PALPATE, DITA NEL NASO, DORMITE: E QUESTI SONO I RAPPRESENTANTI DEL POPOLO? - AVVISATE BRUNETTA CHE L’AULA SORDA E GRIGIA È IN RICREAZIONE PERMANENTE - IL LIETO FANCAZZISMO NELL’“INUTILE” PARLAMENTO CHE TUTTI VOGLIONO TAGLIARE. A PAROLE

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  • 1 - Tutti volevano tagliare i parlamentari...
    Mauro Romano per "Italia Oggi"

    MARIA ROSARIA ROSSI MELANIA RIZZOLI ELVIRA SAVINO - copyright PizziMARIA ROSARIA ROSSI MELANIA RIZZOLI ELVIRA SAVINO - copyright Pizzi

    A inizio legislatura ne sono arrivate di cotte e di crude. Un florilegio di proposte, tutte accomunate da un obiettivo: diminuire il numero dei parlamentari. Argomento tornato adesso di grandissima attualità dopo che il premier, Silvio Berlusconi, ha manifestato l'intenzione di presentare un disegno di legge popolare che punta a diminuire a 300 il numero dei deputati e a 150 quello dei senatori.

    Certo a inizio legislatura, grosso modo ad aprile del 2008, sono stati tantissimi i parlamentari di maggioranza e opposizione a presentare progetti simili. Che poi, però, tempo qualche settimana, sono puntualmente finiti nel dimenticatoio. Eh sì, perché una volta insediatosi il governo, evidentemente, que progetti non si sono dimostrati così urgenti come adesso. Ma si sa, quando si avvicina una scadenza elettorale le cose vanno molto divesramente.

    MARIA ROSARIAROSSI TESTONI PIERO - copyright PizziMARIA ROSARIAROSSI TESTONI PIERO - copyright Pizzi

    Molte delle proposte che sono oggi nei cassetti di camera e senato sono state presentate dal Pd. Una di queste porta la forma del senatore Luigi Zanda, che ha l'obiettivo di ridurre il numero dei parlamentari portando a 400 il numero dei deputati e a 200 quello dei senatori (per inciso, oggi sono rispettivamente 630 e 315). Assegnato alla commissione affari costituzionali nel novembre dello scorso anno, se ne è iniziato a discutere nei primi mesi del nuovo anno, ma è stato scelto un esame congiunto con altre proposte di legge in materia.

    Dal lato del Pdl, invece, spiccano due testi, uno presentato al senato da Andrea Pastore e l'altro alla camera da Italo Bocchino. Entrambe prevedono 500 deputati e un numero variabile di senatori che, in base alla trasformazione della camera alta in senato federale, vengono eletti dai consigli regionali a seconda degli abitanti: si parte da cinque per le regioni con popolazione inferiore al milione di abitanti e si arriva a 12 per chi ne ha più di sette.

    MARIA ROSARIAROSSI TESTONI PIERO - copyright PizziMARIA ROSARIAROSSI TESTONI PIERO - copyright Pizzi

    Simile all'ipotesi Zanda, tanto per ritornare nel campo del Pd, è anche una proposta di Olga D'Antona, presentata il 30 aprile del 2008. In questo caso i deputati vengono ridotti a 400 e i senatori a 200. In più è prevista un governo con una composizione al massimo di 15 ministri e 30 sottosegretari.

    Non poteva poi mancare una proposta dell'Italia dei Valori, sempre molto attenta a cavalcare le polemiche anti-casta. Una proposta in tal senso è stata firmata alla camera da Antonio Borghesi, che l'ha depositata a Montecitorio il 13 maggio del 2008. Il testo, anche in questo caso, prevede 400 deputati e 200 senatori. In più ci sono 12 ministri e al massimo 60 sottosegretari.

    Insomma, come si vede i parlamentari italiani, subito dopo le elezioni politiche si sono scatenati in un furore propositivo che quasi non ha eguali. Certo, poi il percorso si è un po' fermato. Pronto, però, per essere ripreso adesso che le scadenze elettorali sono alle porte.

    Per adesso, però, la cosa più concreta rimane la proposta del premier, che ha annunciato una proposta di legge popolare che ha l'obiettivo di arrivare a 300 deputati e 150 senatori. Berlusconi ha sempre detto che se la pdl porta la firma di milioni di elettori il parlamento non si rifiuterà di approvarla. Staremo a vedere.

    2 - quelL´arena della politica...
    Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"

    MARIA ROSARIAROSSI - copyright PizziMARIA ROSARIAROSSI - copyright Pizzi

    Povero Parlamento: bastassero queste benedette riforme ad assicurargli un domani, bastasse la cura dimagrante del presidentissimo Berlusconi che oltretutto cambia idea ogni due per tre! A questo in fondo servono le banche dati: per cui nel 1997 il Cavaliere auspicava la riduzione del numero degli onorevoli e l´anno dopo la sconsigliava; nel 2000 ridisse sì, «ma mi sembra difficile che un Parlamento possa ridurre se stesso», e di lì a un paio d´anni impostò e poi fece votare una effettiva riforma, però rimandando la diminuzione dei deputati e senatori alle calende greche del 2016.

    Fatto sta che nel 2007, instancabile, proclamò: «O si fa subito, o bisogna rinviare di una decina d´anni»; ma poco dopo impartì ai suoi di votare contro l´ennesimo teorico assottigliamento. Adesso vuole solo 100 deputati, o 150, o 300, e chi voglia divertirsi con i paradossi della cronaca sappia che l´idea del capo del governo sembra ricalcata su un´antica proposta che Paolo Flores d´Arcais, teorico dell´intransigentismo antiberlusconiano, lanciò sia pure con ben altri obiettivi su Micromega nel maggio del 1986.

    Povero Parlamento, sul serio. Ma non solo perché il Cavaliere da sempre lo detesta, anzi lo disprezza, "pura perdita di tempo", una scusa per quelli che hanno "la fidanzata a Roma"; e anche dal punto di vista logistico-simbolico non c´è leader tele-populista che tolleri di parlare avendo dietro, e peggio sopra, il presidente dell´assemblea con tanto di campanello. Invano Berlusconi ha cercato di cambiare le inquadrature delle riprese della diretta tv, pretendeva più telecamere, più primi piani per lui, e zoomate, e invece niente.

    MARIA ROSARIAROSSI - copyright PizziMARIA ROSARIAROSSI - copyright Pizzi

    Ma non è colpa sua se il Parlamento è ridotto a un simulacro. Comunque irriconoscibile dal sistema della Prima Repubblica. Tutto allora finiva in realtà per scaricarsi sulle Camere: leggi, controlli, nomine, spinte corporative, rapporti di forza, equilibri politici.

    Alla metà degli anni Settanta, quando il Pci non poteva governare, ma senza il Pci non si poteva governare, si pensò addirittura di poter aggirare a Montecitorio e a Palazzo Madama seri vincoli di natura geopolitica: e a riprova dell´anomalia italiana fu debitamente proclamata la "centralità" del Parlamento, alla cui guida approdarono, prima con Ingrao e poi con la Iotti, uomini e donne del Partito comunista.

    Ecco: altri tempi. Difficile oggi anche solo stabilire che cosa è Parlamento nel tempo in cui legifera il governo e la funzione di controllo è esercitata dai media. Un´arena di spettacoli politici, spesso in ritardo rispetto ai ritmi compressi dell´attualità; un condominio di Vip più o meno privilegiati e sfaccendati; un parco tematico della vita pubblica italiana.

    MARIA ROSARIAROSSI - copyright PizziMARIA ROSARIAROSSI - copyright Pizzi

    Così i parlamentari fanno amicizia, mangiano, commemorano, si allenano per la maratona, presentano libri, organizzano club di tifosi; a Natale c´è il concertone, ogni tanto una bella mostra, quasi sempre qualche iniziativa di beneficenza che consente di dare sfogo a ulteriori passioni per cui gli onorevoli cantano, cucinano, dipingono, fanno calendari o sfilano mascherati nei modi più impensabili. O almeno: questo è ciò che si vede, ma il resto non incide molto sui destini collettivi.

    Su questi ultimi, piuttosto, e quindi sul ruolo dei parlamenti, rimbomba la profezia di Marshall McLuhan: «Man mano che la velocità elettrica aumenta, la politica tende ad allontanarsi dalla rappresentanza e dalla delegazione degli elettori per un coinvolgimento immediato dell´intera comunità nelle decisioni fondamentali». Altro che Parlamento pletorico: «Tutto il conservatorismo del mondo non può opporre nemmeno una resistenza simbolica all´assalto dei nuovi media elettronici».

     

     

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