1 - IMBARAZZO PER MARCHIONNE DURANTE L'OMELIA
DAGONOTA - Durante l'omelia di monsignor Nosiglia, affiancato da don Luigi Ciotti come concelebrante, tutti hanno notato il duro riferimento all'attuale gestione della Fiat e in particolare alla delocalizzazione in atto. Nosiglia ha ricordato più volte come l'Avvocato avesse lottato fino all'ultimo per mantenere la produzione della casa automobilistica in Italia, e di come la città di Torino - con migliaia di persone che lavorano nell'indotto - siano state colpite dalla cassa integrazione a Mirafiori: "si aspira legittimamente a costruire un avvenire non fatto di assistenza o sussistenza".
2 - NESSUNO ACCOMPAGNA FORNERO
DAGONOTA - Nel tragitto tra il Duomo e il Comune di Torino, dove si è svolta una cerimonia "civile" con gli interventi di John Elkann, del sindaco Fassino e del presidente Napolitano, nessuna delle autorità ha voluto camminare accanto (o vicino) al ministro Fornero. Il percorso si snodava infatti in mezzo ai torinesi venuti ad assistere alla messa sul maxischermo, e tutti temevano per la loro incolumità in caso di assalti al ministro del Lavoro, visti i precedenti...
3. RE GIORGIO SMONTA MONTI
Staffilata di Napolitano al premier Monti: Gianni Agnelli fu fatto senatore a vita da Francesco Cossiga, "un riconoscimento che mostrò di intendere pienamente nel suo significato e nel suo valore". Come dire: guardate come Monti ha approfittato di un laticlavio, nemmeno meritato, per salire in politica...
4. DAGO-MAGO: COME SCRITTO, MONTI HA DATO BUCA
Dalla "Penisola dei Famosi" del 21 gennaio 2013
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-perch-probabilmente-monti-non-sar-presente-a-torino-alla-commemorazione-di-gianni-agnelli-49663.htm
A 46 anni il Professore di Varese sedeva nel consiglio di amministrazione della Fiat e in quello di Comit e Generali, e nel 1988 (un anno prima di diventare rettore alla Bocconi, la madre di tutti i sapientoni) sedeva nel Comitato esecutivo dell'azienda torinese.
NAPOLITANO IN CHIESA FOTO LAPRESSEIn quella stagione toccò con mano la gravissima crisi dell'automobile e poco tempo dopo sbatté la faccia contro Tangentopoli. Non ha mai raccontato il suo stato d'animo e il suo ruolo nelle vicende sui fondi neri della Fiat che hanno creato un mare di guai ai top manager dell'azienda (Romiti compreso), e non risulta che su quei capitoli dolorosi abbia mai preso posizione. L'unica cosa certa è che, malgrado una richiesta dell'Avvocato di non mollare il cda della Fiat, tagliò la corda scegliendo un percorso accademico meno insidioso.
NAPOLITANO IN CHIESA CON MARELLA CARACCIOLO AGNELLI E I NIPOTI ELKANN FOTO REPUBBLICA jpegAnche lui come Luchino di Montezemolo ha rimosso dalla memoria la parentesi "personale" e preferisce che del mitico Avvocato si ricordino soprattutto l'orologio sopra il polsino della camicia e la cravatta sopra il pullover.
NAPOLITANO ENTRA IN CHIESA CON LAPO E JOHN ELKANN FOTO LAPRESSE
5. AGNELLI: MONS. NOSIGLIA, LOTTO' CON TUTTE LE FORZE PER DIFENDERE LA SUA FABBRICA E TORINO
(Adnkronos) - ''L'avvocato Agnelli ha atteso la parte conclusiva della propria vita a lottare, con tutte le sue forze e la sua intelligenza, per difendere non solo la sua fabbrica ma tutto quanto essa rappresentava per Torino e per l'Italia''. Cosi' l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia nell'omelia della celebrazione per la commemorazione di Giovanni Agnelli a 10 anni dalla scomparsa.
Giovanni Agnelli, ha proseguito Nosiglia ''aveva la chiara consapevolezza che, in un mondo globalizzato, non si trattava solamente di custodire una bandiera, un simbolo, ma di salvaguardare il fitto e articolato patrimonio di attivita' che una societa' divenuta grande nel mondo aveva accumulato nei decenni''. ''Era ben consapevole che ogni segmento del lavoro e della presenza della Fiat venivano 'moltiplicati' in un reticolo di attivita' indotte, soprattutto nel territorio torinese e che era 'il sistema Torino' a dover essere tutelato e promosso''.
NAPOLITANO CON JOHN ELKANN E PIERO FASSINO FOTO REPUBBLICA jpeg''In un tempo come quello attuale -ha proseguito l'arcivescovo di Torino- in cui le sfide riguardano tutti e si presentano complesse particolarmente nel campo del lavoro, e' necessario che ognuno metta a disposizione i propri talenti come risorse da 'trafficare' insieme a quelli degli altri. Qui piu' che altrove ognuno e' chiamato a dare il meglio di se stesso perche' piu' forte e drammatiche sono le esigenze di chi chiede aiuto immediato ma anche di aspira legittimamente a costruire un avvenire che non sia fatto ne' di assistenza ne' di sussistenza''.
''Lo dico con chiarezza a quanti sono responsabili in ambito politico, economico e sociale: Torino sta affrontando la crisi con responsabilita', intraprendenza e solidarieta'. La citta' che tanto ha dato a questo Paese oggi ha bisogno non solo di maggiori risorse economiche per investimenti produttivi e sociali, ma anche di affetto, di attenzione, di simpatia ed intelligenza per essere accompagnata a crescere di nuovo in una delle svolte piu' delicate della sua storia'', ha concluso.
MONTEZEMOLO SEGUITO DA MARIO CALABRESI ALLA MESSA PER AGNELLI jpeg MONSIGNOR NOSIGLIA CON LAPO JOHN ELKANN E FASSINO FOTO LA STAMPA
6- AGNELLI: CENTINAIA TORINESI DAVANTI AL DUOMO,FOLLA IN CHIESA
(ANSA) - Sono già almeno un centinaio i torinesi che si sono presentati in piazza San Giovanni, davanti al Duomo, per la messa dell'avvocato Agnelli. Attendono dietro una transenna l'arrivo del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, sul lato opposto del sagrato. Allestito anche un maxischermo, da cui le persone che non riusciranno ad entrare in Chiesa potranno assistere alla cerimonia celebrata dall'arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia.
John Elkann, con la moglie Lavinia, e Lapo Elkann, sono davanti al portale della chiesa e stringono le mani a chi entra. Tante le autorità presenti in chiesa, tra cui l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, il presidente della Ferrari, Luca di Montezemolo, manager e politici. Tra le tante autorità, il ministro Profumo, Giulio Tremonti, Gianni Letta, il presidente della Fieg Giulio Anselmi. Presenti anche gli ex manager Fiat Paolo Fresco e Cesare Romiti, la Juventus, rappresentata dal presidente Andrea Agnelli, dall'amministratore delegato Giuseppe Marotta, dall'allenatore Antonio Conte e dal capitano Gigi Buffon.
MONSIGNOR NOSIGLIA CON JOHN ELKANN FASSINO NAPOLITANO E LAPO FOTO ANSA7- NAPOLITANO IN DUOMO PER DECENNALE MORTE AVVOCATO
(ANSA) - Salutato dagli applausi dei torinesi, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è arrivato davanti al Duomo di Torino per assistere alla funzione in memoria dell'Avvocato. Il Capo dello Stato era accompagnato dal sindaco, Piero Fassino. Ad accoglierlo, oltre a John e Lapo Elkann, monsignor Guido Fiandino, concelebrante della funzione.
Napolitano ha risposto agli applausi della folla con un cenno di saluto. Una volta entrato nella cattedrale, ha salutato la vedova di Agnelli, Marella, Lavinia Borromeo e i figli Oceano e Leone, poi ha preso posto nel banco in prima fila, insieme, fra gli altri, al ministro Elsa Fornero.
MARCHIONNE ARRIVA ALLA MESSA IN ONORE DI AGNELLI FOTO LA STAMPA MARCHIONNE ARRIVA ALLA MESSA IN ONORE DI AGNELLI FOTO LA STAMPA8- ASSENTE IN DUOMO FIGLIA MARGHERITA
(ANSA) - Manca soltanto la figlia Margherita alla cerimonia solenne nel Duomo di Torino per i dieci anni della morte di Gianni Agnelli. Neppure in un momento di raccoglimento, che ha riunito i vari rami della famiglia, sembrano quindi superati i dissidi nati dopo la morte dell'Avvocato sulla sua eredità. Margherita Agnelli - secondo quanto si apprende - era stata invitata a partecipare alla cerimonia anche dalla mamma Marella Agnelli
9- LAPO ELKANN RICORDA IL NONNO CON MANO SUL CUORE
(ANSA) - Lapo Elkann, interpellato dai giornalisti che gli chiedevano un commento, si è limitato a portarsi la mano sul cuore e a scuotere la testa come per voler far capire che la figura dell'Avvocato è nel suo cuore ma non intende parlare. Sergio Marchionne, prima di entrare nella cattedrale si è intrattenuto con John e Lapo Elkann, scambiando con loro sorrisi, abbracci e qualche saluto. A
lla funzione assistono i ministri Grilli, Profumo e Fornero, Gianni Letta e Giulio Tremonti. Per il mondo imprenditoriale finanziario ci sono Luca Cordero di Montezemolo, Bazoli e Guzzetti, Gianluigi Gabetti, Cesare Romiti, Andrea e Allegra Agnelli. Nutrita anche la partecipazione del mondo dello sport: tra gli juventini anche Nedved, Ravanelli, Ferrara, Gentile, Morini e Tacconi.
LUCA DI MONTEZEMOLO MARIO CALABRESI E DAVID THORNE ALLA MESSA PER AGNELLI FOTO ANSA10- I SEGRETI CHE AGNELLI HA PORTATO CON SÉ
Gigi Moncalvo per "Libero"
Tutto è pronto per la celebrazione, nel Duomo di Torino e nella Sala Rossa del Municipio, del decimo anniversario della morte di Gianni Agnelli. Sia nell'una che nell'altra cerimonia sarà interessante notare non tanto i presenti, quanto gli assenti Ad esempio, Margherita Agnelli - l'unica figlia dell'Avvocato, l'ultima sua discendente legittima - ci sarà o no? No. È stata invitata alla commemorazione di suo padre?
LAVINIA E JOHN ELKANN CON LAPO FOTO ANSANo. Suo figlio Jaky Elkann, che pare abbia voluto scegliere ad uno ad uno i nomi di tutti gli ammessi a sedere sulle sedie «riservate» ed è intervenuto anche nel cerimoniale (vorrebbe parlare al microfono dopo l'Arci - vescovo), si è ricordato di fare una telefonata o mandare una lettera di invito a sua madre, al suo patrigno Serge de Pahlen (licenziato dalla Fiat proprio da Jaky nel 2004) che lo ha cresciuto nella sua casa di Allaman sul lago di Ginevra (e nelle altre in cui ha abitato tra Londra, il Brasile eParigi), e ai suoi cinque fratellastri Pietro, Sofia, Maria, Anna e Tatiana con cui ha trascorso anni spensierati di giochi, di studi, di vacanze, di atmosfere indubitabilmente famigliari allietate da quel bricconcello di Lapo?
LAVINIA E JOHN ELKANN ANDREA AGNELLI LAPO E BUFFON ANTONIO CONTE FOTO LAPRESSE jpegLa risposta è ancora: no. Donna Marella, la mamma di Margherita e nonna di quegli otto nipoti (tre Elkann e cinque de Pahlen, dei quali ultimi si è molte volte dimenticata privilegiando, specie economicamente, gli altri tre) avrà supplito all'eventuale sbadataggine di Jaky, provvedendo a chiamare direttamente la figlia e lasciando da parte ogni incomprensione, una volta tanto nel nome dell'Avvocato o almeno limitatamente a questa circostanza?
LAPO ELKANN MESSA PER IL NONNO GIANNI AGNELLI jpegForse sì. Un posto vuoto Secondo le ultime indiscrezioni Margherita non sarà presente. Non perché non voglia ricordare suo padre e rendergli omaggio nel corso delle due messe officiate rispettivamente da mons. Cesare Nosiglia e dal «chierico» Piero Fassino, ma per una serie di considerazioni che si legano proprio al suo mancato invito (ma non poteva pensarci almeno il sindaco? O ha lasciato da parte l'educazione per non inimicarsi la Fiat?).
Se Margherita, non invitata, domani si presentasse comunque e improvvisamente in Duomo e in Comune c'è da immaginare il disagio di doverle trovare un posto in prima fila, all'altezza del suo rango e del suo status di figlia, spostando all'ulti - mo momento qualcun altro che Jaky ha previsto occupi i posti dei presunti «famigliari», ben pochi dei quali portano il cognome Agnelli.
LAPO ELKANN E LUCA DI MONTEZEMOLO ALLA MESSA IN RICORDO DI AGNELLI FOTO ANSAIn pratica si tratta, in molti casi, di certi sedicenti membri della «Famiglia», nomi di alto rango e di facile individuazione che Margherita chiama «les usurpateurs», gli usurpatori, lo stesso titolo di un manoscritto di 369 pagine, pubblicato in soli cinque esemplari (con una lunga prefazione di Margherita) che porta come sottotitolo L'histoire scandaleuse de la succession de Giovanni Agnelli, di cui è autore Marc Hurner,l'analista finanziario internazionale che ha scoperto molti dei misteri del patrimonio «segreto» nascosto dall'Av - vocato all'estero e di cui, giustamente, la figlia rivendica il 50%, come legittima erede insieme alla madre.
LAPO ELKANN E GIAMPIERO BONIPERTI FOTO ANSATra i presenti ci sarà sicuramente in posizione privilegiata quel nipote un po' arrogante che nel 2007 scriveva dell'Avvocato: va «espressa solidarietà verso quelle persone che in questi ultimi quattro anni si sono prodigate per rimediare al disastro combinato dal padre di Margherita, che nel 2003 consegnò a tutti i suoi parenti un'azienda decotta». Quel nipote domani certo apparirà molto commosso...
A proposito di estero e di tesori, ovviamente sottratti al Fisco italiano, ci sono da fare alcune curiose considerazioni. Nelle lenzuolate giornalistiche di questi giorni per commemorare il defunto, il giornalista del Corriere Aldo Cazzullo, sabato scorso ha chiesto a Cesare Romiti: «Non crede che la vicenda dei capitali all'estero abbia gettato un'om - bra sullo stile di Agnelli?».
LAPO ELKANN E ANDREA AGNELLI FOTO ANSAL'ex numero 1 Fiat ha risposto tra l'altro: «Quando si parla di capitali all'estero bisogna innanzitutto distinguere tra i soldi della Fiat e quelli personali dell'Avvocato. Il gruppoèsempre stato internazionale. E lui si è ritrovato beni all'estero per questioni ereditarie. Non era uno che portava i soldi fuori, a differenza di molti altri (...)».
Mentre Befera sta decidendo se interrogare o no Romiti e farsi dire questi nomi, quella dichiarazione -su cui Cazzullo sorvola - apre nuovi squarci. Infatti, dato che Romiti parla di «questioni ereditarie» è chiaro che fin dal dicembre 1945, nel momento in cui morì il vecchio senatore Giovanni Agnelli senior, l'Avvocato «si è ritrovato beni all'estero». Denari misteriosi Li ha mai fatti rientrare? Li ha scudati? E, preliminarmente, li ha divisi, e in qualemisura, con i sei fratelli e con i cinque cugini Nasi, ugualmente eredi legittimi di cotanto nonno?
LAPO ELKANN CON ALTAFINI FOTO REPUBBLICA jpegCazzullo non insiste e svicola, come quando Romiti ricorda che l'Avvocato «perdonò Luca» senza che il lettore sappia perché Montezemolo venne perdonato. Lo diciamo noi: aveva patteggiato coi giudici ai tempi di Mani Pulite per aver preso 40 milioni di lire di mazzetta per far incontrare un imprenditore socialista con l'Avvocato. Cesarone Romiti è davvero una buona fonte. Solo pochi mesi fa, nel suo libro-intervista con Paolo Madron (Storia segreta del capitalismo italiano) disse: «I soldi non mancavano perché la Fiat pagava i dividendi.
LAPO ELKANN BACIA MARIELLA SCIREA VEDOVA DI GAETANO FOTO LAPRESSEPoi Gianluigi Gabetti, che era di fatto l'ammi - nistratore del patrimonio familiare fece molti oculati investimenti all'estero per garantire flussi di denaro costanti agli eredi di una dinastia che diventava sempre più numerosa». Insomma, Gianluigi Gabetti - dice Romiti - «era di fatto l'ammi - nistratore del patrimonio familiare ».
LAPO ELKANN ACCOGLIE NAPOLITANO ALLA MESSA PER AGNELLI FOTO LA STAMPAE dunque dovrebbe ben sapere qualcosa della consistenza dei beni dell'Avvocato all'estero, come sostiene la figlia. È bene ricordare che, a fronte di una quota di 109 milioni di euro a testa tra Marella e Margherita, per la divisione dei soli beni in Italia (esclusi gli immobili che appartengono per la nuda proprietà alla figlia mentre la madre ha l'usu - frutto, ma a Margherita non è consentito entrare a Villar Perosa, Villa Frescot e a Roma nell'ap - partamento di fronte al Quirinale), l'accordo firmato tra le due signore nel febbraio 2004 a Ginevra prevedeva una quota per ciascuna di 1,5 miliardi di euro.
LAPO ELKANN jpegIl che dimostra che all'estero, nell'ipotesi più pessimistica, c'erano almeno tre miliardi di euro maidichiarati al Fiscoe mai fatti rientrare. A proposito di fisco occorre rilevare che, anche a causa dei documenti pubblicati in un mio libro del 2009 (I Lupi & gli Agnelli edito da Vallecchi) donna Marella è stata multata di quasi 90 milioni di euro per infedele dichiarazione dei beni all'estero e ha ottenutodi pagare questa sanzione a rate.
Aveva in fatti «dimenticato» - e certo l'errore non è da attribuire a lei - nelle due denunce dei redditi presentate nel maggio 2003 e nel maggio 2004 (per i redditi del marito limitatamente ai suoi ultimi 24 giorni di vita del gennaio 2003) di indicare nell'apposito quadro i redditi da proventi di beni all'estero. Di questo denaro «nascosto» fuori dai nostri confini è dunque confermata l'esistenza ma Margherita sostiene che ci sono almeno altri 5 miliardi di euro che mancano all'appello.
LAPO E JOHN ELKANN CON LAVINIA BORROMEO FOTO ANSA PUBBLICO FUORI DAL DUOMO DI TORINO PER LA MESSA IN RICORDO DI AGNELLI FOTO LA STAMPANonostante un lungo articolo di Ferruccio de Bortoli pubblicato domenica in memoria dell'Avvocato (il direttore del Corriere è un grande ottimizzatore: ha infatti pubblicato la prefazione in chiave storica a un libro in uscita proprio oggi, risparmiando tempo e fatica), al Corriere è accaduto qualcosa di curioso: lunedì a pagina 29, nascosto nella rubrica delle lettere, c'era un intervento del lettore Carlo Moretti: lamentava l'eccessiva retorica del pezzo di De Bortoli e lo rimproverava per aver dimenticato l'aspetto etico della questione: «Ci ricordiamo tutti che, durante Mani Pulite, Gianni Agnelli è stato fra i pochi imprenditori che hanno avuto la facoltà di "non" sapere quello che la propria impresa aveva fatto in tema di corruzione e ciò ha lasciato basiti i piccoli e medi imprenditori. Inoltre», prosegue l'implacabile lettore, «dopo la sua morte è emerso che Agnelli è stato il più grande evasore fiscale dei nostri tempi.
LAPO E JOHN ELKANN FOTO LA STAMPAIn un momento in cui la lotta all'evasione fiscale è al centro dell'attenzione, questo aspetto più di ogni altro, deve essere messo in luce e biasimato con la dovuta veemenza». E infine: «Proprio per questo motivo credo che il presidente della Repubblica dovrebbe astenersi dal presenziare alla messa di commemorazione di Gianni Agnelli, in segno di rispetto alle istituzioni che ogni giorno si adoperano a combattere gli evasori. Solo così si dimostrerebbe che l'Italia di due pesi e due misure è finita!». Memoria corta Invece Napolitano oggi ci sarà, e forse avrà accanto Mario Monti unaltro che ai tempi di Mani Pulite non poteva non sapere.
LAPO ELKANN SALUTA LE FORZE DELL ORDINE FOTO LA STAMPAMolti lo hanno dimenticato ma ha fatto parte per quattro anni del Comitato Esecutivo del gruppo Fiat (insieme a Gianni e Umberto Agnelli, Romiti, Gabetti e Grande Stevens) fino allo scoppio di Tangentopoli. Possibile che non si fosse accorto di nulla?Ci sarà ovviamente anche l'Arcivescovo di Torino, il quale ieri ha detto: «L'Avvocato amava davvero l'Italia. Quando andava all'estero era orgoglioso di essere italiano». Anche a lui è bene consigliare di documentarsi magari leggendo il mio nuovo libro Agnelli Segreti. Lo invito altresì a voler partecipare, domani alle ore 18 al Circolo della Stampa di Torino, a una «commemorazione» un po' sui generis.
Non ci saranno né Gabetti né Grande Stevens, ne Jaky né Lapo, né Carlo Rossella né Gianni Riotta («Come Pirandello e Vittorini, Gianni Riotta parte un giorno dalla natìa Sicilia», c'è scritto nella bandella di un suo libro...), ma proprio Marc Hurner (per l'aspetto patrimonio all'estero), Luciano Moggi (per l'aspetto Juventus), Bruno Babando (direttore di www.lospiffero. com) e il sottoscritto e soprattutto i documenti sulla «Dicembre », la società-cassaforte dell'Avvocato che venne intestata a due prestanome (Herbert Batliner di Vaduz e René Merckt di Zurigo) pochi mesi prima che scoppiasse Mani Pulite e fino al 2006. Comunque sia, che lei possa riposare in pace e lontano da tanti usurpatori, caro Avvocato!
JOHN ELKANN PIERO FASSINO GIORGIO NAPOLITANO LAPO E MONSIGNOR NOSIGLIA FOTO LA STAMPA
11- DIECI ANNI SENZA GIANNI AGNELLI SOLO DAVANTI AL CORPO DI SUO FIGLIO
Marina Cicogna per "Vanity Fair"
Sono passati dieci anni da quando Gianni Agnelli è scomparso, eppure non so perdere l'abitudine di chiedermi che cosa direbbe Gianni di questo, cosa penserebbe di quello? Aveva, per ogni persona e avvenimento, una sua definizione: puntuale, inattesa, a volte caustica e anche geniale.
Si lamentava che ai pranzi ufficiali era seduto accanto alle mogli degli uomini di Stato, spesso brutte e noiose, e fu contento quando il capo accanto a lui era una donna, come Margaret Thatcher, o una moglie brillante come Hillary Clinton, o Madre Teresa di Calcutta, che gli piaceva tantissimo. Che cosa pensava di Berlusconi, lo so: a Sankt Moritz mi portò a incontrarlo nella casa che era stata dello Scià di Persia, e me ne parlò quando Berlusconi entrò in politica, nel 1994; lo trovava sfacciato e simpatico.
JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE jpegUn giorno mi ha chiesto di accompagnarlo in quella stessa casa a incontrare Robert De Niro: non ci andai, e tornando mi disse che De Niro stava con una ragazza nera «molto bruttina». Si trattava di Naomi Campbell! Lui era più attratto dalle bionde: Pamela Churchill, la moglie Marella, Anita Ekberg, Silvia, Ramona o Anna.
JOHN ELKANN E SERGIO MARCHIONNE FOTO REPUBBLICA jpegL'ho visto in periodi di sofferenza estrema, ma non si lamentava mai. Dopo il terribile incidente giovanile d'auto, fu curato male e la sua gamba destra diventò irrecuperabile. Riuscì a salvarla a costo di grandi dolori fisici. E continuò a sciare. A Chamonix con Elie de Rothschild, la nebbia impedì all'elicottero che doveva riportarci a casa di atterrare e fummo costretti ad affrontare tre ore di ritorno sugli sci, spesso in salita: Gianni mi incoraggiò e non volle aiuti. Non smise mai di guidare premendo l'acceleratore con il piede sinistro. Entrare in auto con lui era un gesto inconsulto di amore e incoscienza.
JOHN ELKANN E LUCA DI MONTEZEMOLO FOTO ANSAEra dispettoso e gli piacevano gli scherzi da caserma, retaggio degli anni della guerra. Un'estate, alla Leopolda, si divertì a soffiarsi il naso negli asciugamani per vedere la faccia degli ospiti quando li usavano! Le telefonate le faceva all'alba: dormiva pochissimo, di pomeriggio faceva una siesta e andava a letto presto.
Mi chiamava «Mozzetto», dal mio secondo cognome, Mozzoni: mai mi ha chiamato Marina: troppo banale.
Era affascinato dal successo, aveva poca pazienza, verso coloro che fallivano. Ed era affascinato dalle opere d'arte, e gli piacevano i bei gioielli. Li comprava per Marella a cui non interessavano affatto. Marella portava solo una lunga collana indiana di rubini, acquistata da lui in età giovanile al Gem Palace di Jaipur. Un pezzo della collana fu regalato alla nipote Ira Furstenberg per il matrimonio, e Marella se ne lamentava, era la «sua» collana. Gianni fu tra i primi ad acquistare i ritratti dei cardinali dipinti dà Bacon.
JOHN E LAPO ELKANN CON VITTORIO GRILLI FOTO REPUBBLICA jpegLi teneva in camera da letto. Come facesse a dormire circondato da tutta quell'angoscia, non si capiva. A Gianni non piaceva soffermarsi sulle disgrazie. E a volte sembrava disumano, ma non so fino a che punto lo fosse davvero. Il giorno che dovette andare a riconoscere il corpo di suo figlio Edoardo, morto sotto un ponte, mi sembrò invecchiato di colpo, in modo irrecuperabile. Non era più uguale a prima, né tornò a esserlo. Aveva perso l'umorismo e l'ottimismo, i suoi pareri erano diventati solo negativi, lo spazio lasciato alla speranza scomparso. Non sapevo, allora, che era ammalato.
La Fiat era parte integrante del suo Dna, la ragione del suo esistere, la causa del suo privilegio, il motivo per cui era il re d'Italia nel mondo. Alla Fiat l'Italia ha sacrificato ferrovie, corsi d'acqua, trasporti marittimi, legandosi a un unico mezzo di trasporto: la ruota. Lui lo considerava un prezzo normale da pagare.
JOHN E LAPO ELKANN ALLA MESSA IN RICORDO DI AGNELLI FOTO LA STAMPASe la vedesse oggi? Sarebbe soddisfatto di possedere una multinazionale, di essere padrone di un marchio come la Chrysler, ma come affronterebbe la decadenza sempre più decisa delle auto italiane, la mancanza di armonia aziendale, la perdita della reputazione, anche sua personale, retroattiva?