VIDEO - FIORELLO ACCETTA IL PREMIO ''E' GIORNALISMO'' DA CALABRESI E RIOTTA
A FIORELLO IL PREMIO "E' GIORNALISMO": "CHE PROVOCAZIONE"
Fiorello riceve a Milano il riconoscimento "E' giornalismo" per la sua "Edicola Fiore" e ringrazia i "colleghi" con battute ("In molti si saranno rivoltati nella tomba. Oggi i giornali li leggo, da ragazzo li usavo per nascondermi") ma anche ricordando perché è importante leggere i quotidiani. Il premio è stato fondato da Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca e dall' imprenditore Giancarlo Aneri. Oggi la giuria è composta dallo stesso Aneri, come presidente, e da Giulio Anselmi, Mario Calabresi, Paolo Mieli, Gianni Riotta e Gian Antonio Stella.
video tratto dalla diretta RepTv-FbLive di Francesco Gilioli e Antonio Nasso
FIORELLO: “COLLEGHI, SONO UN GIORNALAIO NON UN GIORNALISTA” - FOTO LA PRESSE
Antonio Dipollina per “la Repubblica”
Cari colleghi, dice Rosario Fiorello. La risata collettiva spazza via, chissà se per sempre, i mugugni di quelli che si sono indignati assai per l’occasione. La nuda cronaca. A Fiorello è andata l’edizione 2016, la ventesima, del premio “È Giornalismo”, fondato due decenni fa da nomi come Biagi, Montanelli e Giorgio Bocca, e che in questi anni ha premiato il top della professione in Italia, sulla solerte spinta dell’imprenditore Giancarlo Aneri. Il premio riunisce ancora una giuria qualificata – Giulio Anselmi, Mario Calabresi, Paolo Mieli, Gianni Riotta, Gian Antonio Stella – che quest’anno ha deciso: il premio va a Fiorello, per la sua
Edicola mattutina, quella che invase radio e invade il web, costruendo ogni volta un mini-varietà di personaggi e ospiti. Ma soprattutto squadernando i giornali di carta, sul tavolo, ovvero come uno che ci crede ancora, ovvero che si affida ancora a quella selezione ragionata per quanto possibile rispetto all’oceano incessante e martellante di news, lanci, breaking news come piovesse, click-baiting qualunque cosa sia, gattini e così via che viene giù a cascata dal web.
Alle cerimonia di premiazione ieri a Milano, quindi, una sorta di happening con protagonista lui, Fiore, che chissà se scherza quando dice che in principio voleva rifiutare per rispetto, poi rievoca temi da carta stampata ovunque – compresi i finestrini delle auto, di sera - se la prende con la superficialità e non-responsabilità di quelle news che sul web non vengono diffuse da professionisti, prende atto delle indignazioni che il premio ha provocato («Hanno detto che i padri fondatori si sono rivoltati nella tomba, ma ho contato le volte in cui è stato detto e vi comunico che adesso sono nella posizione normale»). Ma in realtà non la fa nemmeno tanto lunga contro la realtà imperante, felice per questa sorpresa.
fiorello a braccetto con le veline
I giornali, le notizie, spiega Fiorello, ma aggiunge l’elemento in più: le fotografie. Racconta della scatola di foto in bianco e nero di famiglia, che nessuno mai perderà e aggiunge che delle migliaia di foto scattate in questi anni non gliene è rimasta una, si perdono, spariscono dentro gli smartphone che cambiano, credi di avere tutto e non rimane nulla. Perfetto, ma indietro non si torna: e detto in sua presenza vale anche e soprattutto per la sua un tempo dirompente presenza in tv.
fiorello con giuseppe cruciani e vittorio feltri
Ora fa l’ospite al Rischiatutto, oppure va a sorpresa la domenica a Quelli che il calcio a improvvisare cose, dice che gli piace così: quella in piedi davvero è l’ipotesi di portare l’edicola, la premiata Edicola, in tv. Ma a certe condizioni, prima di tutto dovrebbe essere davvero alle 7 del mattino o giù di lì – una faccenda che rischia di sconvolgere abitudini di risveglio a molti – e poi che le tv si facciano avanti davvero («Finora una soltanto si è proposta») e, par di capire, si accontentino dell’Edicola senza avanzare pretese altre.
Ma perché poi, visto che con quello che si vede in giro alla voce intrattenimento, c’è chi ritiene che se il Nostro andasse in tv il sabato sera e restasse muto a guardare in camera per tre ore farebbe magari il 30 per cento? E Fiore ribadisce che no, che il tour in teatro ha 120 date e funziona, che l’ansia solo al pensiero della grande tv gli sale ai limiti e che non è – appunto – una storia di audience: «Una volta eri un artista che si esibiva. Oggi devi andare lì a fare il bersaglio».
claudio cecchetto, maria paola danna
Dei social, soprattutto, dell’intero mondo web che non aspetta altro – «Una volta mi offendevo, replicavo e si andava avanti a insulti. Ma per fortuna ho smesso, dicano quello che vogliono» – e che in una simile occasione non aspetterebbe certo una limatura all’audience per mettere in scena il baccanale consueto che tanto allieta le nostre giornate. C’è chi ci sta, se ne infischia e procede oltre, Rosario Fiorello dice invece che no, a quelle condizioni non ci sta e non ha l’aria di essere disposto a cambiare idea facilmente.
michelle hunziker e paolo mieli irene cioni
ludovica frasca ludovica frasca fiorello con roberta armani fiorello con michelle hunziker e tomaso trussardi fiorello con michelle hunziker e giulia buongiorno fiorello con giancarlo aneri michelle hunziker giorgio gori umberto brindani gian antonio stella