Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
lo striscione anti-balotelli della curva sud1 - TRA DESTRA E SINISTRA, PREFERISCO LA ROMA
Marcello Di Dio per "Il Giornale"
L'Olimpico sembra quello della finale di Champions League di dieci mesi fa per entusiasmo e numero di presenze, la tribuna vip ospita una fetta di Parlamento e non solo. Con il tifo - soprattutto di fede romanista - che unisce politici di destra e sinistra (vedi D'Alema e Gasparri).
MASSIMO LIOFREDI ALESSIO GORLAE c'è chi come Ignazio La Russa, fan interista, preferisce defilarsi dal gruppo istituzionale e seguire il match nella zona destinata ai familiari dei giocatori. Andrà via poco prima della fine, deluso, perdendosi forse il palo di Milito. Tutto mentre il compagno di partito, il sindaco di Roma Alemanno, invia le congratulazioni alla squadra di Ranieri, parlando di «team eroico». Roma-Inter è anche un affare politico e per una sera a festeggiare sono i tifosi giallorossi.
MASSIMO LIOFREDI ALESSIO GORLA2 - COLLINA SCIVOLA SU MORGANTI
Filippo Grassia per "il Giornale"
Ma è possibile che non ci fosse un "internazionale" in grado dirigere Roma- Inter, la madre di tutte le partite? Quella che sabato pomeriggio ha riaperto il campionato? Parrebbe di sì visto che Collina ha designato Morganti. Un rischio inutile.
MASSIMO DALEMAÈ andata malissimo a tutti e due. Perché l'arbitro di Ascoli Piceno, 44 anni da compiere il prossimo luglio, ha sbagliato in tutti i casi più delicati: 1) non ha concesso un rigore all'Inter, evidente l'abbraccio di Burdisso a Milito; 2) ha convalidato il gol della squadra nerazzurra benché fosse viziato da fuorigioco; 3) ha punito solo con l'ammonizione i falli da espulsione di Lucio e Chivu; 4) ha sollevato molti dubbi sull'interpretazione del contatto Brighi- Julio Cesar.
LUCIO PRESTAInoltre Morganti, con l'uso ossessivo dei cartellini gialli - dieci, di cui sette a carico dell'Inter - ha cercato di mantenere il controllo della partita senza riuscirci. Poteva e doveva far meglio, anche se non è stato minimamente aiutato dai giocatori, nervosi e violenti oltre ogni limite.
Cosa gli avrà detto Collina che l'ha accompagnato perfino nello spogliatoio? L'avrà giustificato oppure gli avrà addebitato errori visibili a occhio nudo? La moviola è servita soltanto per far luce sul fuorigioco del gol nerazzurro. Ci aspettiamo di più e di meglio da un gruppo che non è eccezionale, ma non è neppure mediocre come appare.
E allora... .
3 - DAGOREPORT: COLLINA NON PERDONA
Il mitologico Collina non ha mica smesso di fischiare falli sbagliati. Ora succede sugli spalti, in tribuna, ma il cartellino rosso arriva comunque. Sabato sera, davanti all'arbitraggio very fantasy di Morganti, i soliti tifosi hanno puntato gola e indice verso la crapa pelada di Collina. Che, a pochi minuti dal fischio finale, ha girato i tacchi per evitare la ressa con rissa finale.
E chi ha incrociato salendo i gradoni della Tribuna Monte Mario? Il povero Dago. Che anziché fremere di sofferenza per gli ultimi minuti del partitone è stato 'catechizzato' (mancava solo il cartellino rosso) per un articolo del 26 febbraio: "LA TATTICA DI COLLINA PER ESSERE CONFERMATO DESIGNATORE A 580 MILA EURO L'ANNO?"
(http://www.dagospia.com/rubrica-1/varie/articolo-13528.htm).
Qualcuni gli ricordi che esiste il diritto di critica come il dovere di pubblicare le rettiche se la notizia è infondata e falsa. Non siamo qui a scrivere i dieci comandamenti...
4 - RANIERI O LA RIVINCITA DELL´UOMO NORMALE. LO SCARTO BIANCONERO, COLUI CHE IL PRESUNTO GENIO E MONTATORE D´ARIA MOURINHO PRESE IN GIRO, DICENDO CHE A QUASI SETTANT´ANNI NON AVEVA VINTO NIENTE E CHE A LONDRA NON AVEVA IMPARATO NULLA PIÙ CHE "GOOD MORNING"
Maurizio Crosetti per La Repubblica
La rivincita dell´uomo normale è una storia straordinaria, tutto quello che Claudio Ranieri non è. Invece Ranieri è: colui che Mourinho prese in giro, dicendo che a quasi settant´anni non aveva vinto niente e che a Londra non aveva imparato nulla più che "good morning"; colui che la Juventus ha licenziato invece di licenziarsi; colui che prese la Roma a zero punti e non perde in campionato da ventuno partite; colui che, da romano, ha battuto per la prima volta in carriera il suo esatto opposto, il presunto genio e montatore d´aria Mourinho.
GRUPPONEAdesso Ranieri, normalmente, dice: «E´ stato meraviglioso, è stato un sogno».
Lo hanno soffocato di abbracci come se Roma si fosse appena presa la Champions League, e in ogni gesto c´erano un sacco d´arretrati di voglia. «Ma loro rimangono avanti di un punto, anche se noi non ci nascondiamo: sarà una battaglia di nervi».
Claudio Ranieri, una specie di scarto bianconero, arrivato dopo che Spalletti aveva fatto capire che questa Roma era a fine ciclo, e non c´erano più gocce da spremere. «La squadra mi ha seguito, è fondamentale. E senza mai rinunciare al gioco del calcio contro un avversario stratosferico. Per almeno quaranta minuti siamo stati semplici e geometrici. Abbiamo superato il curvone, ora c´è il rettilineo: vediamo. L´Inter resta favorita perché sta un metro avanti, però abbiamo riaperto il campionato e c´è dentro pure il Milan. Abbiamo fatto tanto ma non abbiamo fatto ancora nulla».
GRAN GNOCCA CON PELATOE poi, sotto con le bizzarre metafore: il curvone, la squadra come un orologio subacqueo (!) e la storia della rana che si gonfia e invece la Roma no. Ranieri sta studiando da Trap.
«Semplici, geometrici». Due aggettivi che faranno schifo agli scienziati del pallone, peccato che questa scienza non esista. E neanche la piccola tentazione di farne una questione personale: «Non contava solo per me, ma per tutta Roma e per il nostro pubblico, impressionante, avete visto che roba? Stiamo facendo sacrifici da cinque mesi, cercando di migliorare.
MARCO RIZZO E SIGNORAA ottobre non riuscivamo a trovare il bandolo della matassa, troppe cose non quadravano però abbiamo sempre cercato le soluzioni con umiltà. Ho giocatori straordinari, per esempio Pizarro, insostituibile, è lui che dà i tempi ai compagni rendendo facili le cose più complicate. E quando è rientrato Totti si è visto come ha accarezzato il pallone, e quanta tranquillità ha dato ai compagni. Questa è una squadra orgogliosa, perciò mi piace».
GIGGI MARZULLO ALESSIO GORLASemplici, geometrici e tranquilli. Claudio Ranieri racconta una storia piana, senza picchi, senza urli, e non è un caso che il gol della vittoria glielo segni l´unico che pareva più scarto di lui, cioè Luca Toni. Quello che il Bayern ha regalato, pur di liberarsene, però Ranieri ha capito che lo stangone campione del mondo poteva ancora spalancare porte. Anche Toni, alla fine, ha festeggiato come se avesse vinto un paio di scudetti tutti insieme.
GIANCARLO ABETE GIOVANNI MALAGO«Gran bella serata, si doveva proprio vincere. Adesso vogliamo far sognare i tifosi, vediamo un po´ che succede. L´Inter è ancora davanti però noi siamo vicinissimi». In fondo al rettilineo, volendo, ci sarebbe pure il mondiale. Ci pensa, lo scarto dei tedeschi? «Non ancora, adesso mi godo la Roma e poi si vedrà». Eccome, se ci pensa. E Lippi lo stesso.
GIANCARLO ABETE DOMENICO BONIFACIToni, e insieme a lui Ranieri. L´uomo normale parla bene dell´arbitro, che pure ha sbagliato non poco: «Mi è piaciuto, ha gestito ottimamente la gara e il fuorigioco non poteva vederlo, al limite il suo assistente». Certo, Ranieri ha vinto, però che classe. A dieci metri dal portoghese, così diverso da lui. E qui l´Olimpico è stato strepitoso, quando s´è messo a cantare «Mèttete a sède/Mourinho mèttete a sède».
ER SOR CESARE ROMITI