Reportage di Umberto Pizzi da Zagarolo
Grazie a Dio ad abbassare l'età media sono arrivati Ginevra Elkann e il suo giovane marito Giovanni Gaetani. Il minimo sindacale per impedire che la festa di compleanno di Coco Gaetani d'Aragona nella sua magnifica villa casa sull'Appia somigliasse al party di un ospizio di lusso.
D'altra parte il fresco consorte della sorella di Lapo e Yaki non poteva mancare essendo il nipote del festeggiato.
A dire il vero la festa era quadrupla. Oltre al vecchio Gaetani, soffiavano le candeline anche giovani virgulti come l'economista e storico Ragioniere generale dello stato, Andrea Monorchio (classe 1939), il ragazzino del gruppo, l'architetto blasonato Aslan Sanfelice e il Marchese Paolo Patrizi (1931).
GUYA E NIKI SOSPISIO - copyright PizziVista l'età meglio andare leggeri col cibo, quindi non si esagera col pata negra, col prosciutto di praga e specialità napoletane varie, ma all'alcol gli arzilli vecchietti non sembravano voler rinunciare.
Il buffet organizzato dalla padrona di casa Marilù Gaetani si è comunque dimostrato all'altezza dell'assalto.
E poi, all'improvviso, il clou: si materializza la mitologica Beatice (Titti) di Savoia, figlia di re Umberto, accompagnata da Orlando Codutti, che apre le danze dimenandosi come ai tempi della sua storica liaison con Maurizio arena.
CARLO GIOVANELLI E BEATRICE TITTI DI SAVOIA - copyright PizziTra gli invitati si riconoscevano a stento: Giovanni Maria Flick e la signora Simonella, Anna Colliva, Elettra Marconi, Carlo e Guglielmo Giovanelli, la baronessa Gabriella Parisi, Marisela Federici, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, Elsa Martinelli, i due principi romani Mario Chigi e Lilio Sforza Ruspoli con l'inseparabile Pia, Guya e Niki Sospisio, Gianna Terzi di Sant'Agata, Maria Pia Fanfani, Laurentia Colonna, Nicoletta Maresca di Serracapriola, Martine Bernheim Corsini e Noel del Drago, Benedetta Barberini, Marco Bucci Casari, Franz Von Lobstein, Tommaso e Anna D'Addario.
Con tanta aristocrazia in giro non poteva mancare il re dei maggiordomi Nando Tavella, e nemmeno le melodie del chitarrista dei nobili, Mario Mio.