Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
Ritrovando Trovajoli sotto a un ponte
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Roberto GattoFabrizio Zampa per "Il Messaggero"
L'INTESTAZIONE
L'intestazione del Ponte della Musica ad Armando Trovajoli si è finalmente concretizzata: il sindaco Gianni Alemanno, con il sovrintendente alla Cultura Umberto Broccoli, ospiti la moglie Maria Paola Trovajoli, il regista Ettore Scola, un folto gruppo di cantanti, musicisti e attori (da Edoardo Vianello a Gianluca Guidi, da Lando Fiorini a Enrico Brignano, da Maurizio Mattioli a Serena Autieri, Paola Saluzzi...), nonché un fiume di amici e ammiratori di Armando, ha scoperto fra gli applausi la targa posta davanti al ponte.
E si è inaugurato anche lo spazio sotto al ponte, finora chiuso, con un concerto omaggio di sette ottimi musicisti jazz: il trombonista Dino Piana, i trombettisti Franco Piana e Claudio Corvini, il sassofonista Max Ionata, il pianista Danilo Rea, il contrabbassista Giorgio Rosciglione e il batterista Roberto Gatto, che hanno proposto alcuni brani di Trovajoli (come El Negro Zumbon, dal film Anna di Alberto Lattuada, E' l'omo mio, dal musical Rugantino, Sette uomini d'oro, dall'omonimo film di Marco Vicario) e un pezzo che il maestro amava molto, Walkin', standard del jazz che suonava volentieri.
PubblicoEra tanto che ci chiedevamo che senso avesse chiamare semplicemente Ponte della Musica la nuova struttura che dal maggio 2011 attraversa il Tevere da piazza Gentile da Fabriano, sul lungotevere Flaminio, al lungotevere Cadorna, zona stadio Olimpico.
Il primo ragionevole motivo è che da lì all'Auditorium Parco della Musica c'è meno di un chilometro di distanza, ma poi quanti tifosi, dopo la partita, vanno a calmare la loro foga godendosi un concerto?
Ponte Armando TrovajoliIL BATTESIMO
Finalmente è arrivata la notizia giusta, e cioè che sarebbe stato intestato a un grande musicista, un compositore e pianista che ha scritto pagine straordinarie tenendosi in perfetto equilibrio fra jazz, commedia musicale, splendide colonne sonore (per film di De Sica, Monicelli, Scola, Magni, Risi, Pietrangeli e tanti altri registi), partiture classiche e canzoni indimenticabili cantate in mezzo mondo, come Roma, nun fa la stupida stasera: era, o meglio è perché le sue note resteranno sempre nella storia, il grande Armando Trovajoli, scomparso il 28 febbraio scorso all'età di 95 anni.
IL MAESTRO
Romano, appassionato di jazz, Trovajoli ha suonato con tutti i grandi, da Duke Ellington a Louis Armstrong, Miles Davis, Chet Baker, Django Rheinhardt, Stephane Grappelli, fino a Quincy Jones, che anni fa arrivò dagli Stati Uniti per partecipare a un suo concerto con una grande orchestra sinfonica, scese da un taxi in via dei Fori Imperiali e incontrò il vostro cronista.
«Dov'è Armando?» ci chiese. Starà arrivando o magari è già dietro al palco, tentammo di spiegargli. Lui fece la faccia da duro: «Se non c'è io rimonto in taxi, vado a Fiumicino e prendo il primo aereo per Los Angeles». Per fortuna qualcuno venne a prenderlo e lo portò subito nel camerino di Trovajoli. A pensarci, non c'era niente di strano nei dubbi del vecchio e bizzoso Quincy: fra grandi musicisti è così che vanno le cose.
Gianni Alemanno Maria Paola Trovajoli e Umberto BroccoliL'intestazione del ponte ci è sembrata non solo azzeccata ma anche un atto di giustizia nei confronti di un compositore e pianista (con che swing suonava quando si trovava su un qualsiasi palcoscenico, e alla faccia dell'età...) che appartiene alla storia della musica made in Italy e che ci ha lasciato in eredità un repertorio sempre al passo coi tempi. Anche quando, intenzionalmente e per esigenze di scena, scriveva in stile Ottocento. Grazie, Armando.
Enrico Brignano