Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
VITTORIO GREGOTTI - copyright PizziFrancesco Micheli ha bruciato tutti. Anche la messa cantata del 7 dicembre, cioè la classica apertura stagionale della Scala. Il finanziere meneghino a capo del progetto culturale che viaggia sulla tratta del MI-TO (Milano-Torino) ha scodellato, con l'ausilio della Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, una Milano fresca e festosa, tra Scala e Palazzo Marino Lontana dalla museificazione della "prima" cui siamo abituati da qualche secolo a questa parte, con Fracci e stracci della politica romanizzata.
Essì. La sera del 4 settembre è andato in scena un trionfo mondano senza un leghista scamiciato o un piddino inveltronito o un pidiellino scorreggione tra i piedi. Aria, aria! Fuori i cani di Montecitorio, dentro i pescecani di piazza Affari.
VEDUTA DELL INTERNO DELLA SCALA - copyright PizziEcco Profumo al guinzaglio della sposa Sabina Ratti, a destra Enrico Salza, a sinistra Piergaetano Marchetti, avanti Alberto Nagel che fa dimenticare la Mediobanca di Cuccia (la cui moglie si chiamava Italia Socialista!) sfoderando una incantevole coniuge, Roberta Furcolo, che fa impallidire qualsiasi Eva Mendes.
E dove lo troviamo un dandy rock del calibro del giuslavorista Salvatore Trifirò, danzatore satanico alla Mick Jagger? O la mejo vestita del parterre, come l'inarrivabile gallerista d'arte Claudia Gianferrari? O la vispa Chiara Beria di Argentina capace di attaccarsi al lobo dei pendagli di mezzo metro?
VITTORIO GREGOTTI E SIGNORA - copyright PizziMilano non è più la città dei grandi industriali (presente GianMarco Moratti, che ha scortato la moglie sindaco) ma è l'alcova dei grandi professionisti. Dall'avvocato Cesare Rimini completamente in bianco a Umberto Veronesi del tutto vegetariano. Da Umberto Quadrino dell'Edison ad Arturo Artom, da Dompé alla zarina Giulia Maria Crespi, dal jeansarolo Facci a Forattini trapassando Inghe Feltrinelli e Cisnetto.
Ecco, al buffet, davanti ai piatti pieni di leccornie, anche i compassati no-cafonal de Milan perdono il self-control e Pizzi se la gode davanti alle solite gole profonde della tartina e dell'arancino. Chissà, deve essere colpa della "fama atavica" che ogni italiano ha nel Dna: davanti a una lasagna, non c'è Lina Sotis che tenga...
2 - I MILLE COLORI DI TEMIRKANOV INAUGURANO MITO ALLA SCALA
Enrico Girardi per il "Corriere della Sera"
L'avvio della terza edizione di MiTo è folgorante. Del resto Yuri Temirkanov e la Filarmonica di San Pietroburgo rappresentano qualcosa di unico nel panorama musicale globale e non perdono mai occasione di ribadirlo. E di occasioni MiTo3 ne offre addirittura quattro: inaugurazione a Torino Lingotto l'altro ieri, a Milano Scala ieri, a Milano Arcimboldi stasera, ancora a Torino Lingotto domani. Sempre Prokofiev sui leggii: Sinfonie, Suite e quattro dei cinque Concerti per pianoforte, ogni volta con un pianista diverso: Matsuev, Paik, Cascioli, Demidenko.
SERGIO E GABRIELLA DOMPE - copyright PizziUn «tutto Prokofiev» in anni di Sciostakovic alla moda è un messaggio chiaro. È dire la fantasia, la ricchezza lessicale, l'idea di un'armonia «storta», cubista, che profila forme di granito, è l'oggettivismo lucido e antiromantico che sta al limite tra razionalità e follia.
SCURA CAPELLONA,GIORGIA BRION - copyright PizziDi qui la corrispondenza d'amorosi sensi con Temirkanov, maestro di genialità e imprevedibilità anch'egli sul limitare della follia: un'imperturtabile sfinge che a volerlo decifrare non basta una vita. Forse c'è anche compiacimento nel confezionare il prodotto come mai t'aspetti. Ma quel gesto tagliente e antipatico è una lama che dà forma a un suono irripetibile in tutte le sue sfaccettature geometriche, liriche, beffarde e scanzonate.
ROSI GRECO LETIZIA BRICHETTO MORATTI UMBERTO QUADRINO - copyright PizziUna complicità coi Filarmonici - anche loro unici, forse gli unici al mondo del tutto estranei alla globalizzazione che contamina - che non passa col sorriso e la pacca sulla spalla ma in un rapporto di sfida, quasi una battaglia nel dimostrarsi degno l'uno degli altri. Musicisti formidabili, ancora si sente l'alito della migliore scuola sovietica; ognuno solista ma con una coesione al millesimo di secondo. Trionfo all'inaugurazione torinese con «Suite dall' Amore delle tre melarance», «Concerto n.3» e «Suite da Cenerentola». Trionfo alla Scala con la «Sinfonia Classica», il «Concerto n.2» e la «Suite da Romeo e Giulietta».
Ottimi i due solisti ascoltati finora. Bene Kun Woo Paik. Ma la rivelazione è Denis Matsuev, un ragazzone siberiano che ti aspetti prototipo di un pianismo tutto muscoli. Il suono in effetti è d'acciaio, ma tiene testa perfino a Temirkanov nell'inventare colori che non t'immaginavi. Il «Terzo» l'han suonato recentemente Lang Lang e la Wang: un brodino però rispetto a questo Matsuev titanico e meraviglioso.