Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
ADRIANO FRANCHI SANDRO DI CASTRO - Copyright PizziM. Gerina e N. Lombardo per "l'Unità"
Le donne, le gaffe. Una al giorno per «sdrammatizzare». È la ricetta di Berlusconi, tanto che l'assuefazione è reale, di Silvio «papi» si tollera l'esuberanza da fauno. Fino a un certo punto, però, nel centrodestra qualcuno si tinge d'imbarazzo. La sera prima il premier era nel salotto di Vespa a «chiarire» i suoi rapporti con veline e diciottenni, un «assolo» difensivo di due ore mosso dalla rabbia contro Veronica.
Ieri, in visita al Campidoglio (dieci anni dopo) dal sindaco Gianni Alemanno, Berlusconi ha usato la tecnica «gaffe scaccia gaffe»: per amplificare l'amore per Roma finalmente Capitale, spedisce uno shuttle fuori dall'Aula Giulio Cesare fino alle gelide lande nordeuropee: «Amo la Finlandia e le finlandesi... purché abbiamo compiuto diciotto anni
eh...».
E tutti risero alla battuta che nulla aveva a che fare con la riforma sulla Capitale approvata insieme al federalismo fiscale, caro alla Lega. Solo una delle «bagatelle» del premier, buttata lì per spezzare la solennità dei discorsi e tirare la volata a Roma «caput mundi», cuore della «nostra azienda turistica» che sarà più bella con la legge e con il ministro del Turismo quale sarà Michela Brambilla (e oggi il premier salirà al Quirinale per parlarne
con Napolitano, appuntamento disertato per andare da Vespa).
Altro che Finlandia (forse confondendola con l'Islanda, dove è stato), ammicca Berlusconi guardando Alemanno: «Ora diranno che sto per provocare un incidente diplomatico,ma quando sono andato in visita in quel paese, con un viaggio di tre ore mi hanno portato a vedere una chiesa di legno del '700 che noi... - a confronto - l'avremmo abbattuta».
La piazza michelangiolesca si è trasformata in palcoscenico del premier, curato nei particolari dal solito staff architetto Catalano, il mago delle luci Mastropietro e il «regista» Gasparotti. Gli stessi che allestirono il «set» sul colle più bello del mondo per la firma della Costituzione europea il 29 ottobre 2004, distribuendo a tutti i media le immagini a prova di premier (Veltroni era sindaco e Prodi presidente della commissione Europea).
ESUBERANZA E IMBARAZZO
Appena arrivato Berlusconi cerca il bagno di folla tra scolaresche e turisti dietro le transenne. Qualcuno grida: «Viva Veronica». Lui non si scompone, continua fra battute e complimenti. «Mi ha detto che bel sorriso che hai», racconta Daniela, 14 anni, napoletana in gita. Incontenibile lui sistema il foulard a una anziana signora e poi omaggia l'attrice Ramona Badescu, delegata del sindaco per i rapporti con la comunità romena.
«Forza Romania», le grida. Alemanno lo insegue con la fascia tricolore. Un drappello di giovani pidiellini, tacchi e spillo le femmine, aspettano invano sulla scalinata della Protomoteca. Silvio c'è, ma esce dall'altra parte. Ieri Berlusconi è tornato in Campidoglio con un discorso svogliato, incuriosito solo dal «punto esatto da cui partono tutte le misurazioni del mondo» che gli ha fatto vedere il sindaco dal balconcino sui Fori.
Però ha reso omaggio a un amico politico: «Oggi si realizza un sogno che io personalmente ho inseguito per quindici anni e che prima di me era già stato il traguardo di un amico che si chiama Bettino Craxi», dice, tralasciando gli anni in cui per Roma il suo governo non aveva soldi, con i sindaci di centrosinistra. Poi via con la firma sul «libro d'oro» del Campidoglio.
ANTONIO MARZANO FERNANDO AIUTI - Copyright PizziE con gli applausi al «clima bipartizan» che ha consentito l'approvazione della riforma per Roma capitale; armonia con Smedile, Pd, presidente della commissione Riforme preoccupato per i veti leghisti; ricorda «quando anni fa una sera venne in un'osteria alla Borghesiana, si cantò e si rise, c'erano amici e ragazze. L'uomo è fatto così. Qualche risata, qualche imbarazzo.
Il tombeur des femmes, lo statista che celebra le sue gesta. Dietro le quinte però insiste.
Con gli assessori racconta ancora una volta la festa di Casoria: «Io quella lì l'ho vista tre volte», avrebbe detto Berlusconi riferito a Noemi, «ero lì con i parenti, e mi devono crocifiggere per questo?». Chi ascolta, pur essendo del Pdl, non apprezza, si chiede se «non c'è un limite, si sa lui è fatto così, però un po' di sobrietà non guasterebbe...».
Certo è quel che dicono i vescovi. Certo è quel che ha detto Veronica: «Io ho cercato di aiutarlo, come si fa con una persona che non sta bene. È stato inutile».