Sarà l\'ennesimo nubifragio che si abbatte sulla valle tutta d\'Ampezzo, ma il primo pensiero dalla patria di \"Cortina InContra\" dei Cisnetto\'s non può che andare all\'acqua. Che, come dice l\'ONU, è bene pubblico inalienabile. Vedere sul palco tutti insieme il ministro col riporto Ronchi, il capo delle municipalizzate unite, Bazzano, e quello della romana Acea, Cremonesi, fa tremare le vene ai polsi. D\'accordo, nessuno privatizza le risorse idriche, ma la gestione sì, potete scommetterci. Il che significa aumenti (come hanno ripetuto all\'unisono i tre) dell\'8% delle tariffe. In periodo di crisi, non è niente male.
Giancarlo Cremonesi phMarinoPaoloni Giulio Giorello e Pier Luigi Celli a phMarinoPaoloniHai voglia a spiegare che al momento gli italiani pagano poco più dei polacchi e molto meno di tutti gli altri Stati dell\'Europa occidentale, è un provvedimento che, anche senza l\'aiuto della Dago-palla di vetro, scatenerà più di un mugugno. Se poi anche Debenedetti bolla come \"comunista\" il referendum che ha fin qui raccolto 1.400.000 firme (quindi esistono ancora i comunisti!!!), allora mettiamoci l\'anima in pace e tiriamo fuori il portafoglio. Che almeno serva a tappare le falle degli acquedotti più bucati del mondo.
E mentre la sera, per asciugare col calore della sua ugola la troppa acqua versata, Cheryl Porter riesce a liberarsi a fatica del nozionismo del buon Marino Bartoletti, intonando a meraviglia le note delle canzoni di Mina o dei più famosi brani della tradizione black-soul a stelle e strisce, è già ora di sentire il lamento di Celli e Giorello, ovvero \"la classe dirigente non va in paradiso\".
Giancarlo Cremonesi e Andrea Ronchi phMarinoPaoloniCelli prova a ridimensionare la sua lettera al figlio per interposta Ripubblica, bollandola come provocazione, ma ormai la frittata è fatta e vedere uno che è stato, nell\'ordine, capo delle risorse umane di Olivetti, direttore generale della Rai e ora direttore generale della LUISS indossare i panni (pardon il cilicio) del penitente e denunciare tutte le brutture d\'Italia, fa un certo effetto.
il pubblico che balla phMarinoPaoloniPermettete ora una brevissima agiografia. Pippobbaudo (tutto attaccato perché rende meglio l\'idea) sale sul palco dell\'Audi Palace e per più di due ore inonda il pubblico di aneddoti, personaggi, attimi che in Rai avrebbero annacquato in almeno 12-13 serate. Ce l\'ha con Viale Mazzini, Pippo, lo si capisce fin da subito.
Ma è un amante tradito che non perde la dignità: racconta senza giri di parole una storia d\'amore durata mezzo secolo (con una parentesi di 6 mesi a Mediaset che non rubrichiamo nemmeno nella categoria \"scappatelle\"). E il pozzo di scienza Bartoletti non può far altro che ascoltare e cercare di indirizzare (ma è cosa dura) le divagazioni del Pippo più famoso che ci sia (quello Disney gli fa una pippa).