Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
WALTER VELTRONI E MOGLIE FLAVIA - copyright PizziPiccole novità allo Strega. Per prima cosa un progresso: sono arrivate anche qui le veline. Certo non quelle trionfanti che ronzano intorno al parlamento, ma è innegabile: il mondo delle ragazze-immagine si interessa finalmente a quello degli intellettuali. Magari sperando di agganciare un sottosegretario o un direttore generale, ma è già un inizio.
Un altro segno della vitalità del premio: il menù mediocre ma abbondante. Quando tutti hanno lottato fieramente per spazzolare le ultime briciole, i vassoi sono tornati miracolosamente pieni. Dopo un attimo di sconcerto, tutti di nuovo al lavoro.
Certo la tempesta aveva calmato un po' gli spiriti e non pochi previdenti si aggiravano con l'ombrello, ma l'atmosfera era perplessa. Non date mai ai romani l'idea di dover scegliere tra due poteri: li fa impazzire o li paralizza. In più in platea giravano certi fantasmi come Valter Weltroni, identico a se stesso, in cravatta rossa per ricordare a tutti di avere affondato il Pd.
VALENTINO ZAICHEN FRANCESCA NERLONI - copyright PizziAlain Elkann vedovo del ministro poeta confortava Elisabetta Sgarbi che si era truccata con i colori di guerra.
Non facciamo allo Strega l'insulto di parlare di qualità dei libri. Il premio romano è nettamente al di sopra di simili meschinità. Ma ovunque circolava la parola d'ordine: "Chiunque purchè non Scurati!" in effetti l'antipatia del candidato Bompiani è eccessiva, anche perché bastava seguirlo nei suoi avvicinamenti ai potenti per vederla sciogliersi in una leccosità imbarazzante.
Intanto la simpatica Antonella del Prino intervistava per Raiuno le autorità senza autorità e quelli della Newton assicuravano tutti che il loro candidato Lugli era il contrario e cioè simpaticissimo. Su tutti svettava, sigaro in bocca, Paolo Mieli, neo presidente RCS. "Più gagliardo che mai!", apprezza un fotografo. Peccato tanta gagliardezza per una sconfitta, ma tant'è...
UMBERTO CROPPI GIANCARLO CAMALLERI - copyright PizziAL momento supremo, quando l'ultimo voto può ancora decidere la vittoria, un audace confronto tra il conduttore lobotomizzato Franco di Mare e i due rivali. Tiziano Scarpa, testa vuota, ma accuratamente rasata e Scurati, scuro in volto che, annusando la sconfitta, si prepara al suo tipico atteggiamento: antipatico. Poi la rivelazione, ha vinto Scarpa per un voto.
I due si stringono la mano di malavoglia e poi Scarpa si attacca alla bottiglia per dimenticare che brutto libro ha scritto. Un mucchietto di pagine, "Stabat mater", che puzzano di chiesa, ma è quello il rifugio della sinistra morente. Non a caso Baricco sta preparando "Emmaus", guarda caso sull'omonima comunità cattolica. Sono costretti a puntare su Dio, aspettando il miracolo.
Intanto accontentiamoci di Marzullo che ha appena dato una sfumatura più fulva, da volpone, alla sua zazzera.