“Ho incontrato Berlusconi ad una cena, ormai si rianima soltanto quando parla del Milan. Mi ha raccontato di quando ha spiegato a Mario Balotelli come si segnano i goal perché giocava troppo lontano dall'area, nel frattempo mimava l'azione di calciare un rigore. Se non fosse intervenuta la magistratura a salvarlo, Berlusconi starebbe ancora a pagare le olgettine. Non ce l'ho con Berlusconi come persona ma con quello che il Berlusconismo ha fatto alla testa delle persone, ha creato un sistema di potere personale che condiziona la gente. Nel giornalismo ha prodotto omologazione, possiamo infatti vedere un parallelismo fra l'editto bulgaro e la recente nomina dei direttori del Tg Rai fatta da Renzi”.
Sono le parole di Antonio Padellaro, ospite della seconda serata del festival di Capalbio Libri, il piacere di leggere in piazza. Il festival, ideato da Andrea Zagami, con la direzione editoriale di Denise Pardo, organizzato dall’agenzia di comunicazione integrata Zigzag in collaborazione con il Comune di Capalbio, si svolge come da tradizione in Piazza Magenta, il cuore del borgo medievale di Capalbio (Gr), tutte le sere sino al 13 agosto, con inizio alle ore 19:00.
Sono saliti sul palco rosso di Piazza Magenta, assieme al fondatore de Il Fatto Quotidiano, anche i giornalisti Bruno Manfellotto e Annalisa Chirico. Il dibattito ha compreso le letture di alcuni brani del libro, interpretati da Lilli Adriana Franceschetti. A guidare la serata, come di consuetudine, Marta Mondelli. Tra il pubblico, erano presenti anche Chicco Testa, Luigi Bisignani e Furio Colombo.
Non si è parlato solo di Berlusconi, Annalisa Chirico ha provocato gli ospiti con domande su L’Unità, su come è nato Il Fatto Quotidiano e del suo, vero o presunto, legame con il Movimento 5 Stelle. Bruno Manfellotto, parlando di quotidiani, ha citato Claudio Rinaldi: "un giornale per avere identità deve avere necessariamente un nemico".
La serata è servita anche per fare un excursus storico degli ultimi 20 anni di politica: il fondatore de "Il Fatto Quotidiano", in merito al passaggio da Berlusconi a Monti, sottolinea: “Per le vendite de Il Fatto e per il giornalismo italiano in generale l'avvento di Monti al posto di Berlusconi è stato come passare dal Carnevale alla Quaresima. Monti è stato il richiamo alla sobrietà, l'uomo del loden e c'è chi ha scritto che anche il cane aveva il loden”
A fine serata l’intervento a sorpresa dell’ex direttore de L’Unità Furio Colombo: "L'Unita che ho condiretto con Padellaro era un giornale di opposizione, ma era un giornale liberal, una traduzione italiana dell'Economist che in quel periodo aveva avvertito l'Italia dei pericoli del governo Berlusconi. Renzi deve aver chiaro che serve un giornale di governo e un giornale del partito, insieme le due cose non possono coesistere perché sarebbe come se la Callas avesse scritto le critiche dei suoi concerti.”
chicco testa gioca a solitario
A margine della presentazione del libro, il commento di Padellaro sugli ultimi Presidenti del Consiglio Silvio Berlusconi e Matteo Renzi: "Ciò che li accomuna è questa inclinazione alla vendita del prodotto politico: Silvio nasce come grande venditore di pubblicità per le sue reti; Renzi vende sogni e speranze, che spesso non si realizzano. La speranza deve sempre incrociare la realtà, altrimenti diventa frustrazione, e logora il portatore di questi annunci un po' vuoti. Silvio e Matteo sono "gemelli" in fatto di politica degli annunci".
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