Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Ilaria Ravarino per il Messaggero
«Dopo tanto tempo mi ero stancato di scrivere da solo. Ci ho messo un po' a capirlo: ci sono arrivato a cinquant' anni. Ma ho finalmente scoperto che condividere la scrittura è possibile. E che lavorare con altri esseri umani mi piace. Vorrei continuare a farlo, sicuramente ci riproverò». Dopo sette romanzi (cinque dei quali diventati film e uno, Come Dio comanda, premio Strega nel 2007) lo scrittore Niccolò Ammaniti cambia pelle, passando dalla scrittura in solitaria alla regia di una serie tv, Il Miracolo, trasmessa da Sky Atlantic Hd in otto puntate a partire da martedì prossimo.
paolo sorrentino e nicola giuliano
UN GIOCO
Nata quasi per gioco («Avevo buttato giù un' idea, mi hanno incastrato per una serie intera») e destinata a occupare ancora per qualche tempo il futuro professionale di Ammaniti («Stiamo cominciando a pensare a una seconda stagione»), la serie prende le mosse da una suggestione vista in tv, «una puntata di Black Mirror in cui il premier inglese deve mettersi in gioco in prima persona, rischiando la faccia, per salvare il paese», e un dato di cronaca: «Il sanguinamento della Madonnina di Civitavecchia.
Quello è stato il punto di partenza - ha detto ieri lo scrittore presentando la serie a Roma - mi colpiva questo mistero, anche un po' splatter, che mi riportava alle origini della mia scrittura col gruppo dei Cannibali. Ma come nei miei romanzi, anche nella serie il mio personale rapporto con un certo tema, in questo caso la religione, non è centrale per la storia. Quello che mi interessa raccontare è come vivono i personaggi un certo evento, quali conseguenze il miracolo porterà nelle loro vite». Il miracolo in questione, da cui prende il via la settimana di passione vissuta dai protagonisti, è l' improvvisa scoperta di una Madonna che piange sangue, finita nelle mani di un generale (Sergio Albelli) e di un premier politico (Guido Caprino), entrambi decisi a tenere nascosto al mondo il segreto.
mario martone con la moglie ippolita
«La magia della letteratura è nello scambio con il lettore, nel buio che lo scrittore regala a chi legge perché possa illuminarlo - ha spiegato ancora Ammaniti - ma il cinema non funziona così. Allo spettatore, seduto in poltrona, va consegnato tutto il pacchetto».
Per questo allo scrittore, dietro alla macchina da presa, la produzione ha voluto affiancare due registi d' esperienza, Lucio Pellegrini e Francesco Munzi: «All' inizio pensavo che non sarei stato in grado di seguire tutto il progetto. Di solito quando finisco i romanzi sono soddisfatto, e se arriva una trasposizione al cinema mi interessa fino a un certo punto. Stavolta invece ho sentito che non potevo abbandonare la storia, sapevo che ne avrei potuto fare almeno un buon libro. Raramente ho pensato che il cinema potesse esprimere meglio della scrittura le mie idee. Ma in questo caso ho capito che solo l' immagine sarebbe stata in grado di restituire al sangue la sua grande potenza simbolica».
E se la mano dell' autore è piacevolmente evidente nella caratterizzazione dei personaggi - l' inquietante Tommaso Ragno, la sorpresa Elena Lietti nella parte della first lady, Alba Rohrwacher scienziata in crisi e Lorenza Indovina, moglie di Ammaniti, in un ruolo romanticamente tagliato a sua misura - è la regia a risentire, specialmente in partenza, della natura sperimentale del progetto. Un rischio calcolato dai produttori, Sky e Wildside: «Abbiamo scelto questa storia perché non incasellabile in un genere preciso. In questo momento di abbondanza di serie abbiamo preferito rischiare, scegliendo la storia di un autore di cui avremmo potuto benissimo anche adattare un libro di successo».
Una scommessa vinta sulla lunghezza: dalla seconda puntata la storia decolla, il mix di soprannaturale, onirico e oscuro si fa più convincente e il gancio narrativo del miracolo (a chi appartiene il sangue della Madonna? Può la scienza dare una risposta?) trascina lo spettatore nella visione dell' episodio successivo. Già venduta in Francia, Germania e Inghilterra, la serie sarà la prima produzione Sky doppiata in inglese nei paesi anglofoni: «La qualità delle serie italiane - ha spiegato Andrea Scrosati di Sky - è ormai a un livello tale da permetterle di entrare, nel migliore dei modi, nel mercato internazionale»
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