Paola Coppola per "la Repubblica"
Foto di Mario Pizzi da Zagarolo
Un serpentone colorato, kermesse e corteo politico insieme. Draq queen, maracas, coriandoli, carri irriverenti, striscioni ironici e, dentro la coreografia, la richiesta di tante coppie gay e lesbiche di avere "diritto di cittadinanza". E per gli etero che sfilano con loro un' occasione per mostrare, come dice Lucia, venuta insieme al compagno e alla loro bambina «il nostro impegno per una battaglia di civiltà».
Erano in trecentomila, dicono gli organizzatori del RomaPride 2009, ad accompagnare una ventina di carri da piazza della Repubblica a piazza Navona, davanti agli occhi divertiti dei turisti e agli applausi di alcune famiglie affacciate alle finestre.
A ritmo di samba, ballando la musica house dei dj di Muccassassina, seguendo le draq queen in versione "veline" che ammiccano dal carro ribattezzato "Papi gay", una delle attrazioni più attese, anche se qualcuno nega che ci sia, creando un piccolo giallo. Come il "Camper Anticiarpame", organizzati entrambi dal Circolo Mario Mieli, capofila di oltre 30 associazioni che hanno animato il RomaPride: porta cassonetti dell' immondizia per gettare foto dei politici e articoli di giornali «con dichiarazioni razziste e omofobiche».
Orgoglio Gay - copyright PizziCi sono scritte "Habemus Papi", le magliette "My name is Noemi". Apre il corteo lo striscione "Liberi tutti, libere tutte" e il pullman a due piani che ricorda i moti di Stonewall. E cartelli che se la prendono con il ministro delle Pari opportunità: "Carfagna dice: gay costituzionalmente sterili. I gay rispondono: cervello della Carfagna sterile a ogni forma d' intelligenza», si legge.
Orgoglio Gay - copyright PizziIl ministro resta un bersaglio dell' ironia gay, come il Vaticano: il camion "No Vat" sul cofano trasporta un dinosauro che ha la faccia di Benedetto XVI. Al netto della coreografia il corteo chiede parità di diritti e doveri, il diritto di vivere in un paese laico, il riconoscimento del matrimonio civile per gay e lesbiche e norme contro la violenza omofobica. Hanno seduto i loro figli sul trenino delle "Famiglie Arcobaleno - Associazione genitori omosessuali".
«Siamo qui per chiedere tutele per i nostri figli, in caso di morte di un genitore naturale ma anche per il genitore elettivo nel caso di separazione e serve combattere l' omofobia anche nei tribunali, perché l' orientamento sessuale non sia un' arma in caso di divorzio», dice la presidente Giuseppina La Delfa. Ci sono i gay portatori di handicap e l' associazione sportiva gay. Madrina dell' evento è Ornella Muti. «La politica non capisce che la coesione sociale è un volano benefico, siamo minoranza ma anche avanguardia», chiarisce Rossana Praitano, presidente del Mieli.
Orgoglio Gay - copyright Pizzi«Basta guardarsi intorno, ci sono tanti etero, Alemanno superi il suo retaggio culturale e faccia un percorso insieme a noi». E poi ringrazia i politici che hanno partecipato. Tra gli altri il presidente della Provincia Zingaretti, l' assessore alla Cultura D' Elia e l' assessore comunale Croppi, «mosca bianca in Campidoglio». Un mea culpa accolto anche coni fischi è quello di Paola Concia che da Piazza Navona chiede scusa «a nome del mio partito, il Pd, perché ancora non ha fatto la sua parte per i diritti degli omosessuali».
E Ferrero dal corteo lancia un appello al parlamento a promuovere leggi che permettano il riconoscimento delle unioni di fatto, mentre Vladimir Luxuria avverte: «Mi rivolgo ai poteri, da Ratzinger alla Carfagna: potete solo rallentare il processo per l' acquisizione dei diritti, ma non fermarlo».