Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Un grande autore raccontato attraverso le sue canzoni, i suoi libri e i ricordi di amici e colleghi. Cosa lascia dietro di sé un umorista? Sicuramente tanti sorrisi e buonumore. A 25 anni dalla scomparsa, amici, colleghi, cantanti e attori hanno ricordato Antonio Amurri in VORREI CHE FOSSE AMURRI, uno spettacolo di musica, letture e aneddoti che ricostruisce la sua carriera e la sua personalità, andato in scena il 18 dicembre alle ore 21 all’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini,viale Antonino di San Giuliano/angolo via Mario Toscano, Roma.
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Ideata dalle figlie Valentina e Roberta Amurri, realizzata con il sostegno della SIAE, VORREI CHE FOSSE AMURRI è stata una festa con moltissimi ospiti: Renzo Arbore, Enrica Bonaccorti e altri ospiti; Greta Panettieri, Gegè Telesforo, Enzo Pietropaoli, Stefano Masciarelli; Sandra Collodel, Augusto Fornari, Giancarlo Ratti, Emanuele Salce, Chiara Salerno, hanno riletto le sue pagine più divertenti.
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Chi non si è riconosciuto nei suoi esilaranti racconti sulla famiglia, o nei manuali di distruzione di mogli, mariti, suoceri e genitori, chi non ricorda con nostalgia i grandi show della televisione in bianco e nero? Antonio Amurri, per gli amici e i colleghi Tonino, è stato uno dei grandi autori della televisione e della radio Rai degli anni ’60/’70 oltre che autore dei testi di una serie di canzoni portate al successo da Mina, Gianni Morandi, Shirley Bassey, Rocky Roberts, Sylvie Vartan, per citarne solo alcuni.
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In televisione firma spettacoli come; “Doppia Coppia”, “Teatro 10”, “Signore e Signora”, “Formula Due”, “Speciale per Noi”, “Canzonissima”. Negli anni ‘80 va lui stesso in video insieme a Dino Verde con “Amurri e Verde News”, telegiornale satirico ospitato nei programmi di RaiUno, Italia Sera e Prisma. Alla radio firma l’indimenticabile “Gran Varietà”, spettacolo della domenica mattina dove per dieci anni riesce a riunire sotto lo stesso microfono attori come Alberto Sordi, Paolo Panelli, Bice Valori, Monica Vitti, Rina Morelli, Paolo Stoppa, Aldo Fabrizi, Ugo Tognazzi, Gigi Proietti, Enrico Montesano, Romolo Valli…; e ancora “Quarto Programma”, che conduce insieme a Dino Verde e successivamente con Marcello Casco.
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Negli anni ‘70/‘80 scrive una trilogia di racconti umoristici sulla sua famiglia “Piccolissimo”, “Famiglia a carico”, “Piccolissimo vent’anni dopo” che hanno un grande successo popolare e che sono tutt’oggi nelle antologie delle scuole medie. Humour nero nella serie di finti manuali “Come ammazzare la Moglie e perché”, “Come ammazzare il marito senza tanti perché”, “Come ammazzare mamma e papà”, di grande successo popolare e continuamente rappresentati in teatro. Scrive anche tre romanzi, ” Più bello di così si muore”, dal quale fu tratto l’omonimo film, “Qui lo dico e qui lo nego”, e “Stavolta mi ammazzo sul serio”.
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