Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Foto dell'Ufficio Stampa Emanuela Schmeidler
01 azzedine alaia galleria borghese ilvio gallo
1. BORGHESE, COMPAGNI E “COLLEGHI”
I proventi della serata di Alaïa alla Galleria Borghese erano destinati a sostituire un macchinario indispensabile per la climatizzazione del Museo, per mettere fine alla situazione di rischio cui erano sottoposte le opere soprattutto i dipinti su tavola a causa di un sistema divenuto insufficiente.
L'incasso della serata è stato di 94.000 euro, che verranno totalmente destinati allo scopo dichiarato poiché tutte le spese della cena sono state generosamente sostenute dalla Maison Alaia.
vittoria puccini foto di luciano di bacco
Nonostante si sia trattato della prima, vera raccolta di fondi che un museo dello Stato è riuscito a realizzare, e dedicata a un preciso scopo, non era presente nessun rappresentante del ministero dei Beni Culturali. Nessun giornale inoltre ne ha dato conto, nonostante fosse stato diramato il comunicato stampa che spiegava come la mostra fosse collegata a questa importante iniziativa.
rula jebreal foto di luciano di bacco
Risulta invece che il ministro Franceschini vada regolarmente al Maxxi per mostre molto meno importanti e soprattutto, come quella della moda, "Bellissima", non pensate, volute, progettate dal museo ma semplicemente ospitate bell'e pronte.
Forse perché lì in fin dei conti c'è una sua "collega" e non un vero direttore di museo? E perché quella collega deve essere ben più abile e più interessante da frequentare se è riuscita ad avere quello stipendio più il 20% dell'importo delle raccolte fondi?
Attendiamo quindi che anche nei grandi musei vengano nominati dei "colleghi".
nicoletta romanoff (2) foto di luciano di bacco
2. ABITI COME SCULTURE L'ELEGANZA DI ALAÏA ALLA GALLERIA BORGHESE
Daniela Fedi per "il Giornale"
Naomi Campbell dice che Azzedine Alaia è il suo «piccolo-grande papà». Che sia piccolo è fuor di dubbio: un metro e cinquanta di genio. Quanto alla sua grandezza siamo davanti a un titano della moda, uno che ha inventato nuovi codici e linguaggi per vestire le donne di sensualità. Lo dimostra la stupenda mostra Couture/Sculture inaugurata ieri alla Galleria Borghese di Roma e aperta al pubblico fino al 25 ottobre.
michelle rodriguez foto di luciano di bacco
A cura di Anna Coliva che del museo romano è anche direttore e di Mark Wilson lo studioso olandese che ha dedicato due mostre ad Alaia (la prima nel 1997 e la seconda 4 anni fa a Groninger), la mostra prevede un confronto serrato tra 65 creazioni dello stilista tunisino e le opere di artisti come Canova, Bernini, Caravaggio e Raffaello. Per una volta quell'arte applicata che è la moda non risulta schiacciata dall'arte e basta, ovvero da ciò che è stato toccato dal soffio dell'eternità.
harry and peter brant foto di luciano di bacco
«Merito di Azzedine - sostiene Wilson - non c'è nessuno che lavori come lui, con una ricerca di perfezione che rasenta il maniacale: studia per ore ogni taglio, ogni colore, il gioco di luci che si crea sull'abito e sul corpo di chi lo indossa. Inoltre è abituata a far dialogare le sue creazioni con quelle di Warhol, Basquiat e tanti altri artisti. Lui stesso secondo me è un artista contemporaneo anche se con un fondo di classicità».
Ad Anna Coliva non piace la parola «dialogo» e di confronto non vuol sentir parlare: «L'arte - dice - ha una continuità che alla moda per sua natura manca. Questa, però, non è una mostra di moda, ma un lavoro molto serio sulla scultura.
glenn belverio e diane pernet foto di luciano di bacco
Gli abiti di Alaia sono sculture soffici, rendono al corpo femminile la bellezza della statua, oppure prendono la bellezza dalla statua per regalarla al corpo delle donne». La signora ha ragione. I due modelli a sirena del 1993 esposti accanto alla statua del Canova Paolina Borghese nei panni di Venere Vincitrice potrebbero stendersi sul bellissimo corpo di marmo, facce diverse di una stessa medaglia che potremmo chiamare sensualità. Divertente l'effetto che fa il possente David del Bernini che sembra come soggiogato davanti ai due minidress (quello bianco del 1994, il nero del 1988) destinati forse a due dee perché un'umana difficilmente potrebbe sognare di avere curve così.
franca sozzani foto di luciano di bacco
Straordinario anche il confronto tra il vestito lungo in velluto rosso rubino con allacciatura stringata sul seno e i vividi colori di Caravaggio nella Madonna dei Palafrenieri. Sala dopo sala capisci che si tratta di sculture in maglia, ciniglia, nappa da guanto, borchie e pelle di coccodrillo: modelli indimenticabili che il designer nato a Tunisi nel 1940 ed entrato nell'atelier di Christian Dior nel 1957, poco prima che Monsieur morisse e che prendesse il suo posto un giovane genio di nome Yves Saint Laurent.
anna coliva azzedine alaia mark wilson carla sozzani
Alla domanda su quale opera preferisce tra quelle esposte insieme con i suoi modelli Azzedine che è timidissimo entra nel panico e risponde: «Come faccio a scegliere? Sono tutte meravigliose, Canova e Bernini han fatto cose sublimi». Il bello è che girando con lui per le sale ci accorgiamo che non guarda tanto le statue quanto la gente. È stato così che 30 anni fa scoprì una ragazzina di 14 anni con il corpo di una dea, Naomi.
«Era una gazzella si capiva che sarebbe diventata grande. Vista la sua età doveva dormire a casa mia e allora per farle capire come si deve muovere una donna le facevo guardare i film di Cukor. Niente da fare, si metteva a sospirare “l'amour, l'amour” e questa era l'unica parola francese che conoscesse, mentre io ancora oggi non parlo inglese».
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In occasione della prevew della mostra di Alaia alla Galleria Borghese , venerdì 10 luglio, si è tenuta la cena di Gala di fund raising organizzata dal Museo stesso e dai Mecenati della Galleria Borghese.
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