1 - MA LA CASA DEL CINEMA NON È LA TERRAZZA DI SCOLA
Lettera di Umberto Croppi (Assessore alla Cultura del Comune di Roma) a \"la Repubblica - Roma\"
Caro direttore, \"Ormai siamo tutti così. Personaggi drammatici che si manifestano solo comicamente\". Spero che Ettore Scola, autore dell´ennesimo intervento sulla questione \"casa del cinema\" ripensi ogni tanto alla frase che mette in bocca al protagonista di uno dei suoi film più riusciti, La terrazza, e si renda conto che lui e gli altri che stanno accoratamente intervenendo su questo argomento appaiono un po´ come i personaggi di quel salotto romano di trent´anni fa ma con un carattere inverso: personaggi comici che si muovono in forma di tragedia.
La terrazza - Ettore ScolaTanto appare sproporzionatamente comica la definizione di \"genocidio culturale\" collegata alla decisione di non rinnovare il contratto a Felice Laudadio, neanche fosse l´ultimo esemplare di una razza in via d´estinzione. Intervengo ora, in questo dibattito, dopo averlo fatto di persona nel corso dell´assemblea convocata presso la struttura di villa Borghese, sperando di fare ulteriore chiarezza. Lo farò schematicamente.
ETTORE SCOLANessuno ha mai imputato a Laudadio di aver provocato il deficit di 405.000 euro e la sorte del suo contratto non c´entra nulla con questo dato. E´ singolare che lui insista nell´articolare una sua, non necessaria, autodifesa su questo argomento mettendo in bocca ai suoi avvocati d´ufficio affermazioni ridicole che sfiorano la diffamazione (ve lo vedete voi Scola analizzare i \"contratti di servizio\"?) in merito a mancati contributi comunali. Chi è che ripiana il deficit se non il Comune? E chi paga il suo stipendio?
UMBERTO CROPPILa decisione di affidare a un differente soggetto pubblico l´amministrazione della casa, incongruamente attribuita all´Azienda Speciale Palaexpò, rientra nell´opera di razionalizzazione del confuso arcipelago delle istituzioni comunali.
Le finalità della casa restano inalterate e, ove possibile, potenziate. La proposta di alcune associazioni di prenderla in gestione è accolta come una preziosa offerta di collaborazione ma la casa è un bene pubblico e tale rimarrà, cederla ad associazioni equivarrebbe alla sua privatizzazione.
UMBERTO CROPPIAll´attuale gestione è stata garantita piena autonomia e ne sono stati più volte riconosciuti i meriti, tanto che non è stato fatto nessun intervento fino alla scadenza naturale del contratto del suo direttore, che avverrà alla fine dell´anno. Laudadio sa bene, fin dall´inizio, che non ci sarebbe stato nessun automatismo nel rinnovo: gli ho parlato con sette mesi di anticipo della nostra intenzione di cambiare il vertice offrendogli la possibilità di continuare a collaborare in una forma diversa.
ETTORE SCOLA - Copyright PizziCome è avvenuto in altri casi, questa amministrazione ha assolto il proprio dovere nel decidere su cambi o rinnovi e i risultati appaiono tutti fortemente positivi, sia quando si è confermato che quando si è cambiato, e mai (mai!) le scelte sono state fatte in base all´orientamento politico del designato: così per Macro, Palaexpò, Biblioteche, Zetema, Festival di Fotografia, Festival del Cinema ecc.
Mi dispiace che dopo due anni di collaborazione e gli amichevoli incontri in cui lui ha attestato il rispetto ricevuto e manifestato comprensione per le scelte fatte ora Laudadio la prenda così, con interventi scomposti e l´appello ai sentimenti che costringe suoi vecchi amici a testimoniargli solidarietà esponendo loro stessi a brutte figure.
GUGLIELMO EPIFANITale atteggiamento dimostra quanto il direttore abbia confuso se stesso, la propria meritoria attività con una istituzione pubblica. Forse è proprio questo il vulnus da sanare, lavorando insieme a tutti quelli che sono disponibili per garantire alla casa un futuro solido e coerente.
GUGLIELMO EPIFANI SABINA GUZZANTISarebbe triste che la Casa del Cinema finisse per assomigliare proprio a quella \"terrazza\" che il suo stesso autore descrive così: \"il luogo dove gli intelligenti romani cenano in piedi. Sono intellettuali, sono borghesi, sono preoccupati: perché sono in età pensionabile, perché il loro prestigio è in declino, per calo d´ispirazione creativa o per mancanza di progetti culturali, per delusione da rivoluzioni mancate o per rimorsi da complicità prestate a misfatti culturali\".
SABINA GUZZANTI2 - L\'ITALIA CHE TREMA, L\'ITALIA CHE TRAMA
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
(AGI) - \"Un film di denuncia, ma profondamente vero in quello che svela e racconta\". Cosi\' il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, al termine della proiezione del film-documentario di Sabina Guzzanti \'Draquila.L\'Italia che trema\', \"E\' necessario pensare di introdurre una tassa di scopo, unico mezzo che puo\' realmente risolvere il dramma causato dal terremoto, riportando la \'normalita\' a L\'Aquila\".