Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
I CICCAGLIONI DE NOANTRI1 - LETTA AL COLLE, MA PER CARAVAGGIO
Pierre de Nolac per "Italia Oggi" - È salito al Quirinale, Gianni Letta. Ma nelle Scuderie, dove accanto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha visitato la mostra dedicata a Caravaggio. Programmazione modificata rispetto alle altre esposizioni: stavolta i giornalisti hanno potuto vedere la rassegna prima del capo dello Stato, che è entrato nelle sale solo nel pomeriggio. Famiglia Elkann ultrarappresentata, con Alain e Ginevra. La mattinata aveva regalato raffinate schermaglie tra Claudio Strinati e Francesco Buranelli e gag con Mario Resca e Mario De Simoni.
2 - CARAVAGGIO, È GIÀ RESSA CENTRALINI SOTTO STRESS
Edoardo Sassi per "il Corriere della Sera"
È stato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con il sindaco Gianni Alemanno, a inaugurare ieri alle Scuderie del Quirinale la grande mostra su Caravaggio, aperta da oggi e fino al 13 giugno. Confermati i 24 capolavori esposti in arrivo dai principali musei del mondo; 24 solo a pieno «regime», perché la «Flagellazione di Cristo» arriverà da Napoli il 13 aprile, mentre altre opere (ad esempio i capolavori di Firenze, «Bacco», «Sacrificio di Isacco» e «Amorino dormiente») lasceranno in anticipo la capitale, il 16 maggio.
STEFANIA PRESTIGIACOMO - copyright PizziLe opere alle «Scuderie» dovevano essere 26, in realtà. E tante infatti ne riporta il catalogo, con foto e schede illustrative. All'ultimo mancano però all'appello due straordinari lavori: una è la «Santa Caterina d'Alessandria» del Museo Thyssen-Bornemisza (più volte ieri in conferenza stampa si è insistito sulle trattative estenuanti per ottenere prestiti da musei, piuttosto restii a privarsi di opere simbolo delle loro collezioni); l'altra, come anticipato dal Corriere giovedì, è la grande tela (quattro metri per tre) che raffigura il «Seppellimento di santa Lucia», conservata nell'omonima chiesa a Siracusa.
EMANUELE EMMANUELE ALAIN ELKANNNessuna motivazione ufficiale per il niet dell'ultimissima ora, ma un «si dice» più volte ribadito anche da promotori e organizzatori: «Un ministro, di Siracusa, si è opposto fermamente a che l'opera lasciasse la città e tanto ha fatto che...» (domanda: il ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Stefania Prestigiacomo? Risposta: sorrisini...).
I prestiti, e tutta la mostra (ideata e voluta da Claudio Strinati, che ha lavorato in stretta collaborazione con il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci), sono comunque eccezionali, dallo splendido «Amor vincit omnia» di Berlino al «Suonatore di liuto» dell'Hermitage.
ALAIN ELKANN E UMBERTO CROPPIMolti problemi invece, almeno per ora, sul fronte organizzativo e a mostra ormai aperta: si sa ad esempio di una «Caravaggio Card» con facilitazioni per visitare altri luoghi che ospitano a Roma opere del Merisi; si è accennato, anche in conferenza, a un servizio navetta tra le chiese con lavori del Merisi; si sa anche che è aperto, eccezionalmente e in concomitanza con la mostra, il Casino di Villa Boncompagni Ludovisi, con l'unico dipinto murale dell'artista.
ALAIN ELKAN CON I CICCAGLIONIMa inutile chiedere ieri modalità, orari, prezzi, come, quando: «Per decisione del Comune si saprà tutto solo dal 26 febbraio», unico imbarazzato commento che otteneva insistendo. E il dubbio è forte: l'immagine della politica (con studiata copertura mediatica a «tappe») prima del servizio al cittadino? Per ora, per prenotazioni e altro c'è il sito www.scuderiedelquirinale.it e il numero 06.39967500. Non fate però domande su navette o «Casini» da visitare: «Possiamo dare informazioni di questo tipo dalla settimana prossima»!
3 - CARAVAGGIO, GENIO SÌ MA A RISCHIO DI OVERDOSE
Marco Vallora per "la Stampa"
Pare che in questi giorni un grande storico dell'arte (che ovviamente non vuol comparire) abbia manifestato così la sua comprensibile saturazione caravaggesca: «ma basta, che lo lascino stare in pace, povero Cara!». Ed in effetti, in questi anni, c'è stato un via vai e tripudio talmente esagerato di capolavori e pseudo-copie, di mostre mostrine mostrone, col povero, impotente Caravaggio come nome-civetta, e poi capolavori reperiti all'ultimo istante (presunta prestidigizazione pubblicitaria-accalappia-gonzi) spericolate-sconvolgenti ipotesi attributive, siluri subacquei tra improvvisati esperti ed attitolati vedovi-perenni del Merisi, convegni, saggi, cataloghi, volumoni coffee books, film, sceneggiati, docu-romanzi, contrapposte raccolte di documenti ecc.
MICHAEL STEINER E SIGNORA DCON LUIS CALVO MERINOUnico ritrovamento davvero degno e rilevante, la prova recente, trovata da un appassionato non addetto ai lavori Vincenzo Pirami, nella milanese Parrocchia di Santo Stefano in Brolo, ch'egli non è nato a Caravaggio, come vuole il suo patronimico di famiglia, ma a Milano, e con data anticipata al settembre del 1571. Come del resto intuito da tempo da Maurizio Calvesi, tra molte resistenze, perchè ovviamente la sua cronologia subisce ritocchi.
Quindi, in sintonia con l'illustre storico, forse dopo tanti trasbordi superflui e mostre inutili e pretenziose (ompresa quella assai ardita ma sostanzialmente discutibile del match sportivo tra Caravaggio e Bacon) il dono più sensato, di questo quarto anniversario della morte del Merisi, sarebbe stato paradossalmente quello di non mostrare più nulla, trionfalisticamente e patriotticamente e, di contrappunto, di riflettere, in silenzio, al suo solo significato storico e alla sua inaccostabile, intangibile solitudine, disturbata ma non scalfita da questa corsa agonistica all'aggiornamento a tutti i costi.
MARIO RESCA E MOGLIEAllora, che fare di Caravaggio? Il dramma, è come sempre quello del serpente che si morde la coda. Per dimostrare questa sazietà, non si può evitare di aggiungere un'ennesima pietruzza alle mitologie del rito monografico o al rituale delle polemiche. Ci prova per esempio un giovane outsider come Andrea Dusio, che per accompagnare questo suo «libro bianco» di denunzia (che more cinematografica, ricorre all'esterofilia del titolo Caravaggio. White Album. Cooper editore) ci fa solo sapere, in copertina, che questo è il suo primo libro d'arte: il che fa immaginare che probabilmente ne ha scritti altri, di altra dottrina.
JOLANDA ADDOLORI E FIGLIO FRANCESCO QUINNDi musica? C'è da crederlo, visto i riferimenti costanti a Kurt Cobain e Lou Reed, ai Rolling Stones ma anche al suonatore di viola da gamba Jorgi Savall, da cui tutto sembra avere origine, una sera, Chiesa di Santo Stefano. In realtà no: la colpa di tutto è l'attrice da sceneggiati-tv Elena Sofia Ricci, che il nostro autore una sera vede in uno sceneggiato su Caravaggio e tenta di capire, Wikipedia facile, se il ruolo di finzione di Costanza Sforza Colonna è stato davvero così rilevante per il Caravaggio, oppure se è una concessione puramente glamour-tv: e per una diva ci vuole.
I PRINCIPI COLONNAE con concessioni un po' indulgenti, lui dice alla Nanni Moretti, noi si pensa alla Agosti del Mantegna, si autoritrae ragazzino mentre bigia la scuola, «con improbabili pantaloni di tela rossi e una t-shirt a righe orizzontali, come una casacca di rugby» per visitare l'Ambrosiana. Ma non per scoprire la celebre Fiscella collezionata dal Borremeo (poi scoperta sulla banconota da centomila) ma omaggiare Leonardo e Raffaello.
LAURA E EMMANUELE EMANUELE E MARIO DE SIMONIDi qui, dall'alto di questa «sordità», tanti improperi e saette contro i titolari della critica ufficiale, che effettivamente in questi anni hanno spacciato copie di copie ed improbabili Caravaggio, pur di rientrare nella ronde delle mostre (ma la bibliografia è almeno curiosa. Si trasforma l'esperta Silva Danesi Squarzina in Denis Squarzina, fulmini e tuoni!, si preferisce citare Fo e Sgarbi, invece dei doverosi Venturi padre e figlio, si data il decisivo Caravaggio di Longhi alla ristampa del 1982 e non alla sua debita sortita, anni Cinquanta).
ALAIN ELKANN FRIENDColpirà l'establishement questa biografia incappucciata da pamphlet? E i titoli provocatori (Una Maddalena pop, Cordial Campari alla salute di San Carlo, In Taverna con Vittorio Gassman) basteranno a svecchiare il titillato Caravaggio, così come il ricorso ai Nirvana? O Caravaggio va gustato liscio e puro?
L'attesa mostra centenaria alle Scuderie, affidata ad alcuni rami soltanto della critica ufficiale, si propone appunto di fare piazza pulita di quanto risulta spurio o azzardato, tornando ai soli capolavori certi ed assoluti (ogni studioso, invece di dilagare criticamente, si sceglie un capolavoro e canta il suo epicedio). Certo: l'ideale sarebbe dimenticare tutto e ripartire da zero. Ma è ancora possibile, in questo mondo di brusii televisivi e di rumors ermeneutici?