Foto di Franco Cavassi per Dagospia
SCIURA DAL BEL CAPELLIN1- DELL'UTRI PORTA IN MOSTRA 'QUESTO E' CEFIS'. NON PIU' DISPONIBILE SCRITTO PASOLINI
(Ansa) - Una rara edizione del 1975 del libro 'Questo è Cefis. L'altra faccia dell'onorato presidenté, edizione Ami e scritto da Giorgio Steimetz, è stata esposta nella sezione dedicata a Pierpaolo Pasolini, a 35 anni della sua morte, alla XXI Mostra del Libro Antico.
Il libro, ha spiegato il senatore Marcello Dell'Utri, ideatore della mostra, proviene dalla stessa fonte che gli aveva promesso un manoscritto inedito di Pasolini, 'Lampi sull'Enì. Insieme a 'Questo e' Cefis' è esposto anche un altro libro 'L'Uragano Cefis', scritto da Fabrizio De Masi. "Sono due libri rarissimi e particolari - ha detto Dell'Utri.
SCARPE TRICOLORINon è più disponibile il dattiloscritto di un capitolo del libro postumo di Pier Paolo Pasolini, 'Petrolio', che Dell'Utri, aveva preannunciato per la XXI mostra del Libro Antico. "Purtroppo quella sorpresa non ci sarà. Chi ne è in possesso si è preoccupato per tutte le questioni scoppiate sui giornali e non me lo ha più voluto dare".
ROSA GIANNETTA ALBERONIDell'Utri aveva preannunciato che il dattiloscritto dal titolo 'Lampi sull'Eni", che non è pubblicato nel libro, conteneva diverse argomentazioni legate all'Eni, Cefis e Mattei. "Ne ho lette poche pagine, avrei voluto leggerlo tutto - ha detto il senatore - ma confido che passata questa buriana, chi lo ha cambi idea". La mostra del libro Antico resterà aperta fino al 14 marzo in questa edizione dedica una retrospettiva con fotografie e le prime edizioni delle sue opere a Pier Paolo Pasolini, nel trentacinquesimo anniversario della sua morte.
2- APRE A MILANO LA MOSTRA DEL LIBRO ANTICO, SENZA IL CAPITOLO INEDITO DEL ROMANZO DI PASOLINI. PAGINE MISTERIOSE E AMBÌTE PER LE QUALI È FACILE PERDERE LA TESTA...
Giampiero Mughini per "Libero"
Bibliofollia, quanti reati si compiono in tuo nome, ossia per amore dei libri rari. Un reato di millantato credito, come quello che credo abbia commesso il mio amico Marcello Dell'Utri, padre fondatore della Mostra del Libro Antico che s'è aperta ieri a Milano, il quale aveva annunciato al mondo che in occasione della Fiera avrebbe sventolato un capitolo inedito di Petrolio, il romanzo che Pier Paolo Pasolini aveva lasciato incompiuto e che Einaudi ha pubblicato postumo nel 1992.
NON PASSA INOSSERVATO ROSA E FRANCESCO ALBERONIUn capitolo da cui risultavano notizie inedite sulla morte di Enrico Mattei, il Gran Signore del petrolio italiano morto in un incidente aereo su cui restano misteri e interrogativi. Pasolini che sapevaqualcosa in più diquanto non sapessero i magistrati che hanno indagato non ricordo più quante volte su quell'aereo che è piombato giù? Pasolini chesi trasforma in un giornalista d'inchiesta e fruga e scartabella e scopre «che cosa c'era dietro»?
LUCCIOLE E PROGRESSI
Sciocchezze inenarrabili, e a parte il fatto che gli erediPasolini sono recisi nell'affermare che quel capitolo non è mai esistito. E seppure la questione fondamentale resti quella di separare il grano dal loglio nella leggenda che attiene a Pasolini e che è stata moltiplicata per mille dai modi della sua morte. Pasolini è stato un poeta considerevole, un critico moderno e informatissimo, un polemista geniale, talvolta un grande regista.
Non era un giornalista d'assalto né un guru del pensiero politico; degli eventuali "crimini"della storia della Democrazia cristiana sapeva nulla. E quanto alla polemica con Giulio Andreotti sul fatto che il progresso civile e industriale avesse ucciso le "lucciole" e perciò fosse da condannare, era Andreotti ad avere ragione. Il progresso industriale aveva reso l'Italia meno atroce quanto a fame e miseria e malattie. Reati di bibliofollia, reati da perdonare.
MOSTRA PASOLINI PINIE difatti il libro che fa da paradigma di quella particolare malattia e pulsione che è la ricerca dei libri rari ha per titolo Il crimine di Sylvestre Bonnard. Lo aveva scritto nel 1881 uno dei più celebri romanzieri francesi dell'Otto - cento, Anatole France, figlio di un libraio e a sua volta accanito bibliofilo. È la storia di un erudito francese pronto a compiere qualsiasi crimine pur di mettere le mani sui libri i più rari e i più desiderati.
In omaggio a quel libro ha nome "Edizioni Sylvestre Bonnard" la casa editrice milanese specializzata nella pubblicazione di libri per bibliofili, e se c'è un libro da cui non vorrei separarmi mai è il loro libro sulle rarità bibliografiche del Novecento italiano, splendidamente compilato da Lucio Gambetti e Franco Vezzosi. E quanto a crimini compiuti in nome dell'amore per i libri rari, romanzesca è la recente vicenda di un luminare della medicina che in Svizzera era stato arrestato perché aveva dirottato verso gli acquisti di libri rari i fondi dell'ospedale che dirigeva.
Professionista di grandi possibilità economiche, voleva acquistare sempre di più e libri sempre più importanti. I suoi redditi professionali non gli bastavano. S'era accaparrato quelli dell'ospe - dale. Ha venduto la sua strepitosa collezione di prime edizioni del Novecento francese, ha strapagato i suoi debiti con l'ospedale, è uscito dal carcere, ha ricominciato a collezionare.
PUBBLICO DELLUTRIPerdonatemi se lo reputo «un fratello che ha sbagliato ». Del resto, credo sia questo il giudizio che su di lui pronuncerebbero Andrea Kerbaker (uno che ha costruito un suo appartamento a misura e apologia dei libri che colleziona), Oliviero Diliberto (granitico quanto a fede paleocomunista, ma delizioso quanto a passione e competenza bibliofila), Massimo Gatta, lo stesso Dell'Utri. Purtroppo in Italia la tribù di noi bibliofolli e potenziali delinquenti per amore dei libri è una piccola tribù.
DELLUTRIDa questo punto di vista l'Italia è anni luce addietro rispetto a Paesi come la Francia e l'Inghilterra, dove la bibliofilia è un segmento ben individuato della cultura più generale. Vi basterà sapere che di librerie antiquarie a Parigi ce n'è più di 350, a Roma sei o sette. Quando in Francia un grande collezionista dismette la sua collezione, viene organizzata un'asta cui partecipano librai e collezionisti da tutto il mondo e che viene celebrata da un catalogo che per lo studioso dell'argo - mento vale più di cento manuali tradizionali. In Italia se un grande collezionista smette la sua collezione, i suoi eredi chiamano un robivecchi che si porta via i libri nei sacchi.
DELLUTRIIL SAPORE DELLA CARTA
Poco meno di trent'anni fa la collezione del poeta e scrittore Leonardo Sinisgalli venne sì venduta all'asta e con relativo catalogo, ma era un catalogo umile umile e che non raccontava nulla di quei libri e di quella collezione. Molto meglio, pochi mesi fa, la vendita della collezione di Sergio Pautasso, uno studioso e un collezionista di letteratura italiana chesiamo in molti acompiangere.
Per volontà e per amore del figlio Guido Andrea (a sua volta un collezionista e un innamorato di libri), la collezione di Pautasso senior è stata ordinata in un catalogo edito dalla Libreria Pontremoli di Milano che funge da avvincente testamento di quello che il professor Pautasso aveva amato, studiato, collezionato. Una storia palpitante fatta di carta, ma che cosa c'è di più avvincente della carta, del suo sapore, del suo odore?
DELLUTRIE quanto a cattive notizie sullo stato della bibliofilia italiana, è una pessima notizia che abbia chiuso "Wuz", la rivista per noi bibliofolli che dirigeva brillantemente Ambrogio Borsani, uno di cui è imperdibile il recente libriccino pubblicato dalla Archinto dove lui racconta i suoi quotidiani viaggi in treno con Giovanni Testori, e le chiacchiere tra loro e tutto. E quanto a cattive notizie, ce n'è un'altra che sussurra che questa sia l'ultima volta della Fiera Antiquaria del Libro a Milano. Non c'è più grana, bellezza.