Il party di Antonella Rodriguez (video Melania Rizzoli)
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Dagoreport
antonella rodriguez e andrea formilli
Più che un party, un'orgia barocca. Il cinquantesimo di Antonella Rodriguez Boccanelli e del suo “sposo” Andrea Formilli nel salone dell’Hotel Plaza di via del Corso (che non ha rivali al mondo) ha aperto la stagione 2018 in un delirio di Roma pariola, di nobili con sblasonati, Gianna Nannini e Alba Parietti, damazze e cavalieri, giunti da ogni angolo dello Stivale.
Sono accorsi amici di sempre, politici (Stefania Prestigiacomo e Riccardo Villari e Gabriellina Giammanco), imprenditori (Giuseppe Recchi e Ferdinando Brachetti Peretti), registi (Gabriele Muccino), professionisti (Gianluca Verzelli e Viviana Liberti), aristocratici (Giovanni Gaetani D’Aragona con la consorte Ginevra Elkann), bellissime ragazze e antiche signore, tutti ultra-vestiti da sposi, come da invito.
L’idea di conciarsi da sposi per una notte ha funzionato soprattutto per il gentil sesso (mise strepitose e spiritose), meno per i maschietti che l’hanno trasformato in un martedì grasso. Si è visto di tutto: arabi, indiani, pastori afgani, Dago con mantello da vescovo per sposalizi pronta consegna certificato.
Bisboccia danzante con disco anni Ottanta e tecno mozzaorecchi con la folgorante dj Brina Knauss, con gran finale di bandistico, tutti dotati di telefonini in preda al delirio del selfie che è diventato il tormentone preferito di qualsiasi evento. Addivanato era quel mix cafonal-animal che ha reso Roma unica al mondo, capace di mettere insieme etero, gay, lesbo, aspiranti bisex.
Come la pajata e la coda alla vaccinara, è un presenzialismo tipicamente capitolino, quindi gaudente e sfacciato, non riconosciuto dalle confederazioni sindacali, ma riconoscibilissimo nella vita di società. E il motivo c'è. Il party mondano sta diventando una ressa cimiteriale fra donnette falsamente agguerrite troppo propense a diventare una costruzione di silicone indurito e ometti tutti presi dal calicino di champagne per dirsi in faccia che non c'è proprio nulla da dirsi.
Gente "celebro-lesa" ripiegata come un involtino sul proprio ombelico liposuzionato che ti fa perdere una giornata in cinque minuti. Gente che, quando gli chiedi come sta, srotola la cartella clinica. Gente che si infiocchetta, con un po' di bocce di pelle sul décolleté, capelli sparati o all'annegata, il sorriso tirato di chi ha dato l'anima e le labbra al chirurgo sbagliato.
raffaella mangini e ginevra elkann
Ieri sera invece Antonella Rodriguez e Andrea Formilli sono riusciti con la loro verve nucleare a compiere il miracolo di una “festilenza” che ha sposato l’alto e basso, l'utero al dilettevole, l'assistenzialismo al presenzialismo, il brivido al pettegolezzo, il sorriso all’alcool. Il divertimento, come l'influenza, si propaga tramite un contatto ravvicinato. E' molto importante, quindi, agitarsi, mettersi in mostra, farsi vedere da tutti in preda al più grande "sballo", trasformando il corpo in una stampatrice. Alla fine della serata, fuori dell’Hotel Plaza, sostavano pulmini dai vetri oscurati che trasportavano gli indefessi del godimento dilunga durata al Jackie O di Beatroce Jannozzi dove c'è sempre qualcuno che ha le mutande infilate sulla testa: cosa che rivelerà il coccige segreto del "popolo della notte".
raffaella mangini e ginevra elkann