Simona De Santis per il \"Corriere della Sera - Roma\"
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Le premesse c\'erano già tutte. Vittorio Sgarbi arriva puntualissimo, al Tempio di Adriano, per la presentazione del suo nuovo libro - «Clausura a Milano e non solo. Da Suor Letizia a Salemi (e ritorno)», Bompiani -: saluta gli ospiti (Oliviero Toscani, Marta Bravi, Folco Quilici, Marina Ripa di Meana), si inalbera al telefono, si siede. Poi inizia a parlare e ne ha per tutti, da Fabrizio Cicchitto a Marco Travaglio, al sindaco Domenici di Firenze («è un disperato »). Alla fine ci scappa un (goliardico) «stronzo» all\'assessore capitolino alla Cultura, Umberto Croppi.
«Non si può governare una città come fosse un convento di clausura - incalza Vittorio Sgarbi - lo dico (e lo indica, ndr) a quello stronzo di Croppi... a Roma, come a Milano, servono più le idee che i soldi».
L\'assessore è seduto in prima fila: «Sgarbi gioca a fare il simpatico. Mi dà dello stronzo e io ci rido su...» spiega, lasciando in anticipo la presentazione. Ma Sgarbi insiste: «Mi chiamano a Roma per sostenere la campagna elettorale di Alemanno puntando sull\'Ara Pacis da abbattere, poi vincono le elezioni e non mi cagano più di striscio».
Gelasio Gaetani Lovatelli - Copyright PizziNota dolente, l\'Ara Pacis: «È ancora lì in piedi, costata 20 milioni di euro, quando bastava darne uno a Veltroni per non farla». E conclude: «L\'Ara Pacis è ancora nelle mani di questo stronzo di Croppi e di quell\'altro di Broccoli (Umberto, neo soprintendente dei Beni culturali di Roma, ndr), ideata dall\'altrettanto stronzo, fascista, americano, immondo di Meier. L\'Ara Pacis è una merda secca».
Croppi taglia corto: «Negli ultimi 8 mesi siamo andati avanti solo con le idee. Poi, se uno dovesse assumere tutti quelli che sostengono una campagna elettorale...Vorrà dire che faremo un gemellaggio Roma-Salemi, il paese siciliano dove Sgarbi è sindaco».
Ma Sgarbi non è ancora placato: «I musei civici di Roma sono il massimo esempio di clausura, si pensi al Macro...»; «Altro scempio quella scatola caustrofobica dell\'ascensore del Vittoriano»; «Poi piazza San Cosimato, un delitto...». All\'uscita una signora blocca Sgarbi per una foto: «Un giorno sarà sindaco...ma di Roma« dice la signora. E Sgarbi: «Beh, non lo auguro a nessuno...».