Ampezzanus Maleficus per Dagospia
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Forza Dago,
non ti deprimere perchè qua a Cisnettina d'Ampezzo è andato in onda un meraviglioso faccia a faccia tra Prima e Seconda Repubblica: il partigiano Sandro, alias Alessandro Sallusti, se l'è (verbalmente) date di santa ragione con ‘o ministro, altrimenti detto Geronimo, al secolo Paolo Cirino Pomicino, folletto andreottiano post-litteram, inossidabile (e per cent'anni, Gesù!) con il suo cuore nuovo, udiccino eretico.
In pratica, Pomicino era lì più del neo-direttore dell'Unità, Claudio Sardo, a dare in testa al Cav. dicendo che nei suoi otto anni di governo non ha combinato niente di buono, né ha fatto nulla di quel che aveva promesso. E Sandro, anche lui con cuore appena aggiustato, s'ingegnava a difendere l'indifendibile, nel senso che perfino lui ammetteva che, insomma, questa tassa di solidarietà sul suo reddito, ecco, proprio non gli va giù.
I due, moderati dal Cardinal Ferragni della diocesi del Tg1 (Fabrizio, vice di Minzo) che ha provato pure a dividerli ma non li teneva più, hanno battibeccato quant'hanno potuto, con Pomicino che alla fine si è offerto di dargli delle lezioni private di politica economica. D'altronde, il titolo del dibattito era di quelli ghiotti-ghiotti: "I 99 giorni che travolsero il Cavaliere", stesso titolo di un libro di Fazi, firmato dal nome-de-plume di Philip M.Godgift, che proprio sul palco di "Cortina InContra" s'è scoperto - udite udite - essere nientepopò di meno che Massimo Teodori (God-gift, una specie di traduzione...).
MARIO SECHI PAOLO CIRINO POMICINO PAOLO CIRINO POMICINO E FANCIULLAPrima palla-gol a Sallustone: "Il responsabile del debito pubblico non è Berlusconi, ma Cirino Pomicino, Ciampi e gli altri campioni della Prima Repubblica. Oggi viviamo lo scandalo che Fini sia rimasto al suo posto nonostante abbia cercato di far cadere il Governo che l'aveva messo in quel posto. Quanto a Napolitano, non costa niente emozionarsi e salire sul palco per celebrare i 150 anni dell'Unità (nazionale), ma non dimentichiamoci che Napolitano è stato comunista e lo è ancora.
ENRICO CISNETTO GNAMCosì la pensa e così è la sua visione della società. Tutti i nemici del Cavaliere avevano puntato su Fini e quando erano certissimi di riuscire, non si erano accorti di Scilipoti. Ma, appunto, mettere il Paese in mano a persone che si dimenticano di Scilipoti sarebbe pericolosissimo. I complotti per abbattere il berlusconismo si susseguono dal ‘94 e sono in corso tuttora e si nascondono dietro questo grande spettro della crisi.
Ma stavolta, dietro un problema che non è italiano, si cercherà per l'ennesimo round di dare una spallata a Berlusconi e al berlusconismo. In questo nuovo tentativo di demolizione, la Lega sta giocando un ruolo sempre più pericoloso, tanto che al momento mi fa più paura Bobo Maroni di Wall Street. Bossi non coincide più con la Lega e viceversa". Minchia.
FRANCO DEBENEDETTI EMMANUELE EMANUELEContropiede di Pomicione, punto sul vivo per la faccenda del debito pubblico: "Sallusti mi critica, e vabbè, io sono disposto a fare la parte del cattivo, anche se quando parla lui si fa fatica a capire chi sia il buono e chi il cattivo. Ma i fatti sono i fatti. Nel 1992 abbiamo azzerato la bilancia tra avanzo e disavanzo primario, e l'anno successivo avevamo lo 0,6% di attivo.
Oggi, a 19 anni di distanza, l'avanzo primario è inferiore a quello del ‘92, il rapporto tra debito pubblico e pil è al 120% contro il 98,5% di quando ero ministro io e dal ‘95 non cresciamo più. Negli ultimi10 anni l'Italia è cresciuta del 3%, la Francia del 12%". Tiè. Uno a uno e palla al centro.
E' a questo punto che è intervenuto, a bilanciare il gioco, Mario Sechi, il direttore del Tempo, raro esempio (come le stelle alpine a Cortina) di "berlusconiano ragionante", che peraltro - diversamente da Sallustone - non dipende da un'azienda di famiglia ma da un editore filogovernativo per definizione, che se domani governassero i marziani girerebbe vestito di verde e con le antenne.
Buon per Sechi, che almeno ha più libertà di pernacchia, tipo: "Sottovalutare Berlusconi è l'errore più grande che si possa fare. Se lo dai per morto, ti salta addosso e ti succhia anche il sangue". Berlusconi sanguisuga, capperi! Eppoi: "C'è una verità enorme, cioè che la sinistra non ha un candidato. Il centro non esiste, finchè c'è questo sistema politico ed elettorale. Quanto al Pd, Napolitano è l'unica speranza che ha Bersani, anche se ci sono i presupposti per cui si faccia un altro mandato al Quirinale. Ma è l'unico uomo che può ricostruire il Partito Democratico, che era la fusione di post-comunisti e post-democristiani.
FABRIZIO FERRAGNI CARLOTTA MANNU AGRESTIDopo Berlusconi, cambia tutto. Il partito carismatico e via dicendo va cancellato. Ignorare il fatto che la crisi sia internazionale e non nazionale è veramente esecrabile. Abbiamo un sistema pubblico inefficiente; ma la vera sfida è quella di cominciare a riaprire il mercato politico. Il grande errore di Berlusconi è stato quello di chiudere il mercato della politica, del consenso, dei candidati. Basta col parlamento dei nominati". Sante parole, forse Sechi aveva sentito il dibattito dei costituzionalisti alla vigilia...
CLAUDIO SARDOInsomma, la rissetta verbale s'è placata, il pubblico - che aveva fatto ressa per sedersi (ce n'erano almeno 300 in piedi) - è uscito soddisfatto e tutti vivranno a lungo felici e contenti. Per la cronaca, e senza commenti, Sallustone non è andato a cena a casa Santanchè per il semplice motivo che la magione con le corna (era piena di corna di animale, perché nessuno le aveva detto che la caccia da queste parti è vietatissima) è ormai dismessa, la Santadechè ha giurato che a Cortina finchè c'è la crisi non ci metterà più piede.
CLAUDIO SARDO FABRIZIO FERRAGNIIo? Prima mi sono imbucato a una cena in onore del Montepaschi - sponsor ricco mi ci ficco - in una ricca casa padovan-antonveneta, poi sono arrivato al Miramonti giusto in tempo per mangiarmi una fetta di torta che i Cisnetto's e gli Zanchetta's (proprietari dello storico grand hotel, dove io alloggio sotto falso nome) hanno offerto con tanto di champagne "Mo' esce Antonio" a Gigi Mazzella, consigliere della suprema Corte, e al suo ex capo, il presidente emerito della Corte Costituzionale Capotosti.
I due, insieme all'avvocato Boschi, che di mestiere fa il marito di Giovanna Ralli (ti ricorda qualcosa, vecchio Dago?), hanno presentato l'ultima fatica letteraria del Mazzella medesimo, un giallo-pissicologico che ho letto nottetempo senza più riuscire ad addormentarmi. Anzi, già che mi viene in mente, ora vado a fare un sonnellino, che domani mi aspetta la grande festa dei Cisnetto's per i dieci anni di "Cortina InConTra". Dove non sono stato invitato, ma per la quale ho già un piano per infilarmi. Domani te lo dico.
Ciao Dago, tuo
Ampezzanus Maleficus