Pierre de Nolac per "Italia Oggi"
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
A due passi dal carcere di Regina Coeli («chi non sale quello scalino non si può dire né romano e né trasteverino», ricordava sempre Antonello Trombadori) ora c'è una targa che ricorda lo showman Gianfranco Funari. L'ha scoperta il sindaco di Roma Gianni Alemanno, prima di un dibattito che ha permesso di presentare il libro scritto dalla vedova di Funari, Morena Zapparoli, e da Alessandra Sestito.
OLIVIERO BEHA - copyright PizziLo scenario era bipartisan: mentre sul palco, Carlo Freccero e Gianluca Nicoletti discettavano sulla qualità del presentatore (e non solo), la platea offriva la visione dell'ultracomunista Marco Ferrando in atteggiamento pensoso, di Marina Ripa di Meana (in prima fila, mentre il consorte Carlo era in fondo, in piedi, e si crogiolava contro un lampione), dello storico (ed ex parlamentare di Forza Italia) Piero Melograni, tutti accomunati dall'amicizia provata nei confronti di Funari.
Alemanno ha voluto dare il suo personale assenso all'apposizione della targa-ricordo anche perché al «giornalaio» sarebbe piaciuto tanto diventare sindaco di Roma, fino a tentare l'avventura della candidatura.