DOPO IL TIRAMOLLA DEI SOLDI ALLE SCUOLE CATTOLICHE, ECCO IL TREMONTI PAPALINO - LEGGE l’enciclica di Benedetto XVI e ne ESCE PAZZO CON MONSIGNOR FISICHELLA - LA "MESSA CANTATA" davanti a un pubblico di cardinali, politici, grandi boiardi

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  • Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
    Marina Valensise per "Il Foglio"

    Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha letto l'enciclica di Benedetto XVI e ne ha apprezzato spirito e contenuti. L'ha detto chiaro e tondo ieri sera davanti a una gremita sala Pio X, accanto a monsignor Rino Fisichella.

    MASSIMO PONZELLINI PIERO GNUDI - copyright PizziMASSIMO PONZELLINI PIERO GNUDI - copyright Pizzi

    Per insistere sull'importanza della Caritas in veritate, "manuale e guida su cui fondare il nostro viaggio in quella terra incognita che è oggi il mondo", ha citato le tre date chiave del 1891, Rerum Novarum di Leone XIII, del 1967, Populorum progressio di Paolo VI, e del 2009.

    Negli ultimi vent'anni, ha spiegato il professore, è cambiata la struttura e la velocità del mondo come mai prima nella storia dell'umanità. Dalla caduta del Muro di Berlino al nuovo ordine fissato nel 1994 a Marrakech di una geografia piana dominata dal mercatismo, dall'ingresso dell'Asia nella Wto (Organizzazione mondiale del commercio) nel 2001 all'inizio della crisi nel 2007, il cambiamento postula un mutamento dei paradigmi.

    MASSIMO PONZELLINI PIERO GNUDI ANGELO MARIA PETRONI - copyright PizziMASSIMO PONZELLINI PIERO GNUDI ANGELO MARIA PETRONI - copyright Pizzi

    "Se il mondo è globale, il pensiero non può restare uguale e men che meno unico". Ecco allora il miracolo di BXVI, che percorre il pensiero biblico, ebraico, cristiano, ma insiste soprattutto sul pensiero politico in senso platonico, di tekne politike, ha detto Tremonti aprendo la memoria a un vecchio articolo del luglio 1989 in cui annunciava il passaggio dell'asse del potere dalla vecchia struttura dello stato nazione,

    che controlla il territorio e la ricchezza prodotta entro i confini nazionali, esercitando il monopolio attraverso la moneta, le tasse, la giustizia, alla nuova struttura dinamica dominata dalla macchina simbolica del computer, che sposta assegni, crea ricchezza virtuale producendola al di fuori dei confini nazionali e moltiplicandola nelle forme internazionali della finanza.

    Si è avverata così la profezia di Hegel, ha detto Tremonti davanti a un pubblico di cardinali, politici, grandi boiardi e intenditori: "I biglietti alati voleranno più in alto di quanto la fantasia umana possa immaginare" e anche quella di Marx. "All'antica dipendenza nazionale si sostituisce l'interdipendenza globale'".

    MASSIMO PONZELLINI PIERO GNUDI ANGELO MARIA PETRONI RENATA POLVERINI - copyright PizziMASSIMO PONZELLINI PIERO GNUDI ANGELO MARIA PETRONI RENATA POLVERINI - copyright Pizzi

    La globalizzazione, dunque, pone il problema civile, politico e morale di una nuova "tabula mundi", un'esperienza, questa, già iscritta nella storia della chiesa, visto che la caduta dell'impero romano spinse Sant'Agostino e Giovanni Crisostomo a ripensare il mondo in modo nuovo.

    Da qui l'importanza dell'enciclica di B-XVI fondata su due basi, la carità e la verità, tomisticamente intesa come adaequatio rei et intellectus, ma estesa oltre l'economia all'esistenza stessa e alla politica. "Ci sono due ordinate in questa enciclica", ha detto Tremonti: "La poliarchia della società, cioè l'idea che non esista più un centro unico di riferimento, perché lo stato-nazione ha perso quote di potere verso il basso, verso l'alto e pure a lato", passandolo a enti, corpi e istituzioni non previste dalla gerarchia giacobina, come dimostra per esempio la libertà dei cittadini di destinare quote di imposte in una logica di sussidiarietà.

    E la centralità della persona umana nelle dinamiche sociali con l'insistenza sui valori, "che non sono solo mobiliari, ma spirituali, e sull'interesse non è solo il tasso di sconto, ma quello generale della comunità".

    MASSIMO PONZELLINI PIERO GNUDI - copyright PizziMASSIMO PONZELLINI PIERO GNUDI - copyright Pizzi

    Ora le possibilità di applicare questi insegnamenti sono molto elevate, ha spiegato Tremonti. "Animato da uno spirito di pace molto costruttivo, il mondo d'oggi ha dato
    corso a un tentativo di costruire il governo globale. Gli squilibri degli ultimi vent'anni in altri tempi avrebbero portato a guerre, a rischio di incidenti incrementati da tensioni migratorie assai elevate.

    Invece il G20 e il G8 indicano un principio di governo poliarchico, in cui concorrono governi e istutuzioni. Anzi, se un rischio c'è, può essere attenuato rinunciando al vecchio sogno progressista dell'autosufficienza e impegnandosi per il bene comune".

     

     

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