1. MAIL
Caro dago,
Aridatece Raiuno e Bruno Vespa!
Concita conciata da andalusa aggiornata con un gonnellone ha aperto la diretta di Raitre sul premio Strega dicendo tre volte che è il più famoso premio italiano e che lo vedono gli insonni greci e ungheresi...
L’inviata sul personaggio della misteriosa scrittrice Elena Ferrante ha chiesto '’se è maschio, femmina o gay”, letteralmente. Un'altra ha interrogato il presidente del seggio Francesco Piccolo vincitore dello Strega dello scorso anno se vincere lo Strega favorisce, letterale anche questo, 'l'acchiappo'. Piccolo ha risposto '’oltre le centomila copie'’.
Aridatece il salottino con lo sbadiglio !!!!!
2. DAGOREPORT/1 INNO A LA GIOIA
Togliamoci subito il dente cariato. Ha vinto Lagioia perché in un primo momento la Mondadori aveva appoggiato la direzione dello Strega che voleva far vincere la Ferrante che Raja (Anita). Poi hanno pensato che la Ferrante ha scritto una quadrilogia che si sarebbe mangiata tutti gli altri libri e sottratto tutte le vendite. Di fronte al quattrino, ciao Strega….
Chi, tra assistere al premio Strega e darsi una martellata sui coglioni, avrebbe dei dubbi? Per sgombrare gli ultimi, trascriviamo alcune delle battute che hanno costellato la serata di ieri al Ninfeo di Villa Giulia, ispirata a un tardo veltronismo da sbadiglio.
Madrina e presentatrice Conciata De Gregorio: mentre lei si aggira tra i tavoli perché le è stato usato un occhio di riguardo per le querele accumulate per diffamazione, su Antonio Cipriani, direttore di Epolis e anche lui sommerso dalle diffamazioni, pendono sul capo cinque possibili mesi di carcere. Ma lui non è chic. Ad affiancare la bella Carmencita inzingarita, l'attrice comica, effettivamente lo è, Paola Minaccioni e la scrittrice, comica pure lei, fin dai pantaloni, Chiara Valerio.
Prima domanda al compagno Francesco Piccolo piccolo, vincitore dello scorso anno e scrutatore quest'anno: La bellezza conta? Risposta: la bellezza è tutto. Domanda: Voi scrittori siete dei rimorchioni? Risposta: eh, sì, sì.
Passiamo al pensiero di un membro della giuria alla sinistra di Piccolo. Domanda: Lo Strega si rinnova? Risposta: La logica del rinnovamento deve esserci, qui bisogna esprimere dei valori, anno più anno meno.
Microfono a Giuseppe Gori di Unindustria. Domanda ficcante: la cultura è importante? Risposta: Nessun paese può svilupparsi bene se non pone le basi sulla cultura. E poi una cosa: lo Strega è un asset e bisogna fare sistema. Domanda: rende sostenere la cultura? Risposta: non ho sentito la domanda.
Chiara Valerio di nottetempo passa a intervistare Valentina Palma, studentessa di Benevento, 18 anni. Domanda: che ti piace di più? Risposta: Mi piace la Ferrante perché è facile da leggere. Domanda: qual è il tuo libro preferito? Risposta: non ho un libro preferito. Commento: allora abbiamo una vera lettrice, complimenti!
Paola Minaccioni, una considerazione: Continuiamo a chiederci se Elena Ferrante, la scrittrice sconosciuta, sia un uomo o una donna: e se fosse gay? Ergo, secondo Paola Minaccioni il gay non è uomo o donna, ma un terzo genere.
Poi Chiara Valerio passa al tavolo dove c'è Geppi Cucciari. La introduce così: vediamo Geppi con un vestito bianco. Quella si irrigidisce e dice: ma che domanda è? Replica: ma io non faccio domande, commento. Replica: non è una domanda intelligente.
paola minaccioni e marco santagata
Si arriva alla votazione. Primo Nicola Lagioia di Einaudi con 145 punti (il libro si intitola "La ferocia", le prime 70 pagine sono illeggibili e lì non lo avrà letto nessuno), seguono Covacich 89, Elena Ferrante 59, ultimi a pari de-merito, i due autori meno scalcagnati della serata: Genovesi e Sant'Agata a 37. La Mondadori, dunque, ha convogliato i voti sulla controllata Einaudi.
Subito un brivido colpisce la platea: ma avendo ora la Mondadori comprato la Rizzoli, e quindi la Rizzoli l'anno prossimo non parteciperà più al premio, la Mondadori a chi contenderà il premio Strega 2016? Un bel pasticcio. Ricorda, diceva qualcuno, quella vecchia barzelletta sui socialisti che costò la Rai a Beppe grillo: "ma se qui in Cina sono tutti socialisti noi a chi rubiamo?".
Trionfo finale. Un patetico Nicola Lagioia invita sul palco la moglie e si mette a bere a canna il liquore, come fanno tutti i vincitori dalla notte dei tempi. Ma forse, poichè - beata lei - non aveva mai visto una serata dello Strega, la bella Concita si stupisce: "Guardate, guardate, Lagioia beve addirittura dalla bottiglia!". Da ubriachi!
E così, tra una Elisabetta Sgarbi arcistufa di rimanere lì e il demimonde che se ne va, la cosa più intelligente della serata la dice il vecchio Gianar-duro Ferrari della Mondadori. Domanda: cosa pensa di questa edizione dello Strega? Risposta: è un po' lunghetta, a me piaceva di più come la prima.
Renzi, per il bene della lettura, rottama la Strega.
3. DAGOREPORT/2 - STRAGAMI MA DI LIBRI SAZIAMI
L’atmosfera è più ordinata, seria e consapevole. Il pubblico, elegante come sempre, non ha mollato i tavoli finchè non è stato servita l’ultima portata. Non manca nessuno, c’è la pancia pensante di Pigi Battista che sta raggiungendo una sfericità magrittiana. Il sorriso enigmatico del giocondo Paolo Mieli, la barba profetica di Roberto D’Agostino, che a forza di parlare di scambisti non si è accorto che gli scambisti veri, quelli hanno qualcosa da scambiare e non solo il corpo, stanno a Valle Giulia, a un passo da lui. La chioma inesorabilmente corvina di Elido Fazi.
nicola lagioia riceve il premio strega
La pancia avveniristica di Paolo Repetti è un miracolo di architettura e di design che sfida le leggi di gravità e quelle delle proporzioni. Il ministro-romanziere Dario Franceschini è sempre più solo. Ogni volta che appare in pubblico il circolo degli adulatori festanti che lo assillavano i primi giorni si restringe. Chiunque gli consiglierebbe di non farsi vedere in pubblico o di noleggiare degli escort.
nicola lagioia elisabetta sgarbi
Covacich – “La sposa” Bompiani - è pensoso, ma badate bene modesto, in tutti i sensi ovviamente. Ha un’aria vagamente oppressa. Forse nell’afa romana soffre di nostalgia per il venti della natia Trieste, forse ha un presagio, chissà.
nicola lagioia e conchita de gregorio
Fabio Genovesi - Chi manda le onde (Mondadori) - ha una barba marziale e l’occhio del lupo di spiaggia, avendo mosso i primi passi a Forte dei Marmi.
“L’uso del mio libro consisterà nel tenere in piedi per un altro anno un tavolo tarlato, in attesa di vedere se restaurarlo o buttarlo” aveva deplorato la Ferrante, da qualche mese oggetto di un inquietante culto nel Borneo. E invece no, quando tutto sembrava perduto lo Strega ha avuto uno scatto d’orgoglio e ha premiato un’altra volta il libro di un grande editore. Altro che tavolo tarlato! Un bel tavolone di marmo finto, ancora più resistente del vero.
mirella serri e paolo forcellini
De Mauro lancia un avvertimento a Saviano che non si decide a scrivere un bel romanzo e a farsi stregare come si deve. “Non è vero, come sostiene Saviano, che chi non vota un determinato libro è un camorrista”. Semmai è vero il contrario. Ma come dirlo a chi, probabilmente obbligato della camorra, è costretto da anni a presenziare nelle trasmissioni più inquietanti? E adesso pure da “Amici”? Speriamo che i suoi persecutori abbiano pietà e Saviano possa finalmente approdare come merita da Marzullo.
Ma stiamo divagando. C’è chi sostiene di avere visto Gianni Ferrari, tornato trionfalmente ai vertici, asciugarsi una furtiva lacrima mentre Lagioia, dopo avere baciato la moglie Chiara sul palco, ha confessato: “Ho scommesso su quattro anni della mia vita, dedicati a scrivere.” Quindi, come pensavano in molti, la freschezza di Lagioia viene dal fatto che non è uno scrittore di professione. Adesso potrà appendere il computer al chiodo e tornare alla vita dei campi o fare scrivere alla moglie, che ringrazia per essergli stata accanto, un libro anonimo molto più napoletano di quello della Ferrante.
L’inquietante matrona detta la contessa per il largo cappello variopinto è l’ultima superstite di una schiera di anziane grazie che sciamavano come lucciole nel Ninfeo. Per nulla intimidita, reclama a gran voce il primo cittadino: “Dov’è il sindaco? Voglio chiedergli perché non ci sono abbastanza posti a sedere!”.
Malgrado qualche tentativo di rivolta l’ordine ha regnato tra le grandi aiuole di Valle Giulia. A sinistra Mondadori, Einaudi, a destra Rizzoli, Bompiani, Marsilio. Il viale centrale è riservato a una comica che è invece davvero tragica. Sgradevole ma sguaiata, persuasa che basti avere un aspetto inverosimile e una voce sopra le righe per scatenare l’ilarità. Alle dieci e mezza dopo che era terminata la cena lo Strega si è trasformato in “Ballando sotto le stelle” grazie all’apparizione di Concita de Gregorio in lungo, opportunamente soprelevata da un paio di arditi zatteroni.
Se Lagioia sembrava un sacrestano, Covacich sembrava un seminarista. Seri, compresi di sé e del loro ruolo rilasciavano caute interviste a troupe che dopo averli fatti cantare chiedevano loro, per evitare equivoci, nome e cognome. Ma il galeone trionfante tra i navigli di varie dimensione della flotta editoriale era senz’altro Gianni Ferrari, sempre più gagliardo, una smentita vivente delle leggi del tempo. Invece il Dorian Gray della sinistra old style, Enzo Golino sembrava ormai accusare i colpi dell’età che sicuramente avrà provveduto a rifornirlo dell’inseparabile saggezza. Regina della Rive Droite era Elisabetta Sgarbi, fiancheggiata dalla regina nonna, Dacia Maraini.
luciana castellina angelo guglielmi
Al tavolo della giuria Francesco Piccolo scandiva amabilmente i risultati. Faceva piacere notare che in questi tempi di futili diete Piccolo (si fa per dire) aveva conservato orgogliosamente tutta la sua massa corporea. Ma nessuno poteva competere con Sandro Veronesi. Con il suo ciuffo ribelle, il vitino di vespa e i jeans aderenti era indiscutibilmente il Little Tony della letteratura. Da lui Lagioia e Covacich hanno molto da imparare. Per Santagata invece è troppo tardi.
A tratti il vento fischiava facendo vibrare le proverbiali orecchie di de Mauro. Il patron del Premio dei premi sembrava esausto ma contento. In tempo di esodati erano stati tagliati cinquecento inviti, i camerieri laziali erano stati sottoposti a un corso intensivo di buona educazione e si scusavano anche quando facevano qualcosa di giusto.
Tra la folla si affannava una tipica figura dell’aristocrazia romana, l’erede del marchese del Grillo, il marchese Fulvio Abbate con la fodera della giacca cosparsa di decorazioni. Uomo di altri tempi aveva scambiato l’iphone per una macchina fotografica, ma nessuno osa avvertirlo dell’equivoco. Caro, vecchio marchese, ormai ha anche lui i suoi annetti e quanto ci mancherà! Il più tardi possibile ovviamente.
Come ogni anno il vincitore del premio è stata una sorpresa per tutti, anche se la sorpresa risaliva ad alcuni mesi fa, ma non bisogna essere pignoli. Ecco Lagioia, austero Pinocchio intervistato dalla Fatina dai capelli tintini, Concita. Intanto in casa Ferrante il marito brinda di nascosto dalla moglie con gli occhi umidi. Almeno per questa volta la famiglia è salva.
Non si vede invece la pancia trionfante di Nesi, che, avendo appena partorito il suo ultimo capolavoro, dovrebbe riacquistare la linea.
Strega