Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
1 - PRESENTAZIONE DI VESPA? NO, SOLILOQUIO DI SILVIO E MONOLOGO DI PIZZI...
Umberto Pizzi per Dagospia
Caro Dago, ennesima sacra rap-presentazione del libro di Bruno Vespa con la presenza di San Silvio Berlusconi del Divin Arcore con grandi misure di sicurezza, poi proseguite al Palazzo dei Congressi all'Eur, questa volta per la sde-Renata Polverini, dove di fronte ad una platea che tutto era meno che vip, il premier ha proseguito col suo soliloquio.
SILVIO BERLUSCONIAnche stavolta i solerti giornalisti non hanno dato il meglio di sé, eccetto Marcello Sorgi al quale Berlusconi non ha dato praticamente nessuna risposta. In pratica si è parlato di tutto meno che del libro. Era a tutti gli effetti una conferenza stampa del presidente del Consiglio in difesa di Berto-liso/leso/preso/raso al suolo e del provvedimento sulla par condicio, sui figli e sul fatto che lui legge solo i giornali che parlano bene di lui; gli altri sono "rubbish".
Insomma, ovunque vada, il Presidente del Consiglio non fa altro che auto incensarsi. Restiamo in attesa della prossima Vespata, magari sotto le elezioni per evitare le varie restrizione elettorali.
Umberto Pizzi SILVIO BERLUSCONI2 - DA VESPA IL CAVALIERE SENZA SORRISO POI DALLA POLVERINI SERATA DA SHOWMAN
Alessandra Longo per "la Repubblica"
Le mascelle del viso serrate, gli occhi a fessura di quando l'umore e il livore sono al massimo. Tra le colonne romane del Tempio di Adriano, Berlusconi avanza senza sorrisi. Giornata davvero nera per il premier, con Guido Bertolaso, ormai vissuto come un fratello minore, finito nella spirale «persecutoria», pure lui, degli odiati giudici. Giornata ideale per usare il primo palcoscenico che gli capita, guarda caso quello del fidatissimo Bruno Vespa.
Poco importa se l'occasione è l'ennesima presentazione di «Donne di cuori», uscito già da mesi. Non è del libro che bisogna parlare ma dei pentiti da ridimensionare con una legge che certo arriverà (il senatore Valentino ha solo sbagliato i tempi, «non ha preparato il terreno»); degli avversari politici da zittire con il regolamento della vigilanza; dei giudici da mettere definitivamente al guinzaglio perché «non sono altro che dipendenti pubblici pagati con i soldi degli italiani» e si permettono di dare la caccia a lui, «primo contribuente del Paese».
SILVIO BERLUSCONIUn Berlusconi gelido, anche con i suoi pur mitissimi vicini di tavolo Marcello Sorgi ("La Stampa") e Stefano Folli ("Sole 24 ore"), per nulla pirotecnico, poche le battute da bravo presentatore, quelle che tanto fanno ridere il suo pubblico, moltii giudizi affilati, sibilati, anche nei confronti della famiglia. La figlia di secondo letto Barbara? Non andrà alla Mondadori, lì c'è gia Marina, «bravissima».
La moglie Veronica? Non ci prova nemmeno a parlare del grande amore che fu. L'unica cosa da discutere è «dove andrà a abitare» e quanto vuole di alimenti. Un Berlusconi venuto lì per regolare i conti, assistito da Vespa che sa come stimolarlo. Per esempio, sui pentiti: Presidente, a me non sembra di buon senso che, se ci sono tre pentiti che dicono la stessa cosa, non si debba procederea riscontri... Lei cosa ne pensa? Quel che si dice un assist.
SILVIO BERLUSCONILa platea, docile, da Gigi Marzullo al ministro Gianfranco Rotondi, applaude quae là. Pochi volti di signore spumeggianti (se si eccettua Graziana Capone, l'Angelina Jolie del Tavoliere, a lungo in stand-by per una candidatura regionale, ma poi prudenzialmente dirottata ad altro incarico), pochi i giovanie belli come li vuole Silvio quando va alle manifestazioni.
SCESA DALLE ANDEPubblico per lo più canuto, Mario D'Urso, elegantissimo come sempre, a tratti persino si addormenta. Paolo Bonaiuti, dalla prima fila, segue con amorevole sollecitudine le sortite del premier che procede a raffica, lievemente infastidito da un microfono non all'altezza, lievemente distratto quando cita, a proposito delle Regionali, la Campania al posto della Puglia o quando inverte i candidati presidenti di Emilia-Romagna e Toscana. Si procede in ordine sparso ma con le idee chiare sui punti davvero dirimenti.
Ci risiamo con la giustizia. «Io non ho «problemi giudiziari», al contrario sono vittima di «aggressioni giudiziarie». Televisione. Fa una smorfia, strizza gli occhi. Perché dovrebbe battersi per la libertà di certe «trasmissioni pollaio», in mano alla sinistra? Non gli interessa se c'è chi grida alla censura, non gli interessa nemmeno di Boffo, massacrato da un giornale di sua proprietà.
MARCELLO SORGI BRUNO VESPA STEFANO FOLLIAlza lievemente le spalle: «Se c'è uno perseguitato quello sono io, sono io il campione». Non gli interessa di Draghi alla Bce, tanto nel mondo l'italiano che conta è lui, anche perché è «un tycoon», c'ha i soldi, insomma. Le donne, la D'Addario, Noemi Letizia, le escort. Sia pur con mano ultraleggera, l'argomento è sfiorato. Pentito di quel 2009 così turbolento? La madre di Alessandra Mussolini si beve con interesse la risposta.
MARCELLO SORGI BRUNO VESPANo, naturalmente nessun «rimorso», «mi sono comportato con grande rispetto per me... e per gli altri». Lode alle femmine-ministre, una più brava dell'altra, lode al suo partito che, per lapsus, continua a chiamare Forza Italia. Vespa si strofina le mani, ottimo colpo, nel giorno giusto, nel giorno di Bertolaso trafitto, con tutte le telecamere addosso. Per chiudere, si va sul romantico: «Presidente, mancano pochi giorni a San Valentino. Lei festeggia?».
Ecco la battuta, per la delizia del pubblico: «Manderò mail a tutte le mie fidanzate». Il meglio di sé lo dà dopo, a sera inoltrata, davanti ai mille ospiti della Polverini che lo galvanizzano più della platea di Vespa. Esalta la generosa politica fiscale del governo: «Chi vuol fare regali alla sua donna voti per noi».
Parla, poi si confonde e si riprende: «Scusate, quando vedo belle signore perdo il filo. Fossero tutti così gli italiani... o preferite quegli altri, Marrazzo, per esempio?».