Paolo Foschi per il \"Corriere della Sera\"
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Daniela Santanchè ha presentato ieri il Movimento per l\'Italia, nuova formazione politica che tende la mano al Pdl. L\'ex portavoce della Destra ha radunato un migliaio di fedelissimi, fra cui molti giovani, allo Sheraton di Roma. Una convention in stile berlusconiano: molto azzurro, bandiere, tante hostess con lo slogan «scegliere, decidere, risolvere» sulla maglia.
Fra gli ospiti, la presenza più significativa è stata quella di Denis Verdini, coordinatore nazionale di Forza Italia. «Sono qui come amico, ma è chiaro che non posso smettere la giacca del mio ruolo politico», ha detto. Prove generali dunque di alleanza, anche se lo stesso Verdini ha spiegato che «nel Pdl c\'è chi ha fatto delle grandi rinunce, abbandonando bandiere e denominazioni. Ma non chiudiamo a chi ha voglia di esserci. Per questo, tuttavia, ci vuole tempo e pazienza ».
Insomma, la Santanchè - abbandonato Francesco Storace - entrerà nello schieramento di Silvio Berlusconi, ma non subito. E a dare una sorta di benvenuto si è presentato in prima fila il senatore Giuseppe Ciarrapico, eletto nel Pdl alle ultime elezioni in quota Forza Italia.
Daniela Santanche - Copyright Pizzi«Il nostro movimento è una formazione di destra, che vuol dire rivendicare radici e valori comuni - ha detto la Santanchè - l\'identità nazionale. Siamo persone che si emozionano quando vedono il Tricolore e sentono l\'Inno. Noi vogliamo recuperare il messaggio cristiano dei Vangeli », ma senza «nostalgie, estremismo, razzismo più o meno mascherato».
La pasionaria della destra ha schierato la formazione «senza ambiguità o reticenze con chi vuole fare le riforme per cambiare l\'Italia». La Santanchè non ha risparmiato critiche a Veltroni («Ha detto che dopo aver fatto il sindaco sarebbe andato in Africa, invece ci porta qui l\'Africa»), ha elogiato Alemanno («Sta cambiando il volto di Roma») e ha attaccato il centrosinistra per il ricorso «all\'arma giudiziaria per fermare Berlusconi».
Ha poi invitato Riccardo Villari a restare alla presidenza della Commissione di Vigilanza Rai «perché è stato eletto legittimamente ».