova al centro di un complotto mondiale che coinvolge l' arcinemico Mugatu (Will Ferrell) e le vere star della moda mondiale, Valentino, Marc Jacobs, Tommy Hilfiger, la direttrice di Anne Vintour.
Il personaggio Zoolander nacque per caso nel 1996, in occasione degli americani Fashion Awards, «cercavamo di mettere in piedi uno sketch per la cerimonia sui tizi assurdi che popolano il dietro le quinte della moda», racconta Stiller, «un amico propose il modello narcisista. Pensai che era una cosa ridicola. La facemmo ». Se in sala fu una delusione, l' uscita in dvd rese il film un culto mondiale: «Divenne un fenomeno anche tra gli addetti ai lavori. Gli stilisti hanno recitato oggi perché erano fan del primo film. Come li ho convinti? Facendoli rilassare».
Oltre che il mondo della moda, il pifferaio magico Stiller ha reclutato una notevole truppa di famosi. Se stavolta sfilano la coprotagonista Penelope Cruz, Sting, Justin Bieber, Kevin Sutherland, Naomi Campbell, Katy Perry, Susan Sarandon, John Malkovich, quindici anni fa c' era il suo idolo David Bowie: «Venne per fare il giudice della sfida di moda, una scena che lo divertiva. Era magnifico, gentile, e tutti ci sentimmo miracolati».
Compariva, due volte, anche Donald Trump: «Me lo ero dimenticato. Stavolta l' avrei richiamato solo per toglierlo dalla corsa alla presidenza », spiega Stiller, democratico convinto.
Nel film ci sono vari tipi di nucleo parentale: dalla monofamiglia, «il diritto di potersi sposare da soli che è legale in Italia: il trionfo del narcisismo», alla famiglia-orgia con undici componenti. L' attore glissa sulle unioni civili nel giorno in cui Roma è paralizzata dal Family day e a proposito della minaccia di boicottaggio della comunità transgender per il trasgressivo personaggio "Tutto" (Benedict Cumberbatch) dice: «Vorrei che si giudicasse il film solo dopo averlo visto. Io sostengo la comunità transgender e sono felice dei passi che sono stati fatti negli Stati Uniti».
In Zoolander 2 il modello si ritrova padre single dopo la morte della moglie interpretata da Christine Taylor, che di Stiller è consorte anche nella vita. La famiglia è sempre stato il centro del suo equilibrio: «Ho sempre cercato di stare lontano da Hollywood, vivo a New York. La mia vita si basa su altre cose: sul matrimonio, sui miei due figli. Cose reali. Sono queste le mie priorità».
Adora anche la sua famiglia di provenienza: in Zoolander 2 ricompare, in un ruolo ridotto, suo padre Jerry Stiller. Il rapporto con la famiglia di provenienza, o meglio la sua assenza, è stato la causa di problemi affettivi e psicologici dell' attore. Stiller ha ammesso pubblicamente, e poi ritrattato, di avere un disturbo bipolare. La sua infanzia si è spesa in un elegante vuoto. Pomeriggi interminabili sul divano in pelle del lussuoso appartamento di Manhattan. E lui, un bambino solo.
will ferrel con la moglie viveca paulin
A tenergli compagnia un televisore perennemente acceso e la tata giamaicana. Perché i genitori famosi, Jerry Stiller e Anne Meara, erano a intrattenere il pubblico americano con il loro spettacolo. Stiller ha confessato che qualche volta gli sembrava di incontrare davvero padre e madre solo sintonizzandosi sul canale che dava l' Ed Sullivan show.
Così, mentre passavano gli anni, invece che accendere il televisore il ragazzino ha preferito accendere l' immaginazione: «Guardavo i film e poi facevo finta di esserci dentro: ho vissuto mille avventure dentro Il pianeta delle scimmie. Sapevo a memoria le battute dei miei personaggi culto».
A nove anni riceve in regalo la prima super8, «è stato il momento in cui sono entrato in azione, ho cominciato a creare storie mie. Crescendo nello showbusiness ho iniziato subito a pensare in grande. Passavo ore a ideare i titoli di testa dei miei film, il modo in cui compariva il mio nome. Sognavo di diventare qualcuno, lo ammetto».
Ammette anche una minima fase di dubbio, «ho anch' io vissuto il momento in cui da grande volevo fare l' archeologo. Ero uno studente portato, ma presto ho capito che la mia strada era il cinema». Il successo non è stato immediato. I dolori del giovane Stiller non venivano mitigati dall' assenza di necessità economica, caratteristica che segna le biografia di tanti comici illustri. «Sono cresciuto in un ambiente che era tutt' altro che normale. Volevo fare il regista e non sapevo come fare. Non avevo fiducia nel mio talento d' attore. Pensavo che non avrei trovato lavoro. Poi mi esibii in un monologo che ebbe uno straordinario successo. La carriera da comico è esplosa e ha preso il sopravvento».
Il principe del business si è rivelato capace anche di incarnare perfettamente l' uomo comune, il perdente. «Ho sempre cercato personaggi in cui il pubblico potesse identificarsi. Per questo il film a cui sono affezionato è I sogni segreti di Walter Mitty. Sapevo che era un' impresa difficile, perché la versione con Danny Kaye è un culto, ma volevo raccontare il diritto di tutti, a un certo punto della vita, di realizzare i propri sogni». Il film non ha incassato come le "notti ai musei".
«Ma anche dietro la comicità di quella serie - rivendica Stiller - c' è un intento educativo nei confronti della generazione che vive una vita virtuale tra tablet e smartphone. I musei devono sopravvivere perché i ragazzi devono conoscere la storia. Da ragazzino sognavo di viaggiare nel tempo, tornare nell' antica Roma. Zoolander 2 è stato la realizzazione di un sogno».
Finalmente rilassato, Ben Stiller racconta cosa lo fa ridere: «Le persone buffe. Owen Wilson, Will Ferrell. Piccole battute dei vecchi amici, osservazioni sottili che colpiscono una corda profonda, legate a qualcosa di reale di cui non si parla mai apertamente ».
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