Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
KALED FOUAN ALLAM1 - SERVIZI EST SPIAVANO WOJTYLA CON MICROSPIE E TELEOBIETTIVI...
(Agi) - Dopo l'attentato del 13 maggio 1981, fu ritrovata una microspia nella sala da pranzo di Giovanni Paolo II a Castelgandolfo. Lo rivelano i giornalisti Giacomo Galeazzi e Francesco Grignetti, autori del volume "Karol e Wanda, storia di un'amicizia durata tutta una vita".
Proprio la psichiatra polacca Wanda Poltawska, che con Wojtyla ha intrattenuto una fitta corrispondenza per quasi 60 anni, fu testimone diretta del ritrovamento del congegno elettronico - celato a quanto sembra in una radio - che venne mostrato subito al Papa, il quale commento' amaramente: "Satana e' entrato in Vaticano".
"La scoperta che persino il Papa e' intercettato segretamente appare sconvolgente. Del resto il Vaticano e' l'oggetto dei desideri di ogni spia. La messe di informazioni che giunge alla segreteria di Stato e al Pontefice e' inimmaginabile", commentano i due cronisti della Stampa, che rivelano anche un altro episodio altrettanto inquietante:
DINO BOFFOdurante la convalescenza seguita all'attentato, Wojtyla fu ripreso con un teleobiettivo puntato dalla Cupola di San Pietro su un balcone del Palazzo Apostolico: se invece di una macchina fotografica fosse stato piazzato un fucile di precisione, per il Pontefice polacco non ci sarebbe stato scampo.
DINO BOFFOGaleazzi e Grignetti citano come fonte anche Rosario Priore, il giudice che ha indagato sui maggiori segreti d'Italia, dalle Brigate Rosse al disastro aereo di Ustica, dal primo terrorismo internazionale all'attentato al Papa. Sua la terza inchiesta sui mandanti che si nascondevano dietro Ali' Agca dal 1985 al 1998. Nel libro "Karol e Wanda" il giudice Priore rivela: "La Poltawska mi aiuto' nell'inchiesta sull'attentato quando apparvero delle fotografie a dir poco inquietanti".
DINO BOFFI GIACOMO GALEAZZIIl libro ricorda inoltre che foto riprese con un teleobiettivo erano state scattate anche a Castelgandolfo, mentre il Papa era in piscina, e che una micorspia venne ritrovata anche nell'appartamento del segretario di Stato Agostino Casaroli, dove l'avrebbe piazzata un nipote del cardinale sposato a una spia cecoslovacca.
ALDO MARIA VALLITutto riconducibile, insomma, all'azione di servizi segreti legati a Mosca.Il 13 novembre 1979 - raccontano Galeazzi e Grignetti nella loro inchiesta edita da Sperling e Kupfer - si era tenuta al Cremlino una riunione "top secret" per esaminare l'allarmante situazione prodotta dall'elezione di un Papa polacco. In quell'occasione era stato stilato un programma in sei punti per accentuare l'infiltrazione del Kgb in Vaticano e diffondere false notizie sull'azione del nuovo Pontefice.
2 - BOFFO RICOMINCIA DAI FRANCOBOLLI CON SCAJOLA E ANDREOTTI...
Emilio Gioventù per "Italia Oggi"
Dino Boffo ricomincia dai francobolli. Ma per l'ex direttore dell'Avvenire dimessosi dopo la pubblicazione sul Giornale di una velina, risultata poi fasulla, che lo attaccava sul piano privato e personale, non sarà un hobby. Ma un lavoro vero e proprio visto che figura tra i membri della nuova Consulta filatelica nazionale voluta dal ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola.
Si tratta di un organismo consultivo «per la definizione degli indirizzi di politica filatelica e del programma annuale di emissione». Nella consulta, presieduta dallo stesso Scajola, oltre a Boffo ci sono tra gli altri il senatore a vita Giulio Andreotti, l'editore Alberto Bolaffi, il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, e il segretario della pontificia commissione per i Beni culturali, Francesco Buranelli.
Impegnativo il compito di Boffo visto che, secondo quanto afferma Scajola, «la nuova consulta sarà fondamentale per la politica filatelica che il ministero ha avviato per valorizzare il ruolo del francobollo come strumento di identità civile e promozione culturale ed anche come veicolo dello stile italiano e del made in Italy nel mondo».
AGELO SCELSO VICEMINISTRO INFORMAZIONE VATICANO DINO BOFFOBoffo e gli altri membri saranno impegnati «a promuovere l'utilizzo e la conoscenza del francobollo tra i giovani», necessaria «nell'epoca di internet e della comunicazione elettronica». Ma Scajola è sicuro: «Il francobollo mantiene intatta la propria validità di testimone del tempo».