Gabriele Isman e Caterina Pasolini per \"la Repubblica\"
Foto di Luciano di Bacco per Dagospia
Un bacio contro la paura e i pregiudizi. Contro le aggressioni e i diritti negati: sognando matrimonio e figli. Un grande bacio collettivo, «perché ogni bacio è una rivoluzione», ha aperto ieri pomeriggio il corteo del Gay Pride - centomila partecipanti secondo gli organizzatori - in una città che nell´ultimo anno ha visto per dieci volte omosessuali picchiati, sfregiati perché si scambiavano tenerezze o il ripetersi di episodi di intolleranza.
Imma Battaglia Vincenzo Vita Paola ConciaL´ultimo poche ore prima: al Gay Village nella notte qualcuno ha infatti lanciato dei petardi nel luogo affollato da duemila persone, ferendo leggermente una ragazza ad un piede ed un giovane alla testa. Manifesti del Pride erano stati poi coperti vicino al Colosseo da quelli dell´organizzazione Militia Christi con la scritta: «Gay pride diritti alla perversione».
Gay PrideE mentre la Digos indagava, immediata è arrivata la risposta dal mondo politico, la solidarietà trasversale dalla presidente della regione Polverini e il sindaco Alemanno, da Zingaretti al ministro per le pari opportunità Mara Carfagna che ha parlato di «inaccettabili provocazioni», giudicando la manifestazione «gioiosa, serena e partecipata, il modo migliore di rispondere alle aggressioni, alle scritte ingiuriose o i manifesti coperti».
Gay Pride«Si sta creando in clima di tensione. La risposta alla violenza è unità, partecipazione, pace e serenità. Chiedendo però che venga approvata al più presto una legge contro l´omofobia», ha detto Imma Battaglia presidente di Gay Project e tra gli organizzatori del pride assieme all´Arcigay prima che i sette carri dai quali partiva musica ipnotica ad alto volume, si avviassero dalla Piramide verso piazza Venezia.
Gay PrideE così è stato: parola d´ordine allegria e diritti - matrimonio civile, possibilità di adottare - tra sorrisi e voglia di esserci senza nascondersi, «senza dover aver paura di essere picchiato perché abbraccio il mio compagno», dice Stefano, 18 anni e qualche difficoltà in famiglia.
Esserci, ognuno a modo suo. Tante le trans arrampicate sui tacchi a spillo tra pailettes e veli ma anche trans dal quotidiano in corsia, «cacciate dal reparto dove lavoravo facendo l´infermiera perché do fastidio al primario», raccontava il siciliano Rosolino nella sua divisa verde.
Gay PrideColore, tra costumi fantasiosi, coppie di lesbiche in doppio vestito da sposa e soprattutto tanta quotidianità lontana dagli stereotipi e dall´eccesso, tra famiglie arcobaleno e genitori di gay, ragazzine che si tenevano per mano, avvocati col fidanzato, impiegate venute, col sorriso e la fermezza, a chiedere «gli stessi diritti di tutti perché anche noi paghiamo le tasse e vorremmo gli stessi diritti, vorremo sposarci, lasciare la casa o la pensione a chi amiamo».
Gay PridePerché è l´amore che crea la famiglia, e l´amore tra uguali non è poi cosi diverso, c´era scritto su cartelli accanto a Laura e Anna, impiegate una e agente immobiliare l´altra, sette anni assieme e la voglia di sposarsi e avere dei figli «ma qui non si può, in un paese dai politici con la doppia morale: hanno la famiglia a casa e poi vanno a trans, ma negano i diritti agli altri». Poco più in là sotto la pioggia che spezza l´afa Marco, fa l´avvocato e pensa dopo vent´anni di darsi del tutto ai diritti civili, «perché il male peggiore è non essere riconosciuti dallo stato».
Gay PridePassano i carri, in mezzo una fiumana che balla. Su quello dell´associazione genitori di omosessuali Cristina, che lavora alle Poste, un po´ imbarazzata sorride. «Abbiamo rischiato di perdere nostra figlia, era infelice, non riusciamo a capire. Agedo, l´associazione per chi ha figli gay ha salvato nostra figlia e il nostro rapporto familiare. Condividere aiuta a capire». Tra striscioni e cartelli tanti quelli contro il Vaticano «reliquia fascista», alcuni contro il Papa bollati dal sindaco Alemanno come un fatto «brutto e incomprensibile».
Wonder Transvladimir Luxuria e Fabrizio Marrazzo