IN SALA CI VANNO QUATTRO GATTI, PER FORTUNA CHE CI SONO I PREMI PER TIRARSI SU - SILVIO ORLANDO: “CONSENTITEMI DI NON DEDICARE IL PREMIO LO PROPRIO A NESSUNO” - ISABELLA FERRARI SI VALUTA UNA COMBATTENTE (SÌ, DEL BOTOX) E PARLA DI CORAGGIO

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Nicoletta Ciardullo per \"Il Tempo\"
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

linkmarco pontecorvo laura delli colli

Una cornice unica, i giardini di Villa Medici a Trinità dei Monti, mai così animati. Questa volta non il pubblico d\'elite di mostre selezionate, ma il mondo variopinto ed effervescente del cinema.

I grandi leoni di pietra del parco stanno a guardare i personaggi che aspirano a quelli d\'oro a Venezia. Stavolta il tributo è ambito: la consegna del premio Pasinetti, attribuito ogni anno dai cronisti del sindacato nazionale giornalisti cinematografici (SNGCI) accreditati alla Mostra del Cinema di Venezia.

«Non un premio di critici quindi - ha precisato il presidente del SNGCI Laura Delli Colli - ma un premio che anticipa, come scelte, quello della giuria ufficiale. Stavolta siamo stati lungimiranti. Mai come quest\'anno il cinema a Venezia ha avuto un maggiore rapporto con la realtà rompendo molti schemi».

linksilvio orlando isabella ferrari

Il riferimento è in primis a «Pranzo di Ferragosto», opera prima di Gianni Di Gregorio, che ha ricevuto il premio Pasinetti come miglior film. Menzione speciale del Pasinetti ad un altro originale film «Pa-ra-da», anche questo opera prima, di Marco Pontecorvo. Narra la vera storia del clown di strada franco-algerino Miloud Oukili e del suo arrivo in Romania nel \'92, tre anni dopo la fine del regime di Ceausescu.

Premio Pasinetti come migliori attori a Silvio Orlando per «Il papà di Giovanna» di Pupi Avati e ad Isabella Ferrari per «Un giorno perfetto» di Ferzan Ozpetek e «Il seme della discordia» di Pappi Corsicato .

«Un premio importante - ha detto Silvio Orlando - sono passati vent\'anni dal mio primo film \"Palombella rossa\", con molti dei presenti siamo diventati anche amici. E un premio che mi onora e consentitemi di non dedicarlo proprio a nessuno...».

«Lo dedico alla libertà di cui il cinema italiano ha bisogno, che ci sia più coraggio di potersi esprimere, senza aver paura delle conseguenze», ha detto invece Isabella Ferrari.

 

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