1. LA MILANO FASHION WEEK È STAGNANTE E VECCHIA
Alexander Fury per http://www.independent.co.uk - pubblicato ieri, 21 settembre, in prima pagina
Toni Garrn and John Kortajarena
La tappa milanese delle collezioni internazionali primavera/estate 2015 arriverà zoppicando fino a domani, ma la maggior parte della stampa e dei buyer mondiali sta già abbandonando la città. Perché? Beh, perché no? Non ci sono motivi per restare. La Fashion Week di Milano si sta comprimendo, contraendo.
Per questa stagione, i principali spettacoli si sono svolti in cinque giorni anziché in sei, visto che l’anno scorso molti tra i più influenti editori (come Anna Wintour di ‘’Vogue America’’) avevano lasciato la città di domenica. E quello di Giorgio Armani era uno tra gli spettacoli più importanti di quel triste lunedì.
Nonostante abbia criticato aspramente sia il redattore di ‘’Vogue America’’ che le sue controparti italiane durante una conferenza stampa a febbraio, dopo la presentazione della collezione autunno/inverno 2014, quest’anno Armani ha trasferito il suo show a sabato. "Ci sono alcuni che preferiscono snobbare lo show di Giorgio Armani e andare a Parigi," ha detto. "Quando abbiamo deciso di sfilare l'ultimo giorno, altri grandi marchi erano coinvolti. Ma oggi è diventato un giorno vuoto ... Significa questo proteggere la moda italiana?"
sveva alviti and anna dello russo
Le sue preoccupazioni sembrano giustificate. L'importanza di Milano sta lentamente scivolando via. E nonostante una manciata di collezioni ben accolte, tra cui Prada, un Versace forte e vibrante, un’avvolgente e intrigante Bottega Veneta, la scorsa settimana è stata un grido lontano da un passato in cui Milano fronteggiava Parigi per la posizione dominante della moda internazionale (e, a un certo punto, sembrava essere vincente).
Molti dei problemi attuali della moda italiana sono parte integrante di questioni più ampie che riguardano tutto il paese. Quest'anno, l'Italia sta vivendo la sua terza crisi finanziaria dal 2008, secondo l'Ocse. L'economia, la terza più grande dell’eurozona, si è ridotta del 0,4 per cento nel 2014. Nonostante le entrate del settore moda siano in controtendenza con una crescita del 3 per cento, secondo le informazioni rilasciate all'inizio di questo mese dalla Camera Nazionale della Moda Italiana (che organizza e promuove l'industria della moda del paese), sono comunque ben al di sotto del "grande salto" previsto.
I riflessi nell’alta moda sono ben evidenti e producono una certa timidezza del design. Il Gruppo Prada, a cui appartengono anche Miu Miu, Church’s e Car Shoe, e che ha presentato le sue collezioni giovedì sera, ha registrato un calo nei profitti netti del 20,6 per cento nel primo semestre dell'anno. Patrizio Bertelli, l’amministratore delegato, ha dichiarato che "le difficili condizioni economiche e geopolitiche stanno influenzando negativamente gli atteggiamenti dei consumatori".
È inquietante osservare tali risultati su Prada, fiore all'occhiello della moda italiana. Lo spettacolo primavera / estate 2015 di Miuccia Prada, "L’accidente della mano e la perfezione dell'imperfezione", dedicato all'artigianato, è stato un’attrattiva indubbia e ineguagliabile.
La collezione era irresistibile, e al tempo stesso commerciale, come solo Prada sa fare. Tuttavia, il prossimo anno sarà venduta in meno negozi. "Avremo aperture di 65 negozi contro gli 80 previsti", ha detto Donatello Galli, il direttore finanziario di Prada, annunciando uno sforzo di riduzione dei costi per proteggere i margini.
Sono rapporti preoccupanti per chiunque. E, così come accade in politica, anche in passerella la depressione economica porta al conservatorismo. È forse il motivo per cui vediamo un calderone di idee riciclate? O forse è solo una mancanza di creatività globale?
La stessa impressione stagnante si ha con Giamba, la nuova etichetta lanciata da Giambattista Valli, designer di origini italiane che vive a Parigi, dove espone la sua linea principale ready-to-wear e le collezioni di alta moda. Miu Miu è derivato dal soprannome di Miuccia Prada, Giamba da Valli . È per questo che sembravano così simili?
La settimana della moda di Milano è ormai stagnante, secolare e vecchia. Armani ha festeggiato il suo 80esimo compleanno nel mese di luglio e il suo marchio compierà 40 anni nel 2015, anno che segnerà anche il mezzo secolo da quando Karl Lagerfeld lavora per Fendi.
Confrontata con i nuovi arrivati ??a Londra o a New York, o con il fresco talento nelle case di Parigi, l'età diventa un problema. Dov'è il sangue nuovo? E le nuove idee? Ciò che spingerà la stampa a non andarsene e i consumatori ad acquistare.
rosario dawson and hofit golan
Arriverà la vecchiaia a provocare la morte naturale della moda italiana? Se non avverrà la trasfusione di talento che è assolutamente necessaria, è probabile.
2. CHI DICE BASTA, CHI DICE ASTA
Ivan Rota per Dagospia
Questa volta è stato un finale con il botto per la fashion week milanese e la stampa internazionale è potuta ripartire contenta, a parte Suzy Menkes che ha criticato le passerelle per il loro ‘spirito vintage’ (eufemismo). Ieri sera si è tenuta la festa per i cinquanta anni di ‘’Vogue Italia’’ e per celebrare l'anniversario Franca Sozzani, direttrice dal 1988, ha ideato un numero speciale della rivista.
Poche donne italiane, ma con alcuni ritratti sapidi come quelli riguardanti Grace Coddington, Marisa Berenson e Sarah Jessica Parber. Sono stati aperti gli archivi (in forma digitale) che tutti hanno potuto consultare e la facciata della sede della Condè Nast è stata illuminata con le proiezioni delle copertine.
L'altra sera, invece, Heidi Klum, Rosario Dawson, Jeremy Piven, Coco Rocha e altre star del circo della moda si sono riunite per aiutare la raccolta fondi per l’AmfAR a favore della ricerca per la lotta all’AIDS al palazzo della Permanente. Raccolto più di un milione e quattrocento mila dollari per la Fondazione. Il chairman e ad di Moncler Remo Ruffini è stato insignito di un premio speciale e la leggendaria cantante Grace Jones si è esibita in una performance live.
poppy delevingne e il fidanzato
Ccon una elettrizzante performance di “La Vie en Rose’’ e ‘’Pull up to the Bumper’’, seguite da una versione di ‘’Slave to the Rhythm’’. Altri ospiti sono stati: Goga Ashkenazi, Jean-Christophe Babin e Milutin Gatsby; Bar Refaeli, Alessandra Ambrosio, Poppy Delevingne, Alexander Ludwig, Bella Thorne, Luke Ryan, Margherita e Teresa Missoni, Jessica Stam, Izabel Goulart, Toni Garrn, Ashley Madekwe, Gale Harold, Michelle Ryan, Antonia Campbell-Hughes, Isabella Ferrari, Nieves Alvarez, Svetlana Khodchenkova, Francesco Cinquemani, Mauro Conte, Giorgia Sinicorni, Isabella Borromeo, Clotilde Courau ex Savoia.
pietro ruffini and bianca brandolini
Un’opera donata da Damien Hirst è stato il pezzo forte della serata venduta per 250,000 euro. Gale Harold e Heidi Klum hanno condotto l’asta. L’after-party ha apparecchiato la musica del DJ Johnny Dynell. E ora le luci si spengono su una città che, per una volta, ha vissuto due notti da ricordare.