Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Arditti Riotta Bernabei Herranz e Corigliano - Copyright Pizzi(Agi) - Alla fine della sua vita, il grande giornalista Indro Montanelli aveva scoperto la bellezza del Vangelo e forse anche la fede. Lo rivela Pippo Corigliano, storico portavoce dell\'Opus Dei e presenza amica negli ultimi anni della \"firma\" forse piu\' prestigiosa del giornalismo italiano del secolo scorso.
\"Indro - racconta Corigliano - sapeva che io tiravo per il suo avvicinamento alla fede, cosa che non e\' da escludere. Non lo ha fatto in maniera esplicita, ma lui gradiva molto che gli raccontassi le parabole del Vangelo. Non era infastidito dai miei discorsi cristiani, anzi...\".
Nel suo libro \"Un lavoro soprannaturale. La mia vita nell\'Opus Dei\", edito da Mondadori, Corigliano rivela anche i retroscena dell\'invito a pranzo che Giovanni Paolo II rivolse a Montanelli, il quale si impegno\' pero\' a non pubblicare subito tutto quello che si erano detti. Montanelli, descrive l\'amico, \"esternamente sembrava un polemista, uno spadaccino della penna. E invece al suo interno era sempre attento agli altri, gradiva l\'affetto\". E rifletteva molto sulla morte, fino a dire \"mi sento circondato da un cimitero\".
Claudio Velardi Ernesto Auci Marco Antonellis - Copyright PizziNel volume, presentato dal cardinale Julian Herranz e dal direttore del \"Tg1\" Gianni Riotta con Roberto Arditti, direttore editoriale de \"Il Tempo\", Corigliano ripercorre la sua \"missione\" tra i giornalisti italiani, alcuni dei quali ha conquistato alla fede, moltissimi alla stima per la Chiesa e per un\'istituzione come l\'Opus Dei che nient\'altro si prefigge se non la santificazione del mondo attraverso quella dei suoi membri che nel mondo agiscono esercitando le piu\' svariate professioni laiche.
Corigliano, che strinse rapporti di amicizia anche con Enzo Biagi, ad esempio, e\' un laico laureato in ingegneria, grande organizzatore di eventi culturali.
Corigliano Herranz Riotta e Velardi - Copyright PizziNel libro confida le difficolta\' che gli fece il padre (un gentiluomo napoletano, del quale Pippo ha ereditato lo stile) riguardo alla scelta di consacrare tutto se stesso all\'apostolato. \"Mio padre - scrive - un giorno mi chiese: \'Figlio mio, hai proprio deciso di raddrizzare le gambe ai cani?\'\".
Ma oggi Corigliano e\' sicuro che il padre dall\'aldila\' lo segua ancora. \"Alla fine dei suoi anni - ricorda - si era molto avvicinato alla fede. Credo senta che l\'eredita\' di una vita ben spesa e\' ben passata a suo figlio, non per merito mio ma dello Spirito di Gesu\', che e\' lo Spirito dell\'Opera\".
2 - TOP SECRET! TUTTO QUELLO CHE AVRESTE DOVUTO SAPERE SU TELECOM E OPUS DEI - IL LEGAME AD ALTO VOLTAGGIO CHE LEGA I DESTINI DI TAVAROLI E PIPPO CORIGLIANO - QUEI SABATI A PAVIA DELL\'EX CAPO DELLA SECURITY TELECOM E DEL PORTAVOCE OPUS
Massimo Riserbo per Dagospia (20 OTTOBRE 2008)
Domenico Bonifaci e Roberto Arditti - Copyright PizziI legami più solidi sono quelli che resistono alle bufere e riescono a rimanere sotterranei anche quando i riflettori sono accesi. Un esempio da manuale riguarda due autentici maestri dell\'amicizia e del fare lobby come Giuliano Tavaroli e Pippo Corigliano. L\'ironia della sorte ha voluto che i loro libri uscissero per Mondadori negli stessi giorni.
L\'ex capo della security Telecom e il portavoce dell\'Opus Dei sono grandi amici, si sono dedicati per centinaia di pagine all\'apologetica e all\'autocelebrazione, ma i due \"mémoirs\" editi dalla casa di Berlusconi non si parlano tra loro. O meglio: nessuno parla dell\'altro.
Un peccato veniale, al quale proviamo a ovviare noi umili scribi di Dagospia, nella convinzione che chi spende 18,50 euro per avere in mano \"Spie\", o 17,50 euro per meditare su \"Un lavoro soprannaturale\", meriti qualche informazioni supplementare.
QUATTRO FIGLI, DUNQUE GRAN CATTOLICO
Non è stato difficile per Tavaroli accostarsi a Corigliano e diventarne rapidamente intimo. L\'ex sottoufficiale del Ros era sì in ottimi rapporti con un buon numero di massoni, a cominciare dall\'investigatore privato fiorentino Cipriani (quello della Polis d\'Istinto, gran frequentatore di casa Gelli), ma quando arrivò ai piani alti di Pirelli scoprì un mondo nuovo. Credeva di essere arrivato in un santuario della finanza laica, e invece si rese conto che l\'Opus Dei è molto forte anche nella prima linea di management di Tronchetti.
Fabio Ghioni
Leggende aziendali narrano addirittura di gruppi di preghiera che si riunivano a tarda sera nella sede milanese. Zio Leopoldo Pirelli e nonno Enrico Cuccia sarebbero inorriditi. Quando Tronchetti compra la Telecom, nel 2001, Tavaroli capisce che il suo capo avrà bisogno di protezioni speciali: troppe invidie, troppa politica, troppi sciacalli appostati. A Roma, la Telecom tronchettiana ha solo nemici, se si eccettua Berlusconi, che però nel 2001 perde le elezioni.
Tavaroli entra nei salotti giusti anche grazie alla signora Margherita Fancello, lobbista Telecom nella città di Torri e Andreotti con budget faraonico e l\'asset di un marito vicedirettore di Panorama, Stefano Brusadelli. Casa Fancello in Campo Marzio è un salotto trasversale, dove si possono incontrare il prefetto Alessandro Pansa come l\'allora numero due del Sismi, Marco Mancini. E soprattutto, Pippo Corigliano.
Gianni Riotta e Claudio Velardi - Copyright PizziA Corigliano, che a dispetto di tutte le voci malevoli conserva una certa ingenuità che lo rende amabilissimo, quel corpulento ex carabiniere che si è fatto da solo piace subito. \"Tava\" sembra un vero cattolico di una volta: quattro figli, una sola moglie, anticomunismo viscerale, antipatia sbandierata per piduisti e dintorni, messa domenicale mai saltata.
QUEI SABATI A PAVIA
L\'amicizia tra \"Pippo\" e \"Tavola\" decolla subito. Pippo prende l\'abitudine di andare spesso alla Certosa di Pavia a messa, e prima non manca di andare a casa Tavaroli, dove spesso cena e pernotta in quella bellissima atmosfera agreste-familiare che è un\'edizione riveduta e arricchita dell\'Albero degli Zoccoli di olmiana memoria. Tra una prece e l\'altra si scambiano consigli e giudizi sulle persone. E qualche favore. Il primo favore è quello di un\'assunzione. Filippo Grasso è alla fine degli anni Novanta il più brillante tenente dei carabinieri, colto e di straordinario aplomb. Suo padre è un soprannumerario dell\'Opus ed è grande amico di Corigliano.
A Filippo, la divisa sta stretta, così \"zio Pippo\" lo segnala all\'amico \"Tavola\", che prontamente lo assume. Grasso lavora alla Security Telecom e sbarca nei salotti romani, dove la Fancello lo coopta prontamente e conosce un sacco di lobbisti e di giornalisti più o meno in carriera. Dopo poco tempo, però, qualcosa si incrina tra lui e Tavaroli. Tavaroli lo accusa di allargarsi un po\' troppo, come si dice a Roma.
JulianHerranz - Copyright PizziMentre il bel Filippo, che è un ragazzo di sanissimi principi e grande onestà personale, probabilmente si accorge che il suo capo barbuto usa metodi un po\' troppo spicci e disinvolti. Interviene lo zio Pippo e risolve tutto prima che qualcuno si faccia del male: Bello lascia la security e diventa assistente personale di Tronchetti Provera: gli gestisce l\'agenda, ma compare spesso alle sue spalle in pubblico.
SCOPPIA LO SCANDALO TELECOM
Quando Tavaroli finisce in carcere insieme a Marco Mancini per gli scandali di Abu-Omar e delle intercettazioni Telecom, Corigliano va nel panico. Pippo perde per qualche mese l\'abituale serenità celeste e gira tra i suoi amici nelle redazioni per dire: io Tavaroli lo conosco, sembrava un buon cattolico, siamo anche amici, ma non mettete di mezzo l\'Opus... Mentre il povero Tavaroli, chiuso nel carcere di Voghera, si chiede se l\'Opus dei lo aiuterà. E la sua fede vacilla.
Mentre la Procura di Milano scopre stupita budget e ruolo della signora Fancello, messa a verbale per ore, \"L\'Espresso\" fa cortocircuito. Il settimanale di proprietà dell\'Ingegnere (si scoprirà poi che anche il figlio Marco era spiato) parte lancia in resta e per settimane Peter Gomez e Francesco Bonazzi sveleranno decine di retroscena, lavando in pubblico tutti i panni sporchi del Sismi di Pollari, Pompa e della Telecom by Tavaroli.
Cover Libro \"spie\"
Ma la copertina più bella del settimanale fondato da Scalfari nasce da uno scoop per immagini: un servizio fotografico che racconta un week-end in stile campo militare organizzato dalla Fancello in Sardegna con tutti gli uomini della Sicurezza Telecom e un po\' di amici vari, compresi gli hacker del \"Tiger Team\" di Fabio Ghioni (quello che s\'intromise nel computer di Vittorio Colao e di Massimo Mucchetti, l\'ex vicedirettore dell\'Espresso passato al Corriere e autore per Feltrinelli di un libro intitolato \"Il baco del Corriere\").
Per uno strano gioco del destino, non vengono pubblicate le foto di Filippo Grasso e della Fancello, mentre sul settimanale finisce in bella evidenza una foto del povero Brusadelli, che è lì come principe-consorte, ma curiosamente non viene nominato nelle didascalie del concorrente. Brusadelli s\'incazza di brutto, fa outing e dà una lezione di stile a tutti con una lettera che viene pubblicata la settimana dopo dall\'Espresso.
Pippo Corigliano - Copyright PizziDopo la pubblicazione di quel servizio fotografico, gli ex habituè di casa Fancello-Brusadelli hanno preso a guardarsi con reciproco sospetto: troppi i sommersi, e ancor di più i salvati. Dalla sputtanata mediatica.
HAPPY END
A distanza di due anni, la bufera è passata. Tavaroli veleggia tranquillo verso un patteggiamento morbido, un\'assoluzione o una prescrizione. Mancini sta per rientrare al Sismi e la magistratura milanese non ha trovato i presunti tesoretti esteri degli spioni. La Pirelli finanzia sempre le scuole dell\'Opus Dei. E loro, Pippo e Tavola, sono tornati amici. Scrivono libri e vantano i propri rapporti di alto livello. Tutti meno quello che li lega.