Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
1. GIACOMETTI ALLA GALLERIA BORGHESE
Quirino Conti per Dagospia
Mentre la pioggia e il Tevere, furiosi, sembravano determinati a scarnificare la città - quale prezioso alibi per una giunta intronizzata tra le nebbie del Campidoglio! - due ossimori, due antitesi, due magnifiche contraddizioni trasfiguravano, illuminandola, la notte di Villa Borghese.
Valter Mainetti Saluta la signora DamatoIl primo: finalmente un fatto di oggettiva, incontestabile rilevanza a Roma. Quindi: l'ossuto Giacometti e la sontuosa Galleria Borghese l'uno difronte all'altra.
Due incompatibilità, apparentemente insolubili, dissolte in una serata. E mentre quelle cave di meraviglie - non potrebbero essere definiti in altro modo quegli ambienti - si riempivano di ospiti, c'era da immaginarsi di essere capitati (per una serata che in tempi migliori avrebbe segnato il gusto di una stagione) a Parigi, a Ginevra, a Berlino o a Maastricht.
Tanto la sobria umanità che senza clamore vi si affollava sembrava frutto di una raffinata scrematura estetica. Così che tutto scorreva ovattato e senza rumore. Da chiedersi se quella zolla beata di parco non fosse stata finalmente sollevata e trasferita al cuore di un paese ideale: in pace, sereno e colto. E molto distante da qui.
Riccardo VillariSuperato increduli lo stupore per quella prima incongruenza, scoprire tra i visitatori altri ospiti, sottili, affusolati, contemporanei e tesi come poco altro, sotto quelle vele e contro quegli imbotti, diveniva un capolavoro di per sé; prossimo a una sofisticatissima e irripetibile installazione. Senza cortocircuiti, ma con continuità e slanci intellettuali di grande fascino.
Dentro quelle stanze, con quella storia, quel passato e una pellicola parietale d'incomparabile bellezza, Giacometti e i suoi Visitors.
Raffaella Leone e Giovanna MelandriIn una qualità di accostamenti che per esserci non necessitava di null'altro. Tra vortici di marmo e una totalità decorativa senza pause, le Ombre del nostro tempo: arcaica eredità africana e, prima ancora, etrusca. Aguzze, sottili, come i dubbi che ci attanagliano. Religiose e senza speranza. Furtive, eppure saldamente vincolate al proprio destino. In uno slancio impossibile: annegate nella materia e nei fatti. Mentre tutto, intorno, ruotava e si avvitava nel tumulto. Tanto che silenzio e fragore, per una notte, hanno coinciso.
Una notte a Villa Borghese, dimenticando gli orrori circostanti. Ma anche la trivialità e l'incuria riservate a quel lembo di verde; sofferente e violentato da chiunque pensi di averne il diritto o ne abbia solo l'opportunità.
Una notte da ricordare, dunque. Per il determinato talento di Anna Coliva, direttrice di quella galleria. Che la Francia ha decorato con la légion d'honneur: un riconoscimento, ancora una volta, venuto da lontano.
Raffaella Chiariello e
2. IL SIMPOSIO DEI MECENATI
Roberta Petronio per "Il Messaggero"
Da "villa di delizie" della famiglia Borghese a galleria fra le più preziose al mondo, e soprattutto a luogo fra i più amati di Roma. La conferma, l'ennesima, ieri sera quando tutto il mondo romano che ruota attorno all'arte, si è riversato nei saloni della Galleria Borghese illuminati a festa.
Oggi nell'edificio "fuori Porta Pinciana", si apre l'esposizione che racconta Giacometti, scultore svizzero diventato uno dei simboli del Novecento. Ma poche ore prima, negli stessi spazi, gran soirée con preview promossa dall'associazione dei Mecenati della Galleria Borghese, alla sua prima uscita ufficiale. Aperitivo nel sontuoso Salone degli Imperatori, poi il tour alla scoperta delle quaranta opere sbarcate a Roma. L'impatto è di grande effetto. Le figure allungate di bronzo e di gesso dialogano con le curve di marmo bianco di Apollo e Dafne e di Paolina Borghese. Capolavori senza tempo che hanno convinto mecenati romani e cosmopoliti, a sostenere la Galleria Borghese e i suoi tesori.
Pepi Marchetti Franchi e«L'associazione farà sistema con gli altri centri di eccellenza di Roma e del mondo» promette il presidente dell'associazione Maite Bulgari, produttrice e regista di documentari che raccontano grandi personalità, da Verdi a papa Francesco.
Insieme con il direttore della Galleria Anna Coliva, ricevono gli ospiti, una lista infinita. I soci fondatori, per cominciare, da Robert de Balkany a Silvia Venturini Fendi, passando per Jacaranda Caracciolo Borghese, Antonio D'Amato, Marino e Paola Golinelli, Valter Mainetti arrivato con la moglie Paola, Martine Orsini. C'è grande eleganza, l'occasione è speciale e il contesto unico per bellezza.
Paolo Scaroni e moglieTra i sostenitori, arrivano Francesco Gaetano Caltagirone, presidente dell'omonimo gruppo, Ilaria Borletti Buitoni, Luigi Abete, Luigi e Raffaella Chiariello, Marisela e Paolo Federici, Gianni e Maddalena Letta, Rocco e Esther Crimi, Anna e Carla Fendi, Delfina Delettrez Fendi e Ilaria Venturini Fendi, l'ambasciatore Usa John Phillips con la moglie Linda, l'ambasciatore di Francia Alain Le Roy e la consorte Anne, e l'ambasciatore di Israele Naor Gilon con la moglie Orly.
Paolo Scaroni Aldo Brachetti Peretti Paolo Bulgari Valeria Licastro Tavolo con Ruspoli MainettiIl parterre continua ad accogliere invitati, tra cui i collezionisti Giovanni e Valeria Giuliani, Annibale e Marida Berlingieri, Joaquin Navarro Valls, Paolo Scaroni, Jas Gawronski, Giovanna Melandri, Ginevra Elkann con il marito Giovanni Gaetani d'Aragona, Pepi Marchetti Franchi, Sonia Raule, Francesca Lo Schiavo, Polissena Perrone, Ferdinando Brachetti Peretti con Rosi Greco, Carlo e Lucia Odescalchi, Benedetta Lucherini, Alessandra di Castro, Carlo e Lisa Vanzina, Soledad Twombly, e molti altri.
Paolo Bulgari Anna ColivaI Mecenati vogliono creare anche un centro di ricerche caravaggesche con base nella Galleria Borghese. E allora in onore di questo progetto, la cena di raccolta fondi è stata allestita sul tema Caravaggio. La scenografia firmata da Jean Paul Troili richiama i colori e le nature morte del pittore. Tendaggi e tovagliati di damasco rosso, imponenti candelabri per creare luci e ombre, e in tavola pomi, melograni e grappoli di uva bianca e rossa, ispirati al dipinto "Fanciullo con canestra di frutta".
Tavolo con Fendi Stirpe Bertinotti Antonio D Amato e Consorte