Reportage di Umberto Pizzi da Zagarolo
VECCHIO COMPAGNO RENATO NICOLINI - copyright Pizzi1 - Il vero spettacolo non è gratis...
Da "Il Sole 24 Ore" - Forse è arrivato davvero il momento di prendere il toro per le corna. Basta con lo stillicidio dei fondi promessi e mai dati, o dati con tale ritardo da costringere i teatri a indebitarsi con le banche (e quindi spendere altri soldi per pagare gli interessi). Basta con le accuse, più o meno giustificate e più o meno esplicite, di gestioni sprecone e di inutili eccessi. Ma basta anche con i finanziamenti elargiti ad amici e amiche degli amici. A sedicenti registi e a z-movie. È davvero il momento di chiedersi cosa siano lo spettacolo, la musica, la cultura, e cosa rappresentino per l'Italia.
Forse si scoprirebbe che non di «frivolezze» si tratta ma di un possibile volano per la ripresa di un paese che ha nel turismo una delle sue risorse più importanti, e nel turismo culturale uno degli stimoli più forti. Basti pensare alla Scala di Milano, all'Arena di Verona (l'indotto generato dalle rappresentazioni estive supera i 500 milioni di euro), a Spoleto e via rappresentando. E allora? Allora si vedrà che non si tratta di buttare denaro al vento, ma di investire con buoni ritorni. Anche di soldi.
WALTER VELTRONI GIORGIO VAN STATEN - copyright Pizzi2 - Gli artisti a Montecitorio: no ai tagli allo spettacolo...
Marco Mele per "Il Sole 24 Ore"
Palloncini neri sullo spettacolo italiano. Sono quelli che ondeggiano a Piazza Montecitorio, alla manifestazione contro il taglio del Fondo unico dello spettacolo, finora non recuperato dal decreto anti-crisi in discussione in Parlamento. Politici, sindacalisti del settore, volti noti e meno noti si sono alternati al microfono. Obiettivo: contestare i tagli apportati al Fondo unico per lo spettacolo per il 2009, per circa 200 milioni rispetto al 2008.
SCONSOLATA - copyright PizziNon è mancato, chi ha collegato gli effetti del pesante ridimensionamento dell'intervento statale con quelli della riduzione del 30% dei budget di Rai e Mediaset per la produzione di fiction. Il paragone con gli altri paesi europei, Francia in testa, è stato uno dei leit motiv della manifestazione: «Lo Stato italiano investe nel nostro settore quindici volte meno di quanto fanno gli altri Stati europei » si scrive in un documento unitario firmato dalle associazioni presenti in piazza.
UN INFILTRATA DAL MESSICO - copyright PizziC'è chi affronta i fischi della piazza come Gabriella Carlucci, deputata Pdl, che chiede al Governo di «mettersi una mano sulla coscienza »e d'inserire il settore culturale nel decreto di sostegno alle aziende in crisi. L'incontro con il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Gianni Letta, non ha avuto esito positivo: «Ci ha spiegato che al momento non ci sarebbe modo di reintegrare il Fondo unico per lo spettacolo ma cercherà di spendere le ultime ore a tentare di risolvere la situazione» spiega Andrea Purgatori, dell'associazione Centoautori.
TRE GNOCCHINE FRESCHE - copyright PizziVincenzo Vita, senatore del Pd, osserva che «duecento milioni sono un'inezia per il bilancio dello Stato. Sono meno di quanto incassa di pubblicità Rete4 ». Tutti ricordano la promessa del ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, davanti al presidente della Repubblica, sul reintegro del Fus. E tutti ne chiedono le dimissioni. Per il presidente della Siae, Giorgio Assumma, «ogni taglio al Fondo per lo spettacolo pregiudica lo stimolo delle nuove tendenze creative, che per poter essere sperimentate, debbono necessariamente avere il sostegno dallo Stato».
NANNI MORETTI - copyright PizziLa polemica è politica anche se non mancano grida di scontento contro l'invasione di tutti i politici negli enti pubblici (esemplare la denuncia di Maddalena Crippa sullo Stabile di Torino). Per Francesco Rutelli, ministro della Cultura con il governo Prodi, «non è per compatibilità di bilancio che il governo ha massacrato i finanziamenti alla cultura. È una politica che già fu seguita dal precedente governo Berlusconi ».
Interviene sulla vicenda anche un altro ex ministro della Cultura, Rocco Buttiglione: «In Italia la classe politica considera la cultura non come un bisogno essenziale della persona ma come un lusso, del quale in tempi difficili è possibile, anzi doveroso fare a meno. Il Fus ha però bisogno di una profonda riforma. L'artista non ha diritto di vivere a spese dello Stato, che deve invece aiutare l'artista a raggiungere il suo pubblico».