1 – CON IL FLAUTO È TUTTO MAGICO
Lucilla Quaglia per “il Messaggero”
Luci soffuse e suggestive prove d' orchestra che riecheggiano nell' atrio. Grande attesa, ieri sera, per l' apertura della stagione lirica del Costanzi con la prima nazionale de Il Flauto magico di Mozart. Alla prestigiosa premiere sfilano come sempre personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della diplomazia.
Accolti dal sovrintendente Carlo Fuortes, tra i primi a raggiungere il teatro gli ambasciatori di Francia Christian Masset, del Regno Unito Jill Morris, in corto tubino di pizzo nero applicato e divertente chiodo in tinta, e di Germania Viktor Elbling. Nel foyer si riconoscono Silvio Orlando e il regista Giuseppe Tornatore, che entra di corsa e legge con attenzione il programma di sala tra le poltroncine. Ecco il senatore Luigi Zanda con Mariapia Garavaglia. Il mondo del fashion schiera Renato e Fabiana Balestra.
dago e la moglie anna federici
L' attrice Anna Bellato, caschetto moro, parla al telefonino poco prima di raggiungere la platea avvolta in un impermeabile chiaro. Come tutti, si ripara dalle intemperie di questa serata d' ottobre. Appare Rosanna Cancellieri che saluta Alessandro Cecchi Paone. E tra il viavai di taxi e macchine blu che si fermano a pochi metri dalle scale di piazza Beniamino Gigli, e malgrado la pioggia, ecco gli scrittori Giancarlo De Cataldo e Corrado Augias, anche loro molto presi dall' happening. Si riconoscono il produttore Domenico Procacci con la figlia della compagna Kasia Smutniak, Sophie. Quindi prendono posto Roberto D' Agostino con la moglie Anna Federici e l' imprenditore Leonardo Caltagirone.
carlo fuortes aldo carosi jill morris yasuko kageyama
Poi, buio tra i velluti rossi per assaporare la mise-en-scene che si ispira all' esoterismo egiziano e sfoggia originali scenografie molto fantastiche, firmate a quattro mani da Barrie Kosky e Suzanne Andrade, ispirate al cinema muto e ai fumetti. E mentre si dipana la meraviglia dell' allestimento, sul podio torna il maestro Henrik Nánási, che lo scorso giugno ha diretto con successo La bohème di Puccini.
Fascinazione per il passaggio dalla tenebre alla luce, tema ricorrente dell' opera rappresentata. Si parla di questo nel corso del cocktail fra il primo ed il secondo atto. Applausi e poi commenti di apprezzamento. E dopo la rappresentazione, il salone presidenziale dello stabile accoglie gli ospiti per un esclusivo e goloso dinner dai sapori mediterranei. Per un' altra notte dedicata alle note immortali.
2 – UN FLAUTO MAGICO ANIMATO E IL CINEMA ENTRA IN TEATRO
Luca Della Libera per “il Messaggero”
Incanta davvero questo Flauto magico, andato in scena ieri sera al Teatro dell' Opera in prima italiana. Lo spettacolo, realizzato dalla Komische Oper di Berlino nel 2012, è arrivato nella Capitale dopo aver girato in mezzo mondo con grande successo. Barrie Kosky e Suzanne Andrade firmano a quattro mani la regia dell' allestimento - co-diretta da Paul Barritt e Suszanne Andrade del gruppo londinese 1927, che è reduce da un grandissimo successo in tutto il mondo, dagli Usa a Edimburgo a Pechino.
giuseppe tornatore yasuko kageyama
L' INTERAZIONE
Lo spettacolo ha il suo asso nella manica nella compresenza tra cantanti dal vivo e animazioni che interagiscono in diretta tra loro. L' intera scena, ideata da Esther Bialas, è occupata da un grande schermo bianco e i cantanti si muovono solo su una striscia molto stretta e in vari punti sopraelevati dove si aprono porte e sporgenze.
Il riferimento più immediato è quello del cinema muto degli anni Venti. Papageno assomiglia a Buster Keaton, Monostato ad una specie di Nosferatu. Sarastro ricorda un gentiluomo barbuto vittoriano, Tamina evoca Louise Brooks, mentre la Regina della Notte è un gigantesco ragno le cui lunghissime gambe occupano tutta la scena. I costumi di Esther Bialas ricordano il cinema espressionista di Weimar degli anni Venti, in particolare le Tre Dame.
In realtà le animazioni di Paul Barritt hanno riferimenti molto più ricchi, che spaziano dalle incisioni settecentesche ai cartoni animati, con un ritmo visivo che non dà tregua. Labbra rosse volanti, elefanti tipo Dumbo, cuori pulsanti, anelli di fumo, fiori, farfalle, scimmie meccaniche, scie di note lasciate cadere da una specie di fatina Trilli, ingranaggi, pulegge e ascensori. La presenza di video non è certo una novità negli allestimenti operistici, ma qui il miracolo è la perfetta sincronia tra la dimensione bidimensionale delle animazioni e quella tridimensionale dei cantanti.
giancarlo de cataldo yasuko kageyama
Tutto questo regala uno spettacolo nel quale avviene una totale convivenza di personaggi in carne ed ossa e immagini animate in diretta. Con un colpo di teatro, alla fine, la sconfitta dei cattivi avviene con la pellicola che si brucia, e il coro finale è cantato davanti al sipario rosso.
Altra trovata geniale: i lunghi momenti recitati sono sostituiti da brevi didascalie, come nei film muti, accompagnati da frammenti mozartiani al fortepiano. Attraverso l' impostazione di un meraviglioso libro illustrato, lo spettacolo restituisce in pieno il lato più popolare di questo capolavoro, ma non solo: anche i riferimenti esoterici, massonici e orientali. Una scelta che però non è stata gradita da tutti: alla fine dello spettacolo, quando il regista è salito sul palco, dal pubblico è arrivato qualche dissenso.
LA LETTURA
Sul podio dell' Orchestra dell' Opera di Roma è tornato il giovane Henrik Nánási, dopo aver diretto in giugno La Bohème di Puccini. Una lettura corretta la sua, ma con tempi un po' troppo rilassati.
Nel cast ha brillato il tenore Juan Francisco Gatell come Tamino, con voce morbida e calda così come quella di Amanda Forsythe nei panni di Pamina. Un gradino sotto Christina Poulitsi (la Regina della notte), che non è riuscita a risolvere con la necessaria disinvoltura le sue difficilissime arie. Buona la prova di Gianluca Buratto (Sarastro) e Marcello Nardis (Monostatos) e Julia Giebel (Papagena). In scena anche i talenti di Fabbrica Young Artist Program del Teatro dell' Opera di Roma: Louise Kwong, Irida Dragoti, Sara Rocchi (rispettivamente nei ruoli di prima, seconda e terza dama), Andrii Ganchuk (l' oratore), Domingo Pellicola e Timofei Baranov (rispettivamente primo e secondo armigero). Buona la prova del Coro diretto da Roberto Gabbiani.
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