Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
1. DAGONOTA
SILVIO BERLUSCONI MARA CARFAGNA bruno vespa (2)
Renzi, nient'altro che Renzi, poteva presentare il nuovo libro di Bruneo Vespa, "Donne d'Italia". Infatti la regina delle 425 pagine è la Madonna del suo governo, Maria Ridens Boschi. E' la più brava, la più tosta, è la più capace: in appena due anni ha fatto le scarpe a tutti. E viene già data come premier del futuro prossimo.
Da un lato. Dall'altro l'abituale presentatore dell'annuale tomo vespiano, cioè Berlusconi, ha dato forfait lo scorso 25 novembre accampando il pretesto che in tempo di Isis, parlare di donne non era opportuno (oggi, invece....). Essì, era chiaro che il Banana si era inventato una scusa. E adesso sappiamo anche il perchè fu costretto a sfanculare il tenutario del suo salotto mediatico preferito.
IL DITO DELLA PRESTIGIACOMO CON BERLUSCONI E BOSSI
Pare che un corteo di donne forziste - dalla Carfagna alla Prestigiacomo passando per la Gelmini e la Santadechè - abbia marciato unito verso Palazzo Graziolo chiedendo in maniera secca di non presentare un libro che le dipengeva come "olgettine" o qualcosa di simile. Mentre per la Boschi erano solo peana e pigiamini di saliva, senza mai accostarla alla figura di Renzi. E infatti nel nostro servizio fotografico non è presente nessuno politico di Forza Italia.
Ora in agenda è previsto che il libro venga presentato da Berlusconi il prossimo 16 dicembre: lo farà in seconda battuta, dopo Renzi, e con le Papi-girls sul piede di guerra? Ah, saperlo...
2. BOSCHI DI POTERE
Mattia Feltri per “la Stampa”
sara valentinetti bruno vespa fabiola gianotti
Maria Elena Boschi è la donna con più potere nella storia della politica italiana? «Credo di no», ha risposto Matteo Renzi e peccato non ci sia stata - ieri, alla presentazione del libro di Bruno Vespa - la domanda conseguente: e allora chi? Forse Renzi avrebbe risposto Nilde Iotti, presidente della Camera per tre legislature, dal '79 al '92.
Forse Tina Anselmi, presidente della commissione P2, o Lina Merlin, partigiana, costituente, senatrice. Avrebbe elencato le molte donne di potere della Seconda repubblica: Rosi Bindi, Letizia Moratti, Irene Pivetti, Paola Severino, Rosa Russo Iervolino, Laura Boldrini.
sara valentinetti bruno vespa matteo renzi fabiola gianotti
A Renzi si sarebbe però obiettato che nessuna è stata al centro del progetto fondativo e legittimante di un governo. Boschi sì: a lei toccano le riforme imposte dall' Europa. Un potere mai visto. Che poi Boschi lo gestisca bene, è questione ancora irrisolta.
2. DOPO BERLUSCONI ANCHE MATTEO BENEDICE IL TEATRINO DEL POTERE “VESPA? È COME UN G7”
Filippo Ceccarelli per “la Repubblica"
Il bello, ma anche il brutto degli spettacoli del potere è che si rinnovano restando sempre uguali a se stessi. Così ieri, al Tempio di Adriano, il presidente Renzi ha presentato il libro di Vespa.
D’accordo, lo faceva sempre pure Berlusconi. Stesso luogo, stesso pubblico, stesso bla bla, stesso ciù-ciù-ciù d’intrattenimento fra il commerciale e il cerimoniale.
Sennonché gli anni passano per tutti e sul proscenio, anche stavolta tappezzato di copertine dell’opera vespiana in diversi formati, la rappresentazione ha accompagnato l’inesorabile mutamento di ruoli e personaggi. Per cui Renzi era chiaramente l’attor giovane spigliato e spiritoso, quello che nel teatro classico spagnolo si definisce come « el gracioso », in tal modo però costringendo Vespa nella parte del vecchio zio pignolo e anche un po’ borbottone.
Non sono dunque mancati i siparietti, quasi in tempo reale restituiti alle moltitudini del web. In uno, reclamizzando il bonus per i 18enni, il premier si è divertito a mettere in dubbio che i giovani ne approfitteranno per acquistare il primo gennaio 2016 la strenna del conduttore di Porta a porta. Ma a quel punto, gli ha risposto Vespa giustamente seccato, «il libro sarà già esaurito!».
invitati alla presentazione libro di bruno vespa (2)
Dopo di che è partito lui all’attacco esprimendo le sue riserve sull’uso culturale dei promessi 500 euri: «Se li giocheranno a flipper». Ma qui è scivolato perché, come impietosamente Renzi gli ha fatto notare a sua volta imitando un’antica gag di Mike Bongiorno, i 18 enni non giocano più a flipper: «Oh Vespa, mi è cascato sul flipper!» . Invano allora l’indomito zio l’ha buttata sulla Playstation presidenziale, ma niente da fare, erano ormai 2 a 0.
Il problema in quel momento era semmai di non stravincere e possibilmente attenuare l’impatto agrodolce. Per cui ha giocato sul sicuro proclamando, sia pure con un’espressione che tradiva un surplus d’ironica condiscendenza, che presentare i libri di Vespa rientra «negli obblighi istituzionali del presidente del Consiglio: come partecipare al G7 o al G20» ha spiegato mentre le bionde e non più giovanissime né più troppo graziose signore in platea assaporavano il punto di non ritorno, e il teatro del potere rinnovava le sue fiere e al tempo stesso modeste credenziali.
«Mi fa piacere che venga riconosciuto » ha sorriso il conduttore, forse un tantino più serio di quanto richiedesse la sparata renziana. Ma al di là della dovuta e opportuna riconsiderazione, e sempre a prescindere dagli argomenti per così dire «politici » pure affrontati nel corso del rito promozionale, si può far notare che se tanti anni fa Andreotti affidava a Vespa la guida della «Terza Camera», oggi, cioè in un tempo di potere verticale e decisionista, il ruolo demiurgico che gli spetta si è significativamente spostato verso l’esecutivo.
camilla morabito e valeria licastro
La bandiera della rottamazione, nel frattempo, si è abbastanza afflosciata. E non solo perché questo è il secondo libro che Renzi presenta a beneficio di Vespa (l’esordio fu in coppia con Alfano); o perché a settembre, sia pure ai margini dell’«incidente » Casamonica, è venuto fuori che il premier rottamatore aveva scelto proprio l’eterno Bruno come presidente della Rai (la cosa non andò in porto, forse anche per timore che rispondesse al classico adagio curiale « promoveatur ut amoveatur »).
No. Dopo la presentazione di ieri, chi pensava che Vespa fosse alla lunga incompatibile con il renzismo può, almeno per ora, ricredersi. O almeno, in mancanza di meglio, dilatare la sua dote di pazienza.
Sia pure, o forse proprio in quanto scenicamente trasformato in «ziovespismo» (Giulianone Ferrara), l’opera esercitata in tv e nei libri continua evidentemente a esercitare presso il grande pubblico quella sorta di consacrazione di cui il comando ha bisogno nel tempo degli spettacoli politici.
Per quanto riguarda Renzi si segnala una promettente episodica: dalla messa in onda della nonna del premier all’esito, piuttosto ambiguo, della scommessa sui debiti della PA (nessuno dei due ha raggiunto a piedi un certo santuario). In poco più di un anno Vespa ha accolto il premier con un piatto di tortellini e gli ha dedicato una puntata partendo da un titolo del Giornale: «Renzi ha le palle». Nel libro si legge perfino la lode del Ponte sullo Stretto: «Sarà - dice il premier - un altro bellissimo simbolo per l’Italia». Mah.
3. MATTEO RENZI PRESENTA IL LIBRO DI VESPA, DALLA ROTTAMAZIONE AL GATTOPARDO. PADOAN GLI TIRA LE ORECCHIE VIA SMS
Angela Mauro per www.huffingtonpost.it
"Noi abbiamo fatto previsioni dello 0,7 di crescita quest'anno. L'Istat ha detto 0,9. Forse chiudiamo a 0,8, non so... Il ministero dell'Economia ha detto 0,9…”. Pardon: “Mi ha appena scritto Padoan, mi ha detto 'sullo 0,9 tieni la linea'. Non è Roma-Fiorentina questa…". Tutto in tempo reale. Sugli incerti dati della crescita, Matteo Renzi scivola e poi si rialza, tirato per le orecchie via sms dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Il tutto alla presentazione del libro di Bruno Vespa, appuntamento annuale del giornalista tv cui quest’anno nemmeno il nuovo e giovane premier si sottrae.
L’anno scorso se l’era evitata. Ma quest’anno Renzi ha detto sì. Appuntamento al Tempio di Adriano, in pieno centro a Roma. Stavolta il libro si chiama ‘Donne d’Italia’. L’autore è sempre lui: Bruno Vespa. Per vent’anni e con cadenza annuale ha battezzato i suoi volumi con Silvio Berlusconi, più o meno sempre lì al Tempio di Adriano e sempre tra novembre e dicembre. Erano appuntamenti di show e battute, mettevano il punto mediatico sull’anno passato e andavano a capo.
Adesso inizia la nuova saga: quella di Renzi, che per la prima volta presenta il libro di Vespa da presidente del Consiglio. Insomma, se c’è pure il timbro di Vespa è ufficiale: un ciclo si è chiuso, un altro se n’è aperto. Ma l’officiante resta sempre lui: il ‘padre’ di Porta a Porta, prima, seconda e terza repubblica in una sola persona. E la platea, quella già schierata a prendere i posti in prima fila, rappresenta un tempo passato.
marisa stirpe e maddalena letta
È un po' la corte romana di Vespa. Tante donne. La moglie di Gianni Letta, la moglie del noto oculista Mario Stirpe, Claudio Donat Cattin e altri che via via entrano per accomodarsi. Fuori, non c'è la gente di Silvio, che ai tempi belli dell'ex cavaliere ingolfavano l'entrata. Ma non ci sono folle per Renzi. E non ci sono nemmeno i suoi, a parte il portavoce, la sua ombra, Filippo Sensi. Niente parlamentari, nemmeno un renziano doc ad ascoltare. Atmosfera sobria, nessuna ressa. Come vuole il premier, si schermiscono i suoi. In sala ci sono tante persone quante sedie, nessuno in più, a parte 18 telecamere, giornalisti e fotografi.
Cornice datata, con il nuovo che avanza a far da ospite d'onore. Lo scarto è netto quando Vespa chiede al premier dei 500 euro promessi ai diciottenni: “Come li potranno spendere? Non vorrei se li spendessero al flipper...”. Per Renzi è goal a porta vuota: “Vespa, mi casca sul flipper… La sfido a trovare un diciottenne che ancora gioca a flipper…”. Inutile rivolgersi alla platea per la controprova: qui di diciottenni non ce n’è. L’età è molto avanzata, agiata e avanzata.
Non è un problema per il rottamatore di Palazzo Chigi. Che l’anno scorso però riuscì a sfuggire all’abbraccio dell’intramontabile Bruno. E infatti nel 2014 Vespa presentò il suo libro ‘Italiani volta gabbana’ con il solito Berlusconi e lo stesso giro di star della politica o della tv, a seconda. Da Melania Rizzoli a Stefania Prestigiacomo, Anna Maria Bernini, Michaela Biancofiore, Maria Rosaria Rossi, Rosanna Lambertucci e altri e altre.
Quest’ anno Renzi non si è potuto sottrarre. Del resto, ha sempre riconosciuto l’importanza dei salotti di Vespa, in tv e non solo. Oggi ci scherza su per giustificare la scelta di esserci: “E’ un obbligo istituzionale per il presidente del consiglio partecipare alle presentazioni dei libri di Vespa, è come andare al G7, come chiedere la fiducia alla Camera…”. Ma Renzi non si è sottratto nemmeno due anni fa, sfruttando bene l’occasione offerta da Bruno, utile podio di accesso al potere.
Subito dopo le primarie dell’Immacolata che lo incoronarono segretario del Pd, Renzi, all’epoca ancora sindaco di Firenze, partecipò alla presentazione del libro di Vespa edizione 2013 (“Sale, zucchero e caffè”) insieme ad Angelino Alfano, già ministro dell’Interno del governo di Enrico Letta. Era il 16 dicembre 2013, Renzi vestiva informale, con gli abiti grigio chiaro che aveva il coraggio di indossare anche per la cerimonia di auguri di Natale al Quirinale. Ma certo quel 16 dicembre era già scattato il piano che lo avrebbe portato a Palazzo Chigi al posto di Enrico. E anche allora Vespa c’era: ineffabile.
Oggi al Tempio di Adriano si chiude ufficialmente l’era in cui le presentazioni dei libri di Vespa erano dei veri e propri eventi mediatici, politici e di mondanità. Un po’ di mondanità c’è, a dire il vero. “Ci vediamo a Cortina”, si salutano le dame in sala al termine di un’ora scarsa di presentazione (Renzi ha appuntamento con il presidente afgano Ashraf Ghani a Palazzo Chigi).
sara valentinetti bruno vespa e fabiola gianotti
Ma il capo del governo non concede nulla al suo intervistatore: l’evento diventa uno dei tanti per Renzi. Svicola dalle domande sulle amministrative (“La corte a Marchini? Non è donna, è fuori tema”, dice tentando una battuta sul tema del libro: le donne). E sugli esteri si lascia andare solo ad un vago annuncio: “Stiamo lavorando per organizzare a Roma un evento internazionale sulla Libia come è successo a Vienna sulla Siria”.
Dalla platea le eleganti signore dell’alta borghesia romana annuiscono ad ogni parola del premier. Lo scrittore Christian Raimo tenta la protesta: “Nel libro non c’è una parola di femminismo”, ma non riesce ad avere seguito. Soddisfatta Fabiola Gianotti, italiana presto alla guida del Cern di Ginevra, chiamata al tavolo dei relatori quale esempio vincente di ‘donna d’Italia’. Con lei la ricercatrice precaria Sara Valentinetti: “Chiedo al premier un posto stabile per tutti i precari come me e finanziamenti…”. Cala il sipario. Su un’epoca intera.
ilva sapora ilva sapora e maddalena letta fabiola gianotti (3) fabiola gianotti (4) fulco ruffo di calabria e concita borelli gianfranco ferroni mario benedetto ilva sapora maddalena letta invitati alla presentazione libro di bruno vespa