Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia alla presentazione del libro alla libreria Fandango di Roma
Prefazione di Giuseppe Di Piazza – dal volume “100 PORTRAITS” di Angela Lo Priore
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Angela Lo Priore ha occhi scuri, vigili, da meridionale intensa, con uno sguardo che brilla su ogni cosa o persona sul quale poggia. Lei, con le sue foto, cerca il senso delle cose del mondo, degli uomini e delle donne che incontra. "La mia ricerca non si ferma mai", mi dice sfogliando il moke-up di questo bel libro, un pomeriggio di primavera milanese. E indica, per dimostramelo, gli occhi di Al Pacino.
"Vedi? Non è uno sguardo artefatto. E non è uno scatto casuale. Lo avevo inseguito per giorni a giorni, a Venezia. Era settembre del 2006. Lui presentava il suo "Mercante", io volevo fotografarlo. L'inseguimento è terminato nel giardino del Cipriani, una notte. Mi si è fatto incontro, sorridendo. Gli ho chiesto se potevo. Lui allora s'è allentato il nodo della cravatta e ha sfoggiato per me, in quella nostra solitudine notturna, lo sguardo che vedi". Uno sguardo pieno di Al Pacino, un distillato puro di Al Pacino.
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Cosa cerchi nei tuoi soggetti?
"Quasi tutte le persone che fotografo, star o non star, hanno quasi sempre lo sguardo in macchina. Vorrei che con me non recitassero, e penso che sia così: gli attori, le attrici davanti a una macchina da presa entrano nel personaggio, sentendosi a loro agio; davanti a una macchina fotografica in certi casi provano invece disagio: si sentono scrutati dentro. E non recitano"
Ti sei mai innamorata, anche solo per un istante, dei tanti attori che hai ritratto?
"No, la mia intenzione era altra: in quell'istante, io e loro da soli, volevo solo rendere giustizia alla bellezza e all'armonia del mondo".
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Tratti gli attori e le attrici al pari di bellissime nature morte?
"No, macché (ride). Io cerco il bello e cerco di capire. Tutto ciò non ha niente a che vedere con la sessualità!"
Racconta come hai cominciato questa ricerca.
"Sono cresciuta a Milano, ma mi sono laureata in Lettere, a Roma, con una tesi sul cinema. Il mio relatore è stato Guido Aristarco. Pensavo di fare regia, assistente all'inizio. E così è stato. Primo festival di Venezia, giovanissima, come assistente alla regia di un documentario. Ma avevo già fatto piccole esperienze come runner sul set di film pubblicitari: la ragazza che corre da tutte le parti a far tutto quel che le viene ordinato. A Venezia conosco quello che sarebbe poi diventato il papà di mia figlia, Melissa.
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Un incontro importante, lui favorisce il mio innamoramento verso la fotografia. Nel giro di qualche anno, dopo il diploma in fotografia all'Istituto europeo del design, mi ritrovo a lavorare per una catena di grandi alberghi, come fotografa. Prima destinazione, Ischia, il leggendario Regina Isabella. Dovevo far conoscere con le mie foto la bellezza degli impianti termali. E lì scopro che è bello fotografare gli esseri umani. Comincio da alcune modelle nude alle terme. Poi incontro le mie prime attrici"
Questo succedeva circa vent'anni fa. E così diventi professionista.
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"Sì. Entro in una prima agenzia, poi passo a La Presse e infine a Photomovie, che mi rappresenta ancora. In questi anni copro ininterrottamente i festival di Cannes e di Venezia"
Fotografi un'infinità di star. Ne scegli cento per questo libro. Vediamone alcune che mi hanno colpito. Cominciamo da Keira Knightley.
"Disponibilissima, molto gentile. Avevamo appuntamento in albergo, a Roma. Era il 2010, stavo facendo un grosso portfolio per Sette, il settimanale del Corriere della Sera. Keira scende già truccata e mi chiede: come mi vuoi fotografare? Non succede spesso, soprattutto con star internazionali. Io le spiego, lei esegue con assoluta gentilezza"
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Vedo una Catherine Zeta Jones molto giovane, bellissima.
"C'erano le sfilate Milano donna, 1998. Lei era una delle ospiti. Non era famosa, il film "La maschera di Zorro" da noi doveva ancora uscire. Era con il fratello. Cenammo insieme. L'indomani, quando dovevamo scattare, lei si presentò con una giacca di Krizia nuda sotto. Capii che quella ragazza gallese sarebbe andata lontano"
Due star colte nella loro assoluta gioventù: Jennifer Lawrence e Joseph Gordon-Lewitt.
"Lei aveva sedici anni, a Venezia per The burning plane. Che viso! Mentre lui l'ho fotografato nel 2004 all'Excelsior, in piscina. Aveva 23 anni ma ne dimostrava 16. Mi ricordo che dopo l'ultima foto sono caduta in piscina con tutta la macchina"
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Vedo anche due amici di cui mi hai molto parlato.
"Chazz Palminteri e sua moglie Gianna. Li adoro. A New York sono la mia famiglia. Lo scatto è uno dei mille che ho fatto loro, lì dove abitano, nella Westchester County. Sono una coppia solida, trasmettono serenità. E Chazz è un attore enorme"
Restiamo in America. L'unico componente a stelle strisce dei Monty Python...
"Terry Gilliam, regista di genio. Sono andato a trovarlo nella sua casa in Umbria. Terry ama moltissimo l'Italia"
Anche Tim Roth, vedo.
"Tim era in Calabria, a Reggio, per un festival del cinema dedicato al suo mentore, il regista Alan Clarke. Era venuto dagli Stati Uniti per riconoscenza verso il suo maestro"
Viaggio al contrario: Gabriele Muccino.
"Gabriele l'ho fotografato all'Hollywood Forever Cemetery, a Los Angeles. Aveva appena girato La ricerca delle felicità. Scegliemmo un cimitero perché era un luogo per lui importante"
Poi Carlo Verdone.
"Nel 2006 partecipai a una mostra di volti di cinema. Questo è un ritratto realizzato nella sua terrazza, al Gianicolo. Mi hai fatto bello, mi disse quando gli donai una stampa. Un magnifico complimento"
E per ultimi, una ex coppia: Gwyneth Paltrow e Brad Pitt. Nella tua cover lui è di una bellezza disarmante.
"E' una foto di red carpet, a Venezia 2007. Era di ottimo umore, scherzava con alcuni di noi. Rubò una macchinetta e finse di fotografare. E io scattai. Gwyneth invece era a Ischia, nel '99, con Minghella, Jude Law e Philip Seymour Hoffman. La portai sul molo del Regina Isabella, mi guardò con quei suoi occhi...".