Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
1 - PISSI PISSI STREGA STREGA
Malignità raccolte sotto il palco del Nifeo - \"Pennacchi, un trombone con quasi niente sotto il cappellino da marinaio e la sciarpetta\" - \"La Avallone, affettuosa coi potenti, autrice del libro più inconsistente dell\'anno\" -
\"La moglie del gourmet Rodotà si buttava tra le folle per strappare una manciata di pasta\"
- \"Mieli guardava tutte le gonnelle\" - \"Pedulla pedulqua, l\'uomo che ha premiato tutti ed è stato premiato da tutto\" - \"Tra i pubblico sono spuntate alcune escort con più classe di tante signore e signorine presenti\"....
2 - UNO STREGA DA MOZZARE IL FIATO
Francesco Erbani per \"la Repubblica\"
Un testa a testa serrato, con entusiasmo da stadio. Anche quest\'anno lo Strega designa il vincitore dopo una gara all\'ultimo voto. Alla fine la spunta Antonio Pennacchi, lo scrittore di Canale Mussolini (Mondadori) che conquista 133 voti. A 129 si piazza Silvia Avallone, autrice di Acciaio (Rizzoli).
WALTER VELTRONI CON I BELLEALo scrutinio è andato avanti fino a notte, una notte afosa come poche altre volte. E l\'esito è rimasto incerto fin quasi all\'ultimo, mentre il caldo scioglieva le tensioni e le prove di muscoli esibite negli ultimi giorni. Al terzo posto c\'è Paolo Sorrentino, che ha scritto Hanno tutti ragione (Feltrinelli) e che di voti ne ha avuti 59. Più staccati gli altri due scrittori della cinquina, Matteo Nucci, con Sono comuni le cose degli amici, Ponte alle Grazie, 38 voti, e Lorenzo Pavolini, Accanto alla tigre, Fandango, 32 voti.
VALERIO BERUTTI E LAURA MELIDONILo scorso anno Tiziano Scarpa prevalse su Antonio Scurati per un punto. E questa volta lo scontro si è deciso con l\'ultima decina di schede.
Ma dietro gli scrittori la partita si è giocata fra case editrici. Fra la Rizzoli e la Mondadori (ieri al quarto successo consecutivo), in particolare, che - a detta di molti testimoni - si sono spese come non accadeva da tempo, contattando uno per uno i giurati e mescolando blandizie e pressioni. Come se lo Strega di quest\'anno contasse molto più delle altre volte.
UMBERTO CROPPI ANTONIO PENNACCHIE\' saltata, infatti, la regola dell\'alternanza, che vigeva finché a reggere le sorti del premio era Anna Maria Rimoaldi, la quale disciplinava le pretese degli editori facendo vincere un anno l\'uno, un anno l\'altro e riservandosi ogni tanto il gusto di favorire un terzo gruppo. Da quando quella norma non scritta è decaduta, però, ha sempre vinto la Mondadori (compreso lo scorso anno, quando ad aggiudicarsi il titolo è stata l\'Einaudi).
SORRENTINOQuest\'anno la Rizzoli si era data l\'impegno di rompere il monopolio di Segrate e, venuta meno l\'ipotesi Walter Veltroni, ha puntato sull\'esordiente Silvia Avallone, senza badare a spese, per esempio, quanto a inserzioni pubblicitarie. Qualche giorno fa, inoltre, la Avallone ha anche firmato un articolo in prima pagina sul Corriere della Sera in cui commentava la scoperta che consentirebbe di conoscere in anticipo l\'avvento della menopausa.
WALTER VELTRONI GIORGIO VAN STRASSENVenticinquenne, lavori precari, la Avallone vive a Bologna con il suo compagno, sta per laurearsi in Lettere e sogna di insegnare a scuola. E\' figlia di un commerciante napoletano che aveva un negozio a Piombino e di un\'insegnante di Biella. E fra Biella e Piombino si è divisa anche lei. Piombino, poi, è la scena nella quale ha collocato Acciaio. Qui si svolge la dura adolescenza di Anna e Francesca, due ragazze che hanno diverse aspirazioni e diversa formazione, ma che condividono la realtà di provincia, le sue ciminiere e i \"lombriconi\", grandi edifici popolari, in una città segnata dal declino industriale e dal dissolvimento dell\'epica operaia, e che ha perso la compattezza sociale di un tempo. Sorrentino esordisce come scrittore, dopo il grande successo come regista. E in Hanno tutti ragione inventa la figura di un cantante napoletano, Tony Pagoda, consumatore di droga e di donne, che a un certo punto cambia vita.
SILVIA RONCHEY BEPPE SCARAFFIA SILVIA AVALLONEMa l\'autore di più lungo corso letterario è Pennacchi. E forse anche qui c\'è la chiave del suo successo (che ieri sera lo scrittore ha dedicato a \"gli operai della Nexans e a mio fratello Gianni\"). Ha iniziato raccontando il mondo dell\'industria, che conosce bene avendo lavorato all\'Alcatel di Latina (città in cui è nato nel 1950) dove ha anche ambientato Mammut, il romanzo d\'esordio (Donzelli, 1994).
Pennacchi, estroverso, imprevedibile, polemico, stretto nella sua coppola, si è diviso, da scrittore, fra l\'industria (rinnovando la tradizione della letteratura di fabbrica) e l\'epopea della bonifica pontina. Il romanzo che gli ha dato successo è stato Il fasciocomunista, molta autobiografia e narrazione corale di una generazione di giovani divisi dalla politica anche all\'interno delle famiglie.
Dal libro fu tratto il film Mio fratello è figlio unico. Lì c\'è la sua storia di militante missino, poi transitato a sinistra, con passaggi anche in quella estrema. In Canale Mussolini si racconta il volto sociale del fascismo nelle paludi pontine, la fatica contadina e proletaria di tanti immigrati veneti e della città di fondazione. Canale Mussolini non ha alcun intento revisionista, ma è stato accolto bene anche a destra, fra le persone vicine al sindaco Gianni Alemanno, per esempio, e al suo assessore Umberto Croppi.
UMBERTO CROPPI GABRIELLA ALEMANNO SILVIA AVALLONE E MARCELLO CICCAGLIONIPer Pennacchi la Mondadori pareva spendersi poco, all\'inizio della corsa dello Strega. Poi la strategia è mutata, e pancia a terra da Segrate ci si è mossi per sostenere il proprio candidato e per mettere di nuovo, per la quarta volta consecutiva, i propri stendardi sul Ninfeo di Villa Giulia.